Una breve storia del federalismo italiano/ 1

La prima organizzazione politica con l'obiettivo di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria, secondo i principi di libertà,indipendenza e unità, destituendo gli Stati preunitari fu la Giovine Italia, associazione politica insurrezionale fondata a Marsiglia nel luglio 1831 da Giuseppe Mazzini. La Giovine Italia costituì uno dei momenti fondamentali del Risorgimento italiano ed ebbe anche respiro europeo, entrando a far parte della più ampia associazione politica mazziniana, la Giovine Europa (1834), assieme ad altre associazioni simili come la Giovine Germania, la Giovine Polonia e la Giovine Svizzera. Nel 1833, a Taganrog, in Ucraina, anche Giuseppe Garibaldi aderì al movimento mazziniano. Il 5 maggio 1848, la Giovine Italia fu trasformata nell'Associazione Nazionale Italiana e, nel 1853, Mazzini fondò il Partito d'Azione.

Corre l’obbligo ricordare che Garibaldi fu deputato per la Repubblica Romana del 1849 eletto nel collegio di Macerata. I patrioti mazziniani (che già allora erano definiti federalisti) diedero vita alle prime organizzazioni del movimento dei lavoratori (associazioni operaie, casse mutue, cooperative, scuole popolari) e nel 1871, a Roma, per specifica iniziativa dei movimenti repubblicani, fu stretto il Patto di fratellanza tra le Società operaie. Nello stesso anno Garibaldi - reduce dalla guerra franco-prussiana, ove aveva vittoriosamente combattuto a Digione in difesa della Francia, prese posizione favorevole verso la Prima Internazionale dei lavoratori. Gli anni che precedettero la Prima Guerra Mondiale, videro come protagonista della scena politica il giovane giornalista romagnolo Pietro Nenni. Contrario alla guerra libica, e per questo imprigionato nel 1911 (in epoca monarchica esisteva il reato di opinione), Nenni fu segretario della Camera del Lavoro di Forlì; il 7 giugno 1914, ad Ancona, nel corso di un suo comizio antimilitarista tenuto con il militante anarchico Errico Malatesta, la polizia aprì il fuoco sui partecipanti, uccidendo due partecipanti repubblicani e un anarchico. Ebbe origine da Ancona una settimana di scioperi e di agitazioni in gran parte dell'Italia, la cosiddetta Settimana Rossa.

L'avvento del Fascismo vide nelle Marche i movimenti repubblicani e dei lavoratori saldamente all'opposizione. Nel 1922, a Roma, un gruppo di repubblicani, tra i quali Raffaele Rossetti, Fernando Schiavetti, Mario Angeloni, Cino Macrelli e il brillante avvocato di Montegranaro Giovanni Conti, fondarono il movimento antifascista “l'Italia libera”, nominandone segretario Randolfo Pacciardi, giovanissimo giurista toscano di appena 23 anni. Intellettuali sensibili allo sviluppo europeo del pensiero democratico, Conti, Pacciardi e altri esponenti del movimento si esposero in prima fila durante la Guerra civile spagnola. Fu Pacciardi ad aver per primo l'idea di un corpo di volontari a sostegno della Spagna repubblicana minacciata dalla rivolta dei militari ribelli, raccogliendo il celeberrimo appello del fondatore di “Giustizia e Libertà”, Carlo Rosselli: "Oggi in Ispagna, domani in Italia!". Non a caso Conti e Pacciardi avevano nitida memoria dello spirito di solidarietà europea dei garibaldini che nel 1897 e 1898 avevano combattuto in Grecia contro i Turchi o di quelli accorsi in Francia nel 1914, perciò prima dell'entrata in guerra dell'Italia, per difendere i principi di libertà rispetto all’autoritarismo austro - germanico. Il 26 ottobre 1936 fu firmato a Parigi l'accordo per la formazione del Battaglione Garibaldi (poi denominato "Brigata Garibaldi") sotto il patronato politico dei partiti socialista, comunista e repubblicano e con il concorso delle organizzazioni aderenti al “Comitato Italiano pro Spagna”, tra i cui esponenti brillava il giovane cesenate Ilario Tabarri, che ritroveremo in seguito comandante dell'8ª Brigata Garibaldi "Romagna" durante la Resistenza.

(1/ continua)

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:10