Una teoria del complotto. Forse

Ci sono i teorici della cospirazione e quelli che vedono tutto semplice. E poi ci sono quelli che stanno nel mezzo. Scrivono Hardt e Negri, nel loro libro “Impero”, che un ordine mondiale esiste, ma che l’errore più comune che si compie nel cercare di identificarlo è di pensare che esso si formi o in via del tutto spontanea, o attraverso l’azione di un singolo potere, magari complesso, ma preordinato a prendere il controllo globale. Non è così, o meglio, la verità si trova nel sottile limbo che esiste fra evoluzione naturale della società globale e volontà accentratrice delle forze economiche transnazionali. In tal senso un complotto può essere reale tanto perché qualcuno lo ha orchestrato, quanto perché è il risultato della naturale evoluzione delle contingenze che lo hanno preceduto. In un siffatto contesto si può comprendere come, quando già nel 2009 si iniziò a parlare di progetto di destabilizzazione dell’Eurozona, i complottisti cercarono il colpevole, mentre i semplicisti negarono la possibilità. Eppure la destabilizzazione dell’Eurozona è un progetto nato e portato avanti in maniera volontaria e involontaria da diversi soggetti.

Occorre tenere presente come, in un periodo economico di piena crisi che ha posto dei seri dubbi sulla struttura economica del paese guida dell’Economia Occidentale, cioè la crisi dei mutui e dei subprime in Usa, non si potesse pensare che la maggior potenza economica mondiale potesse decidere di morire d’inedia finanziaria in favore dell’Europa. Ma facciamo un passo indietro. Lo scossone economico dato, nel 2001, dalla nascita dell’Euro moneta unica non è stato, in realtà, gran chè per l’economia americana. In crisi dopo l’11 settembre, una moneta europea forte permetteva agli Usa di diventare, per la prima volta, paese esportatore e non importatore di beni. Costava meno ad un europeo andare in vacanza negli Usa di quanto non costasse ad un americano venire in Europa, e questo era impensabile fino a qualche anno prima. Quindi il problema non era un’economia europea forte. Il problema è diventato l’avere una moneta europea forte che, in un momento di crisi del dollaro, quello provocato dalla crisi dei mutui appunto, è stata accettata come valida alternativa agli scambi internazionali. Se tutti comprano in dollari, chi i dollari li produce controlla il mercato. Ma se si compra in Euro, chi produce i dollari non controlla più nulla.

Ecco, quindi, la necessità di destabilizzare l’area Euro per riprendere il controllo monetario internazionale. Un’Europa troppo forte economicamente, inoltre, attrae gli investimenti esteri e gli USA non si possono permettere, ad esempio, che la Cina investa nel debito pubblico europeo cessando di sostenere il loro. Sono molte le motivazioni che hanno reso necessario per gli Usa procedere ad una destabilizzazione dell’area Euro. Allo stesso modo, in Europa, Francia e Germania avevano avuto la necessità di riprendere il controllo economico del continente, ricacciando indietro l’Italia che, negli anni ’80, iniziava a far paura. Appoggiate anche, se non principalmente, dagli inglesi, le due potenze continentali iniziarono uno smantellamento politico ed economico dell’Italia proprio a partire dagli anni ’80. Certo il tutto venne favorito dalle contingenze: la debolezza politico-istituzionale dell’Italia, unita ad una scarsa moralità della sua imprenditoria, della sua finanza e dei suoi amministratori, ha permesso a chi voleva di fare strame di quella che, solo venticinque anni fa, era la quinta economia mondiale in crescita. Ma questa debolezza dell’Italia, portata alle estreme conseguenze negli ultimi anni dalle azioni di Francia e Germania, si è loro rivoltata contro quando è iniziata l’azione americana contro l’Euro.

La destabilizzazione politico-economica dell’Italia, infatti, è divenuta l’arma principale in mano agli Usa, per minare la credibilità internazionale dell’Euro e rinvigorire l’egemonia del dollaro. Ma la cosa più grottesca è che, in realtà, la destabilizzazione dell’Italia è stata concertata da Inglesi e Francesi che, a colpi di bond e missili sulla Libia, hanno affossato l’economia italiana nel giro di due anni. L’obiettivo era quello di creare una egemonia economico-finanziaria che permettesse a Francia e Germania di pilotare a proprio vantaggio la nascita dell’Europa politica. Ma Francia e Germania hanno fatto il gioco degli Usa. Solo che ora lo spauracchio è che il gioco sfugga dalle mani a tutti e che l’Italia diventi la scheggia impazzita che faccia scoppiare l’economia globale. Allora occorre correre ai ripari. Ma come ? Tutti oggi guardano ad economie forti, o a paesi virtuosi che hanno reagito all’assalto speculativo della finanza globale: Svezia, Islanda… Occorre, però, avere il coraggio di guardare a chi è caduto, per capire come è successo e quali sono le consegunze: Polonia, Grecia, Ungheria. Un esempio molto vicino all’Italia è quello ungherese, un paese che aveva una Costituzione che poteva essere cambiata solo con almeno il 75% dei consensi in parlamento. Una situazione di ingovernabilità simile a quella che si sta vivendo oggi in Italia ha portato ad accettare una legge elettorale con un premio di maggioranza che dava a chi avesse ottenuto la maggioranza dei voti, i tre quarti dei seggi del Parlamento.

In questo modo, però, si crea una situazione incredibile: se andasse a votare solo il 50% degli aventi diritto, chi ottiene la maggioranza, magari con solo il 10% dei voti degli aventi diritto, avrebbe il 75% dei seggi necessari per modificare la Costituzione. Una lobby così costituita potrebbe, quindi, con una serie di passaggi ben precisi, prendere il controllo del paese. Bene, pensate a cosa sta accadendo in Italia: pensate se si approvasse una legge che preveda un premio di maggioranza che portasse, chi vince le elezioni, ad ottenere la maggioranza qualificata di seggi necessaria per modificare la Costituzione. Pensate se Grillo, ad esempio, alle prossime elezioni, votante il 50% degli italiani, prendesse il 30% dei voti ed ottenesse il 75% dei seggi. Rappresentando solo il 17% degli italiani potrebbe modificare la Costituzione. E pensate se fosse vero che il M5S fosse controllato dalle lobby Usa che stanno dietro la Casaleggio e Associati. Non si tratterebbe di “rivoluzione”, perché non sarebbe voluta e controllata dall’interno, ma di un atto di guerra, perché controllato dall’esterno. Provocato, però, dalla cecità di Francia e Germania, che non è la prima volta negli ultimi cento anni che ci trascinano in una guerra mondiale. Solo che questa non è combattuta con le armi convenzionali, ma con le armi della finanza e dell’economia. L’Italia abdicherebbe la propria sovranità, magari senza rendersene conto, divenendo quel paese fantoccio che fu, ad esempio, l’Austria prima della Seconda Guerra Mondiale. Tutto ciò se fosse vera questa ricostruzione. Ma per fortuna non è così. Forse.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:35