Il racconto dell'addio al Migliore

Liberarsi del togliattismo, variante italiana dello stalinismo: a maggior ragione oggi, col 2013 ( e le elezioni politiche ) ormai vicino. Questo il messaggio che alla sinistra italiana lancia il saggio di Giuseppe Averardi, già parlamentare e direttore della rivista riformista "Ragionamenti", "Togliatti addio" (Roma, Data News, 2012, pp. 325, €. 20,00). Nella sinistra italiana, infatti, lo stalinismo come mentalità di fondo torna periodicamente a riaffiorare (dall'ostilità preconcetta di alcuni suoi settori all'iniziativa privata alla tendenza a demonizzare gli avversari politici, dipinti come nemici da eliminare).

La "doppiezza" di Togliatti come segretario comunista non fu tanto nella coesistenza, nel PCI, di un'anima democratica e legalitaria e di un'altra violenta e rivoluzionaria (difetto che non fu mai del solo PCI): quanto nella sua doppia entità di partito nazionale e creatura d'un movimento comunista internazionale guidato dall' URSS, mero strumento, a volte, della politica sovietica. L'autore, vagliando documenti e testimonianze d'ogni tipo, ricostruisce prima il ruolo del "Migliore" negli "anni di ferro" staliniani. Poi, la lunga ostilità di Togliatti alla destalinizzazione di Kruscev: espressa nell'ambigua intervista rilasciata, l'estate del 1956, alla rivista "Nuovi Argomenti", e culminata nelle pressioni fatte, in ottobre, sulla dirigenza sovietica per reprimere la rivoluzione ungherese. Infine, il ruolo svolto dal segretario del Pci, col celebre "Memoriale di Yalta" dell'estate '64, contenente forti critiche a Kruscev, nella congiura di palazzo che, nell'ottobre successivo, avrebbe portato alla sua sostituzione con Breznev, e a quei nuovi vent'anni di stagnazione che solo Gorbacev, dal 1985 al 1990, avrebbe tentato di rimuovere.

E proprio al più stretto collaboratore di Gorbacev, Aleksandr Jakovlev, poi presidente, dal 1992, della Commissione per la Riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche (scomparso nel 2005), Averardi ripubblica, nel libro, una clamorosa intervista rilasciata, nel 2002, a "Ragionamenti".

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:34