Ethos libertario e rapporti politici

Quella di Ernesto Rossi è la storia di uno dei più grandi intellettuali liberaldemocratici italiani nato a Caserta, antifascista e anticlericale, critico e sostenitore dell’azionismo italiano, simpatizzante del socialismo liberale e profondo amico dell’anarchico italiano, più conosciuto e studiato per il suo essere eretico, Camillo Berneri. Quella di Rossi, partendo dalle ricerche di Rodolfo Vittori avvalorate dagli scritti sia di Pietro Adamo che di Nico Berti, potrebbe definirsi un eresia liberale dall’ethos libertario. Oltre la stima verso numerosi anarchici tra i quali Berneri, Domaschi e Papini e la conoscenza approfondita di figure storiche dell’anarchismo come Bakunin, Rossi sviluppava politica partendo da un etica sperimentale, che si presenta per forza di cose come relativa, incerta e dinamica. Rossi arriverà, addirittura, a dire che: “un liberale è un anarchico dotato di senso storico. Un anarchico è un liberale mancante del senso storico”.

L’empirismo relativista del Rossi non si tramuta in indifferenza ma si concretizza in una proposizione di un comportamento che accetti le diversità di opinioni e che ricavi forza dalle contraddizioni del vivere sociale e dalle verità plurali e mutevoli degli individui. Per Rossi l’anarchia, evidente è il legame culturale con l’amico Camillo Berneri, è la formula ideale che garantisce all’individuo autonomia individuale ed emancipazione sociale. Ma tale approccio se condiviso sul piano etico è oggetto di critica e riflessione sul piano politico, per gli innumerevoli errori e distorsioni dell’anarchismo classico, soprattutto, per il buonismo antropologico che caratterizzava molti anarchici e che Rossi per nulla condivideva. Nelle sue analisi politiche Rossi rifiuta il dogmatismo classista perché responsabile di giudicare la moltitudine umana con categorie rigide ed universali, quindi generiche ed ingannevoli, anche in ciò è presente il “succo” libertario del pensiero di Rossi.

Le ricerche di Rodolfo Vittori andrebbero approfondite per svariati punti di vista, una problematica etica: potremmo trovarci un Rossi quasi anarchico, una problematica filosofica-politica: le istanze e le comunanze di progettualità politica tra un liberalismo puro e libero e un libertarismo “revisionista” e “attualista” per riprendere ad esempio un filone di ricerca storica delle antinomie tra l’anima liberale e libertaria presente all’interno di quello che fu il Partito d’Azione e una problematica politica: se tra i maestri culturali del Partito Radicale ci si pone anche Ernesto Rossi, quella dicitura che accompagna i termini liberali e liberisti del movimento Radicale, cioè il termine libertario, in tale visione non potremmo che trovare rafforzamento sia dal punto di vista politico teorico che pratico. Una rivalutazione di Rossi che potrebbe dar vita ad un interessante, fondamentale e fecondo dibattito culturale.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:14