Le inutili metamorfosi del Pci

Accettare nelle dichiarazioni ufficiali il libero mercato, sostenere nella azione politica lo statalismo, questo in sintesi l’agire del popolo di sinistra.

Nell’amministrazione pubblica, nelle aziende pubbliche le nomine sono politiche ed è facile collocare coloro che si piegano ai diktat del Partito; nel privato si rischia in proprio non con i soldi dei contribuenti e l’operazione mettiamo i migliori, quindi, i nostri, non funziona. 

A Rimini il 4 febbraio 1991, dopo un lungo dibattito iniziato dal 1989, viene sciolto il Pci, nasce il Pds. 

Una parte della minoranza fonda Rifondazione comunista.  Da sempre per occultare il rigetto genetico del libero mercato hanno puntato il loro agire politico contro la corruzione, dando i voti di onestà, decidendo chi poteva appartenere (personalità, della Dc onesta e non compromessa con gli scandali) al club degli eticamente buoni e dei democratici (alternativa democratica proposta alla parte “migliore e più onesta” del Paese, dentro e fuori i partiti,  formula vaga e senza possibilità concreta di essere messa in atto). 

Oggi è risultato noto che i disonesti militano in tutti i partiti e nelle istituzioni pubbliche, per cui il teorema dei migliori di sinistra è stato stroncato dai fatti. Quando il Partito comunista italiano lanciò la campagna contro il taglio dei 4 punti di contingenza della scala mobile, proposto dal socialista Bettino Craxi col decreto di San Valentino del febbraio 1984, l’apparato del partito e del sindacato resistette alla mobilitazione. 

La Cgil dopo l’enorme manifestazione del 23 marzo 1984, con 700mila lavoratori a Roma, rinunciò all’idea di continuare la mobilitazione attraverso uno sciopero generale; le stesse idiozie alle quali assistiamo oggi sull’articolo 18. Il referendum abrogativo del giugno 1985, proposto dai comunisti, fu sconfitto. 

Lo sganciamento dall’Unione Sovietica, con il famoso “strappo” seguito all’invasione dell’Afghanistan e al colpo di stato in Polonia, porta i comunisti all’accettazione dello status quo capitalista. 

Nel giugno 1988 Achille Occhetto viene eletto Segretario del Pci.

Il nuovo corso fu all’insegna di campagne contro i ticket sanitari (tutto gratis e il debito pubblico sale), allora in via di introduzione, e sul fisco; vennero riprese e seguite una serie di lotte sociali, come oggi contro i tagli alla spesa pubblica. Un partito che potesse governare, doveva cancellare il nome “comunista”, ma è cambiato solo il nome. 

Era quella parte di classe dominante raccolta attorno al quotdiano la Repubblica e al suo gruppo editoriale, che cominciò a martellare sulla questione del nome del partito. 

Bisognava eliminare, secondo Eugenio Scalfari, quell’anomalia del «partito comunista non più comunista». A fornire un’accelerazione agli avvenimenti fu senza dubbio il crollo del muro di Berlino, nel novembre del 1989. Quell’avvenimento, che avrebbe portato rapidamente alla dissoluzione dei regimi dei Paesi dell’Est e della stessa Unione sovietica, ebbe un effetto profondo sulle coscienze di milioni di persone: una accettazione forzata del libero mercato e del fallimento del collettivismo. Ma non hanno condiviso la priorità del profitto e del mercato, coniando la formula «nuove forme di democrazia socialista nella comune casa europea» (si capiscono da soli). 

La necessità di una rottura rivoluzionaria, il concetto di dittatura proletaria, la statizzazione quasi integrale dei mezzi di produzione, la pianificazione centralizzata, la soppressione del mercato per via amministrativa sono rimaste le ragioni celate della loro militanza politica. 

Il Pds, nella rincorsa disperata all’ottenimento di un pieno riconoscimento da parte della borghesia italiana, ha fondato assieme alla Margherita (vale a dire una dei principali eredi della Democrazia cristiana) un nuovo partito, il Partito Democratico, ovvero progressisti, democratici di sinistra costituzionali. Ma l’Azienda pubblica continua a sperperare il 52% del reddito nazionale:  la costituzione delle Regioni 1969/72, il servizio sanitario nazionale 1978, la scuola pubblica, l’università pubblica, la ricerca pubblica, la Giustizia penale e civile (10 milioni di processi pendenti, 20 milioni di cittadini in attesa di una risposta), gli appalti pubblici (fonte di sperpero di denaro pubblico, opere in gran parte inutili) e quando non possono statalizzare attaccano il privato, vedi l’equo canone 1979, solo per citarne alcuni.

Tra i Paesi appartenenti all’Ocse l’Italia era (ed è) uno dei Paesi a più alto debito pubblico e più elevata presenza dello Stato nel campo dell’economia.

Nell’amministrazione dello Stato, negli enti territoriali e in tanti enti pubblici non territoriali sono ignoti i principi che regolano l’attività delle aziende private: produttività, organizzazione, economicità, efficacia ed efficienza, redditività, profitto.

Il capolavoro è la difesa ad oltranza della RaiTv, quale servizio pubblico a garanzia di tutti i cittadini, un ritornello che si ripete stancamente da 30 anni. 

Il controllo dell’informazione e controllo di tutto il potere. Lo aveva capito per primo Mussolini. E come mi approprio della RaiTv e del settore informativo? Con il solito metodo delle purghe staliniane, del Kgb. Niente di nuovo. 

Delegittimo quelli che non si piegano al volere della “Spectre Rossa”. Speciale Esecutivo per Terrorismo Politico strutturata in modo fortemente gerarchico, per mezzo della figura di un “capo” e di numerosi subalterni. 

Un vecchio gioco fatto di comunicazioni mendaci, di informazioni false con una stampa compiacente, di gratuita delegittimazione, avallata da squallidi personaggi venduti per una apparizione in video. Un tempo le anime indipendenti venivano etichettate reazionari, nemici della rivoluzione, agenti dell’imperialismo americano, oggi si usano gli oscuri parametri della meritocrazia, della collusione con l’avversario politico, ritorsioni personali, estorsioni a danno degli spiriti liberi, una prassi staliniana in versione sana amministrazione. Le prevaricazioni degli emissari della Spectre, disposti ad ogni crimine, all’annientamento di chi non è organico alla causa.

L’occupazione vergognosa della RaiTv  da parte di troppi sedicenti liberali o comunisti rinnegati per quieto vivere e per interessi personali. Volutamente gregari per un effimero passaggio di carriera. 

Ma il tempo della ricreazione è scaduto, lo spread, i mercati finanziari sono sordi ai giochini del bene comune, della finta democrazia, della falsa legalità, della politica con la ”P” maiuscola. 

L’attacco della speculazione non ha colore né appartenenze, guarda al risultato, travolge tutto e tutti. 

I tamburi dello stupidario nazionale smetteranno di suonare ed allora sarà troppo tardi per fermare la metastasi del nuovo partito comunista, delle molteplici forme del marketing viola, arancione, della galassia dei partitini comunisti doc, dell’Idv, della triplice sindacale, del partito dei Magistrati, del potente partito La Repubblica. 

Diversamente si perde tempo e finiamo tutti sotto la Spectre, illudendoci di essere liberi come i peones. 

Dove l’attività è pubblica si possono applicare i metodi staliniani, egemonizzare l’azienda piazzando ai vertici i fidi compagni, quelli che si piegano al comando della Spectre, come quella pattuglia di reduci della democrazia cristiana che sono passati con loro. 

L’opera di statalizzazione è intelligente vedi la costituzione delle Regioni, del servizio sanitario nazionale, tutti carrozzoni, dell’impedimento della privatizzazione della scuola, delle università, dell’attacco alla proprietà della casa e soprattutto del servizio pubblico Rai.

Attaccare il governo Monti è un esercizio facile, quanto sterile. Il professore fa quello che può; ha ereditato una bancarotta. L’eterno vero pericolo sono loro: la caricatura della sinistra democratica (il nome della ditta cambia a seconda delle convenienze). 

La strategia è sempre la stessa, dopo la sconfitta del modello collettivista, accettare a parole il libero mercato e nei fatti proteggere ed allargare la presenza dello stato nell’economia. 

Chi vuole privatizzare è un nemico del popolo, un bieco speculatore.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:30