Arte e canto, intervista alla “Verdemare”

Damiana “Verdemare” Fiammenghi, ventinovenne romana di nascita, ma abruzzese d’origine. Bellissimi occhi verdi dal sapore mediorientale e labbra dolcemente carnose, che le hanno anche permesso di vincere un concorso come “Sosia ufficiale di Angelina Jolie”. A parere di chi scrive, Damiana, ad ogni modo, è assolutamente più dolce e femminile della Jolie e, se è vero che una donna è veramente bellissima quando è senza trucco, Damiana incarna perfettamente tale tipo di donna. Damiana è un’attrice dall’ampio curriculum, oltre che un possibile futuro da cantante quale solista di band/rock, che l’ha portata a partecipare, fra l’altro, al “Festival della canzone romana”. Inizia a lavorare a diciannove anni, in teatro, con “La moglie ingenua e il marito malato” di Achille Campanile, diretta da Claudio Capecelatro. Prosegue poi la sua carriera fra spot, teatro, televisione e cinema, anche in ruoli da co-protagonista nel film sull'antisemitismo “Tutto quel che abbiamo vissuto”, per la regia di Ciro Formisano e Giangiacomo Scocchera e da protagonista nel recente cortometraggio “Swan”, per la regia di Daniele Misischia. Oggi abbiamo la possibilità di intervistarla, sia relativamente alla sua carriera artistico-professionale, sia relativamente alla sua personalità.

So che ti piace farti chiamare “Verdemare”, piuttosto che Damiana, come mai?

Non è esattamente così, amo entrambi i nomi. “Verdemare” era il nome di battesimo della mia nonna materna, nonché mio secondo nome. Ero molto legata a mia nonna, era una delle poche persone che credeva fermamente e pienamente in me e mi sosteneva completamente nelle mie scelte. L’ho amata e l’amo tuttora alla follia: usare il suo nome per me equivale a renderle omaggio, a ringraziarla e, in un certo senso, a farla rivivere in me e con me. Anche uno dei miei tatuaggi “porta” il suo nome.

Iniziasti a recitare e a lavorare in teatro già a diciannove anni, ovvero appena maggiorenne. Come nasce la tua passione per la recitazione?

Fin da piccola ho sempre amato guardare film e ho sempre provato una grandissima ammirazione per quelle “persone” che vedevo sul grande schermo o dentro quella “scatoletta” che abbiamo in casa che chiamiamo televisione. Li ammiravo perché riuscivano a farmi ridere, a farmi piangere, a emozionarmi: era tutto così vero! Pensavo: “certo che questo deve essere davvero un mestiere difficilissimo! Come faranno?”. Inoltre, ogni mattina passavo davanti agli studi di Cinecittà per prendere la metro per andare a scuola e ogni volta provavo ad immaginare tutto quello che c’era e che succedeva lì dentro, set, attori, registi, scenografi, macchine da presa... Lo immaginavo perché non ci ero mai entrata e mi chiedevo se un giorno mi si sarebbero mai aperte le porte di quel “Paese dei Balocchi”. Il penultimo anno del liceo venne organizzato dalla mia scuola un laboratorio teatrale diretto da Claudio Capecelatro, appunto. E fu proprio lì che cominciai a trasformare in azione quello che fino a quel momento era semplicemente rimasto racchiuso nei miei pensieri.

Ho letto che da bambina volevi fare la veterinaria, visto il tuo spasmodico amore per gli animali. Come mai poi cambiasti idea?

Io amo in una maniera quasi morbosa gli animali, ogni specie, ogni razza, belli, brutti... tutti ! Purtroppo però per fare un lavoro delicato come quello non basta l’amore che provi nei loro confronti, ma bisogna affrontare un duro e impegnativo percorso di studi e diciamo che io sono stata “rapita” da altro (sorride)...

Oltre a recitare, avendo tu una bellissima voce, ho scoperto che canti anche molto bene. Sei un’autodidatta della canzone oppure hai studiato canto? Pensi che il canto potrà essere il tuo futuro?

Non ho mai studiato canto. Mi ha trasmesso questa passione mio padre Marcello, cantante di canzoni romane. Cantare mi fa sentire bene e mi piace da matti! Vorrei includere il canto nella mia carriera, mi piacerebbe molto, infatti, fare musical, che raggruppa più discipline artistiche. Come ogni cosa però va affrontata con preparazione, quindi inizierò presto a prendere delle lezioni per perfezionare questa dote che mi è stata regalata.

Attualmente - come già in passato peraltro – se non erro, ti occupi anche di organizzare eventi e workshop in qualità di ufficio stampa. In che cosa consiste questo tuo lavoro?

Parallelamente al mio percorso artistico ho sempre portato avanti altre esperienze lavorative, in modo particolare l’organizzazione di eventi e la comunicazione. Ho aperto una società che si occupa proprio di questo: organizzazione di eventi, servizi e ufficio stampa. Ho, però, integrato il tutto con l’organizzazione di workshop per attori. Grazie agli studi che periodicamente faccio a Los Angeles, ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con bravissimi professionisti e ho pensato di “importare” il loro talento artistico per dare la possibilità a chi non può allontanarsi dall’Italia di poter entrare in contatto con loro e di imparare da loro, senza dover per forza trasferirsi all'estero. Ho anche coinvolto grandi professionisti del panorama italiano sia in ambito recitativo, della regia, della scrittura, del make-up, del giornalismo. La cosa che più mi interessa e che più mi preme è offrire dei prodotti di qualità; i nostri allievi devono aver voglia di tornare da noi, perché si sono resi conto di essere davvero cresciuti professionalmente. Restando sempre nell’ambito della formazione collaboro con la nuova Scuola di Cinema “Accademia Studios”, sita proprio all’interno degli Studios (ex De Paolis), la quale dà l’opportunità agli aspiranti attori, registi e/o sceneggiatori di imparare il cinema dove si fa cinema, che mi sembra un’opportunità unica e straordinaria!

Pensi che oggi sia difficile, per una donna, sfondare nel mondo dell’arte? Ritieni, inoltre, che ci siano molte rivalità fra donne, in generale?

Penso che oggi le donne facciano fatica ad emergere non solo nel nostro ambito, ma un po’ in tutti gli ambiti. Ad occupare posti di potere sono ancora prevalentemente gli uomini, un po’ per maschilismo e un po’ per colpa di un pregiudizio nei confronti delle donne, che spero venga scardinato presto. Rivalità ? Sicuramente sono presenti, anche se fortunatamente è una cosa che non mi appartiene. Sono una grande sostenitrice della solidarietà e della collaborazione fra donne, credo davvero che unite potremmo creare un mondo migliore: John Lennon una volta disse:“Un sogno che fai da solo è solo un sogno, ma un sogno che fai insieme diventa realtà.” Se dovessi raccogliere il mio pensiero in tre parole griderei: “VIVA LA SORELLANZA !”

Per finire ti chiedo: come si definirebbe Damiana Fiammenghi? Che tipo di donna, oltre che di artista, intendo.

Questa è una domanda difficile. Dunque, sono una donna tenace, determinata, alla quale piacciono le sfide e la pressione mi aiuta a dare il meglio di me. Credo nel pensiero positivo e nella buona energia e questa è una cosa che cerco nelle persone che mi circondano. Sono convinta che quando dai ricevi il doppio, sempre. Sono grata, tutti i giorni: anche nella peggiore delle giornate la mia giornata sarà comunque più bella e fortunata di quella di tante persone al mondo. La mia famiglia è al primo gradino della piramide, un punto di riferimento fondamentale. Sono perfezionista ed esigente, a volte troppo. Credo nel sorriso, la miglior cura che esista; credo nell’amore, che muove il mondo; credo nei sogni e nella assoluta possibilità di realizzarli perché “La distanza tra i nostri sogni e la realtà si chiama azione” e tutti abbiamo l’opportunità di agire.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:32