Renzo Arbore, alto gradimento

Renzo Arbore nasce a Foggia nel 1937, ma è napoletano a tutti gli effetti. Figlio di medico si laurea in giurisprudenza alla Federico II e dal 1964 collabora conla Rai, creando spettacoli originali di grande successo: “Bandiera gialla”, “Alto gradimento”, “L’altra domenica”, “Indietro tutta”, ecc. Versatile e poliedrico e cantautore, conduttore, showman, regista, ma ci tiene molto ad essere considerato il primo jocky italiano.

Ha avuto il merito di scoprire e lanciare nuovi personaggi fra i quali Roberto Benigni, Gegè Telesforo, Giorgio Bracardi, Mario Marenco, Marisa Laurito, Nino Frassica, Milly Carlucci, Daniele Luttazzi e valorizzare altri come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo ela Microband, l’attrice Maria Grazia Cucinotta, Nina Soldano, le conduttrici televisiva Luana Ravegnini e Ilaria D’Amico, l’attore Francesco Paolantoni, la presentatrice Feliciana Laccio, la cantante Pietra Montecorvino.

Nel 1980 arriva la serie “Tagli Ritagli e Frattaglie” condotta insieme a Luciano De Crescenzo; nel 1981 “Telepatria International” con le indimenticabili evocazioni spiritiche di Dante (Roberto Benigni), Cristoforo Colombo (Paolo Villaggio) e con l’ultimo dei Mille (Carlo Verdone), in cui lancia le Gemelle Nete; e nel 1984 “Cari amici vicini e lontani”, programma sulla storia della radio, nuovamente con le Gemelle Nete (che interpretano la sigla finale del programma, “Un bacio a mezzanotte”). Ma è nel 1985 che giunge il grande successo con la trasmissione di Rai 2 “Quelli della Notte”, un appuntamento cult, con una serie di personaggi comici e intellettuali che si riunivano nella notte surreale e un po’ cialtrona. La trasmissione, una chiara satira nei confronti dei dilaganti salotti televisivi, lancia sul firmamento nazionale il comico Nino Frassica nelle vesti di Frate Antonino da Scasazza che, con i suoi sproloqui, fece divertire mezza Italia. Molti altri furono comunque i nuovi volti lanciati dalla trasmissione, come Riccardo Pazzaglia il filosofo partenopeo, Massimo Catalano l’intellettuale viveur, Maurizio Ferrini rappresentante romagnolo di pedalò affezionato al Partito Comunista, Simona Marchini romantica sognatrice, Marisa Laurito cugina in attesa perenne del fidanzato, e ancora Mario Marenco, Andy Luotto oltre che lo stesso Renzo Arbore, grande trascinatore. La trasmissione segnò un’epoca e i tormentoni e le battute entrano nel gergo quotidiano. L’album prodotto con le musiche della trasmissione vendette 500mila copie.

Nel 1987/1988 la trasmissione “Indietro tutta!” replicò l’enorme successo di “Quelli della Notte”. Il programma stigmatizzava l’invadenza della televisione di tipo più commerciale, ridicolizzandone usi e costumi; una parodia televisiva in cui Nino Frassica impersonava un improbabile quanto sgangherato “Bravo presentatore”; notevole il gruppo di ballerine brasiliane del “Cacao Meravigliao” che rappresentava un surreale sponsor e le “Ragazze Coccodè”, un ridicolo corpo di ballo. Non mancavano inoltre personaggi come Mario Marenco che impersonava “Riccardino”, un bambino parecchio dispettoso che con tanto di grembiule e cartella passava il tempo a rincorrere il cane Fiocco. Il maestro Mazza era a capo dell’orchestra “Mamma li Turchi”, Francesco Paolantoni era Cupido, appeso all’altalena e intento a lanciare frecce che non andavano mai a segno. La scenografia rappresentava una nave e l’ammiraglio Arbore era attorniato da due belle ragazze che rappresentavano Miss Nord e Miss Sud; a guardia del sotterraneo erano le “Guardiane” (una delle due era una giovanissima e ancora sconosciuta Maria Grazia Cucinotta, l’altra Feliciana Iaccio).

Nel 1986 Arbore partecipa al “Festival di Sanremo” con la canzone “Il Clarinetto” e si piazza al secondo posto. Nell’esecuzione del brano sul palco sanremese è accompagnato da quelli che egli stesso chiama i “Tre amici e il cognato” di cui fanno parte Gegè Telesforo e Ferdinando Murolo. Seguono altri programmi televisivi come “Doc” e “Marisala Nuit”. In quest’ultimo programma, condotto da Marisa Laurito, Arbore, che è la voce fuori campo, anticipa quello che sarà il modo di fare televisione della “Gialappa’s Band”. Nel 1990 conduce “Il caso Sanremo”, dove in un processo simulato è giudice su fatti e misfatti della storia canora sanremese attorniato da una improbabile corte ed avvocati interpretati da Michele Mirabella e Lino Banfi. Nel1992 inuna trasmissione in 4 puntate, rende un sentito omaggio televisivo a Toto’ con “Caro Toto’... ti voglio presentare”. Un programma per celebrare la grandezza artistica del più grande in assoluto: il Principe della risata. Nel 1996 conduce senza sosta per 22 ore “La Giostra”, in diretta via Satellite perla Rai Internationaldi cui è diventato intanto direttore Artistico e Testimonial.

Nel 2005 è la volta di “Speciale per me – Meno siamo, meglio stiamo” (17 puntate dal 23 gennaio al 4 giugno) su Rai I, definita dallo stesso Arbore una “trasmissione amarcord” con l’obiettivo di mostrare tutta la tv memorabile che la gente tende a dimenticare. Il senso della trasmissione è una sorta di mercatino di modernariato televisivo; anche la musica proposta è volutamente “vintage”. La trasmissione riscuote un buon successo anche se va in onda in terza serata (proprio a questa collocazione notturna allude il sottotitolo “meno siamo, meglio stiamo”), con una media di quasi un milione e mezzo di telespettatori dopo mezzanotte, il 25 per cento di share. Nel giugno 2008 è stato pubblicato il libro “Renzo Arbore e la radio d’autore – Tra avanguardia e consumo”, un volume monografico scritto da Salvatore Coccoluto, dedicato alle storiche trasmissioni radiofoniche di Arbore. Ha realizzato il gioco in scatola “Ma non i copechi”, ideato con Giancarlo Magalli e pubblicato dalla “International Team”. Il 15 novembre 2010 Arbore torna in tv con la trasmissione “… a lunga durata, Arbore e gli aborigeni” su Rai International e in replica su Rai 5. Il 4 settembre 2011la Raiha dedicato ad Arbore una puntata monografica della trasmissione “Speciale Tg1” documentari realizzata dal giornalista Vincenzo Mollica. È del 2013 la sua biografia “Renzo Arbore: vita, opere e (soprattutto) miracoli” a cura del giornalista della Rai Gianni Garrucciu, contenente numerose testimonianze di tanti colleghi e amici di Arbore.

Scapolo convinto, dopo un legame negli anni ’60 con la cantante e presentatrice torinese Vanna Brusio, si è accompagnato con la cantante romana Gabriella Ferri, ha poi avuto una lunga storia d’amore nel decennio successivo con Mariangela Melato; successivamente è stato legato a Mara Venier fino al 1997. Nel 2007 si è legato nuovamente alla Melato, ed è stato con lei fino al giorno della morte avvenuta l’11 gennaio 2013. La passione che lega Arbore alla musica nera lo ha portato a realizzare, assieme al regista Riccardo Di Blasi, un piacevole e divertente reportage alla ricerca delle origini anche italiane del jazz, fatto di storie di musica, di emigrazione, di incontri, di interviste e materiali d’epoca. Il reportage, come dice Renzo “è rimasto a lungo sulle scrivanie di dirigenti poco interessati al jazz” e, finalmente, è stato trasmesso da Rai Due con la speranza di attirare l’attenzione su un dato storico, nel momento in cui il jazz italiano, per la qualità dei suoi musicisti, è considerato fra i più prolifici. “Da Palermo a New Orleans… e fu subito jazz”, questo il titolo del documentario, che è stato girato tra Palermo, Salaparuta, New Orleans, New York e Chicago.

Entrare in casa Arbore è come fare un giro in un museo dei gadget: migliaia di irresistibili oggetti, statuette musicali, madonne sudamericane, radio di plastica, juke box, collezionate con simpatica bulimia consumistica. In mezzo troneggia il padrone di casa, pienamente soddisfatto della sua ennesima “malefatta”, un disco di canzoni classiche italiane cantate in inglese intitolato “…my American way!” con esplicito sottotitolo “ma con le classiche canzoni italiane…”.

Racconta Arbore: “Ho sempre pensato che ci sono canzoni italiane di incomparabile bellezza, che possono competere con i grandi standard americani”. Come dargli torto, se pensiamo a “E se domani” (che nel disco diventa “Know it’s over”) o “Anema e core” (“How wonderful to know”), sta di fatto che da tempo Arbore girava intorno all’idea del crooner, non è una novità, ma certo questa volta l’ha fatto fino in fondo, prendendo una serie di canzoni italiane, in inglese, cantate con raffinati accompagnamenti jazz, asciutti ed essenziali.

Arbore è anche e soprattutto un formidabile testimone della storia della canzone italiana, di cui oggi è diventato ufficialmente l’ambasciatore internazionale, i suoi aneddoti riempirebbero libri, e ci tiene a sottolineare che da ben 23 anni gira il mondo con la sua “Orchestra italiana”. E questo lo allontana sempre di più dalla televisione, anche se una novità c’è, e non secondaria. Evidentemente sempre più stanco di dover combattere con una televisione ossessionata dagli indici d’ascolto, la televisione se l’è fatta da solo: basta collegarsi con www.renzoarbore-channel.tv e scoprire che ancora in tono dimesso, e poco pubblicizzato, Arbore sta sperimentando una tv via web, fatta praticamente da casa, in un set allestito in quel suo personalissimo regno dorato della cultura pop.

Un fantastico ragazzo di 76 anni, pieno di idee ed entusiasmo. Renzo Arbore non riesce proprio a star fermo: da pochi giorni è uscito (ed è subito entrato in classifica) il suo nuovo disco, “…my American way!”, che propone i grandi classici della canzone italiana (“E se domani”, “Non dimenticar”, “Resta cu’mme” e molti altri) tradotti in inglese e cantati con lo stile confidenziale dei crooner.

Intanto, fino alla fine di novembre, Rai Uno rende omaggio alle trasmissioni più amate dello shoman con il programma “L’altra”, in onda il sabato sera poco dopo la mezzanotte. “Un modo per far conoscere il mio lavoro anche ai giovani” spiega. “Il titolo? Rende bene la mia idea tv: fare “altro” rispetto a quello che passa il convento”. Un’idea che ispira anche la sua web-tv (www.renzoarborechannel.tv), che propone canzoni, interviste e filmati d’epoca. Insomma, una chiacchierata con Arbore si trasforma sempre in una festa illuminata da battute, ricordi e provocazioni di un grande e inimitabile “volpone” del piccolo schermo.

 

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:36