Le ombre sui cinque cerchi brasiliani

Il ritmo è quello della samba, i colori, quelli del carnevale. Rio De Janeiro è pronta, o meglio, così dicono i suoi organizzatori. I cerchi olimpici approdano nel nuovo mondo, spianando la strada ai primi Giochi sudamericani della storia. I segni del tempo che passa si osservano anche nello sport e quei paesi che fino ad oggi resistevano ai margini delle competizioni, in un futuro prossimo si ritroveranno nel mezzo, contendendosi ogni record. 

Questo vale per le gare come per la politica. È per questo che Rio 2016 significa cambiamento. La prossima edizione dei Giochi darà voce, così come è stato per Pechino, a un paese in grande espansione. Le Olimpiadi brasiliane si presentano al mondo come il riscatto dei paesi in via di sviluppo. Il movimento olimpico è cresciuto con l’istinto di includere quanti avessero voluto o potuto prendervi parte, arrivando a toccare ogni angolo del pianeta. Se alla prima edizione del 1896 il barone de Coubertain avesse chiaro in mente cosa potesse realmente diventare il suo sogno è impossibile da sapere, ma è certo che la conquista della terra carioca sarà testimone della nuova grande alba di quegli stati, denominati Brics, che con Brasilia si aprono al benessere.

La trentunesima Olimpiade apparterrà a loro. Gli ostacoli non sono pochi. Il 2016 è ancora lontano, ma i preparativi, le costruzioni e le infrastrutture che animeranno la manifestazione si intravedono appena dal traguardo. Il Comitato Olimpico Internazionale, chiusa la pratica londinese, seguono con attenzione il percorso e si mostra preoccupato per l’andamento delle opere. Il primo segnale d’allarme riguarda i cantieri, la lievitazioni dei costi da impiegare nella manifestazione. Carlos Villanova, direttore della comunicazione di Rio2016, parla di budget e di spese che sarebbero lievitate di cinque volte rispetto a quanto pianificato: «Cerchiamo di far fronte alla nostra attuale situazione. Avevamo un bilancio sufficiente ma quando lo abbiamo redatto, non includeva due nuovi sport che saranno invece presenti alla prossima edizione, il rugby e il golf». L’ammontare complessivo alla fine non dovrà superare gli 11 miliardi di euro, quanto cioè pianificato inizialmente.

Il complesso sportivo di Deodoro è ancora fermo, mentre sul Parco olimpico, cominciato appena il mese scorso, è stato aperto un fascicolo della procura per irregolarità di progettazione. Insieme, le due strutture ospiteranno ben 22 discipline. Ai costi dei Giochi olimpici vanno aggiunti quelli che riguardano i Mondiali di calcio, che si svolgeranno nel paese nel 2014. Sono circa 14 miliardi di dollari e saranno impiegati nella ristrutturazione degli impianti di calcio, strade, ferrovie, aeroporti. Si prevede che in totale il governo brasiliano sborserà 66 miliardi in infrastrutture. Il piano prevede di destinare a compagnie private concessioni per 2300 chilometri di strade da costruire o ammodernare. Il ministro dei Trasporti, Paulo Sergio Passos, prevede investimenti per 21 miliardi di dollari. Per la ferrovia, le concessioni saranno date sulla base di partnership pubblico-privato per evitare monopoli e raggiungeranno 45 miliardi di dollari. I 10mila nuovi chilometri di rotaie andranno ad aggiungersi agli attuali 30mila. Per le Olimpiadi, tuttavia, il principale stadio di atletica, l’Estadio Olimpico Joao Havelange, è già pronto: completato nel 2007.

Non bisogna dimenticare poi il glorioso stadio Maracanà, quasi ultimato per ospitare la Coppa del Mondo e la Confederations Cup del prossimo anno. Il lavoro su altri impianti olimpici dovrebbe iniziare il prossimo anno. «Siamo completamente fiduciosi che saremo pronti in tempo per entrambi gli eventi» ha detto Fernandes. Le autorità politiche brasiliane rifiutano di ammettere i ritardi. Il responsabile dell’organizzazione, Aldo Rebelo, dubita che la preparazione inglese abbia avuto ritmi migliori dei loro. Insieme ai suoi collaboratori è stato a Londra nelle ultime due settimane per osservare da vicino il lavoro dei suoi colleghi londinesi.

Il viceministro per lo Sport, Luis Fernandes ha dichiarato nei giorni scorsi di essere rimasto molto impressionato, ma di aver notato alcuni errori che non dovranno essere ripetuti nel 2016. «Prima di tutto, il Regno Unito ha svolto un lavoro assolutamente fantastico in un quadro molto complesso», afferma ai microfoni dell’ambasciata brasiliana nel centro di Londra. «Allo stesso tempo hanno dovuto fare i conti con diversi problemi, ed è molto importante che impariamo da loro». Fernandes si riferisce soprattutto alla questione sicurezza. Si ricordi che a poche settimane dalla cerimonia d’apertura, si scoprì che la società di sicurezza privata G4S non aveva reclutato personale sufficiente a coprire la manifestazione. Ciò ha costretto il governo britannico a coinvolgere le forze armate.

La situazione a Rio in questo ambito è molto diversa per almeno due ragioni. La città è abituata a ospitare ogni anno per il carnevale almeno due milioni di persone, dunque esiste un piano ben rodato per gestire eventi di massa. Il secondo motivo riguarda in generale la composizione e la preparazione delle forze di polizia urbana a interfacciarsi con problemi di ordine pubblico. Londra e l’austerità europea passano il testimone ai coriandoli di Rio De Janeiro. Il domani fa tappa in Brasile.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:09