Ecco il Festival delle Storie 2013

A camminare per quelle strade c’è il pericolo che tu le senta, le voci. Il chiostro del monastero di San Nicola, nel cui grembo ristagnano i corpi dei monaci defunti; i ruderi del castello longobardo, dove nel Cinquecento fu murata viva una donna; i vicoli che si arrampicano sulla montagna e sono un labirinto e stanno là, coricati, aggrottati, e ti guardano fisso – cosa vogliono da te? Siamo nella Valle di Comino, in provincia di Frosinone, sul versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. È là che d’estate si ritrovano scrittori e lettori, filosofi e fumettisti, giornalisti e scienziati. Si siedono. Cominciano il rito. Raccontano storie. È un appuntamento che si ripete ormai da tre anni. È il Festival delle storie. Quest’anno si terrà dal 25 agosto al 2 settembre. Qui «la gente si incontra e si riunisce per condividere storie, indignazione, sogni», ha spiegato lo scrittore Gaetano Savattieri, ospite fisso. 

Come si scrive una canzone in grado di soddisfare Mina? Tra un sorso di vino Cabernet (la Valle ne è florida produttrice) e l’altro, ce lo dirà Giorgio Conte, fratello di Paolo Conte. Sono molte le storie annidiate tra le maglie della musica italiana, che spulceranno le interviste a Vince Tempera, Ellade Bandini, Paolo Giordano. Mina, Tenco, Dalida – «ciao amore, ciao»: come si riconosce la voce di un angelo? Di questo ci parlerà Craig Warwick, sensitivo, avventore dei programmi di Caterina Balivo. Simile a un angelo è il San Sebastiano di Antonello da Messina: chi non si è mai soffermato ad osservare il suo sguardo? Non un sussulto di dolore. Di lui ci parlerà Vittorio Sgarbi, senza dimenticare Caravaggio, che fu allievo di Giuseppe Cesari, il Cavalier d’Arpino, ciociaro d’origine. Non è vero che l’arte si contempla soltanto: l’arte si mangia anche. E si beve. Infatti nella serata del 30 saranno protagonisti Spyros Theodoridis, vincitore di Master Chef Italia, e Giovanni Negri, che racconta in Roma caput vini la straordinaria storia di una bevanda raffinatissima, il vino. C’è sempre uno stretto legame tra arte e scienza, a dispetto del luogo comune che predicherebbe il contrario. Perciò ci sarà anche il professor Antonino Zichichi, che ci parlerà del miracolo del mondo: l’infinito e i buchi neri, le caratteristiche dei neutrini, la teoria del multi verso, la profondità delle particelle subatomiche. Proprio sul rapporto tra scienza e letteratura si interroga l’ultimo romanzo di Bruno Arpaia, presente al Festival insieme a Santiago Gamboa e a Stefania Nardini: tutti e tre sono membri del Club Dante, una rete virtuale, internazionale, che unisce scrittori e lettori. 

A metà strada tra la letteratura e l’arte visiva, invece, si pone il fumetto che, nella terza edizione del Festival avrà largo spazio, con gli sceneggiatori e i vignettisti della scuderia del fumetto di Sergio Bonelli, i “bonelliani”: Paola Barbato, Tito Faraci, Roberto Diso, Moreno Burattini, Riccardo Jacopino. Chi non ha mai letto Tex, Dylan Dog, Zagor? Ecco, dietro a quelle pagine ci sono loro. Tante sono le scrittrici che il Festival ospiterà, attento com’è alla visione femminile del mondo: tra queste, Valeria Parrella, donna che racconta di una donna, Clelia, manager in un’Italia che, in nome del denaro, ha perduto i suoi valori tradizionali, e Chiara Gamberale con L’amore quando c’era.

A traghettarci da una storia all’altra saranno le canzoni di Rossantico, dei 4Seasons4Tet, di The Original Slammer Band e delle Ebernies. L’edizione 2012 del Festival è dedicata a un frutto poco conosciuto, caratteristico della Valle di Comino, le visciole: sembrano delle ciliegie selvatiche, sono rosse, belle, trasmettono un’idea di abbondanza. Infatti il futuro non si lascia costruire (scoprire?) senza sprofondare nel passato, risalendo alle radici. Da qui nasce il Festival, che va a braccetto con un altro progetto di cui è protagonista la Valle di Comino, D’entroterra-dentro te, voluto dal Gal Versante Laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, molto impegnato nella valorizzazione e nella crescita del territorio. A esso collabora Minimum fax live, associazione culturale annessa alla casa editrice Minimum fax, che curerà per il Festival una serie di corsi gratuiti di scrittura e di editoria. Alla realizzazione del Festival molti enti hanno contribuito: tra questi la Banca Popolare del Cassinate, che ha accolto fin da subito, con determinazione e audacia, l’idea di trasformare la Valle di Comino, dove essa è presente dal 1963, nella Valle delle storie. A Valle rotolano storie da tutta Italia e dilagano da Atina a San Donato, da Gallinaro a Casalvieri, e poi nel monastero di San Nicola ad Alvito, per i vicoli di Picinisco, nel castello longobardo di Vicalvi. Il Festival squarcia la tela sui paesi invisibili della Val Comino e sta là, in attesa, di fronte al panorama: i castelli medievali, Les filles d’Alvito, le mura ciclopiche, la nebbia bassa, delle cinque del mattino, che bagna le colline. Anche la Valle racconta le sue storie: shh, show don’t tell. Ma di voci pullula l’aria e di libellule. Si assiepano nella tua testa e sono un’ossessione.

Che cos’è il Festival delle storie? È sempre difficile trovare una risposta. Non è una manifestazione culturale, perché non ha obiettivi divulgativi; non è un convegno, perché non esistono attori e spettatori: sono abbattute tutte le barriere tra gli astanti. Non è un evento perché si amalgamano soltanto farina ed entusiasmo, c’è poco di preconfezionato ed è tutto vero: qui nascono amicizie, si condividono emozioni, da storie nascono storie. Che cos’è, allora, il Festival? È il monstrum generato dalle intuizioni di un grande sognatore, Vittorio Macioce, organizzatore insieme ai ragazzi dell’associazione il Festival delle storie, nata dalle ceneri del club “Antrasarta” (che nel dialetto ciociaro, vuol dire improvviso). Ok, ma che cos’è? Il Festival è un cortocircuito, la carta dell’Appeso, che vede le cose in modo diverso. Il Festival, ecco, sono le voci.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:11