Un blitz rovina gli Internazionali

«Da Verona in motorin per vedere il tuo top spin». Lo striscione dei tifosi veneti del campione spagnolo chiude in allegria anche le riprese di Sky sport due. E così, dopo 140 minuti serrati di tennis ad alto livello, la sessantanovesima edizione degli Internazionale d'Italia, da tempo sponsorizzati da Bnl Paribas, ha calato il sipario. Finale di alto livello si è detto, ma forse non troppo, se si considera la prestazione di Nole. Alla fine di un lunedì iniziato con la pioggia e finito con il trionfo di Rafa Nadal su di lui per la seconda finale su terra su due della stagione 2012 (l'altra era a Montecarlo) anche gli internazionali d'Italia vincono comunque la propria sfida commerciale dopo il rinvio tecnico che domenica pomeriggio aveva impedito lo svolgimento regolare della finale. L'unica nota stonata nella edizione forse più bella degli ultimi dieci anni, con un italiano, Andreas Seppi, nei quarti dopo 20 anni dall'exploit di Andrea Gaudenzi, che a sua volta interruppe un digiuno ventennale che durava dall'era di Adriano Panatta, è stata nei soliti controlli anti evasione di pura valenza mediatica svolti dalla guardia di finanza dentro e fuori il recinto tennistico. Anche chi scrive è stato scambiato per bagarino da due finanzieri in borghese che gli hanno anche messo le mani addosso  e strappato via il biglietto comprato per suo fratello e sua cognata prima di porgere tante scuse per la "svista".

Nadal, che nel 2011 aveva perso da Djokovic sette finali su sette, era lunedi  proprio al settimo cielo: «Vincere per la sesta volta qui, in un torneo storico, è stato incredibile. E' una vittoria che considero molto importante per me. Era giusto restare un giorno più per poter giocare al Foro Italico, dopo il rinvio di domenica. La decisione presa dall'Atp ieri era giusta: non c'erano le condizioni per giocare. E poi oggi ci sono stati molti più spettatori di quelli che sarebbero rimasti ieri dopo la pioggia».

Per la cronaca risalgono al  2005, al 2006, al 2007, al 2009 e al 2010 le vittorie precedenti. Nel 2008 e nel 2011 ha vinto Djokovic. E questo già spiega molto anche se non tutto. Nole da quando ha smesso, dopo le polemiche e le smentite, di fare le sedute di camera ipobarica, che in pratica riproducono legalmente gli effetti che l'Epo fa in maniera considerata doping, ossia l'ispessimento dei globuli rossi, non sembra capace delle prestazioni dell'anno passato.

Rafa invece, anche lui sfiorato in passato da sospetti su eventuali aiutini proibiti, è raggiante per il secondo posto in classifica Atp ripreso a Federer dopo pochi giorni dalla finale giocata sulle terra azzurra di Madrid sponsorizzata da Ion Tiriac:  «Aggiungerò il trofeo nella mia stanza questo  nuovo successo mi dà fiducia per il prosieguo della stagione». 

Stagione che, oltre oggi a Roma, l'ha già visto trionfare sulla terra a Barcellona e a Montecarlo, ma non a Madrid. «Come ho già più volte ripetuto - continua il neo campione - Madrid per me non era terra battuta. Sento di essere nella forma giusta, mi sento concentrato e aggressivo. Lo sono stato anche oggi». 

Gli italiani però hanno motivo di gioire per il doppio exploit di Andreas Seppi che in due giorni, mercoledì e giovedì scorsi, ha battuto prima l'americano John Isner, numero nove del mondo, poi lo svizzero connazionale di Roger Federer di chiare origini polacche, Stanislas Wawrinka, numero quindici. Due Golia abbattuti da un solo Davide. Molto volenteroso e grintoso, vero esempio per tanti tennisti nostrani più talentuosi di lui ma magari un po' troppo figli di papà. Come Fabio Fognini, tanto per non fare nomi, uscito al secondo turno contro un Marcel Granollers che di certo non era un ostacolo invalicabile.

Ecco, nell'anno degli internazionali più belli (il numero 69 ha sempre una magica valenza non solo erotica), rovinati dalla demagogia idolatrica del fisco e della finanza del governo tecnico di  Monti, ma pur sempre ben organizzati e piacevoli, gli italiani che erano «venuti da Verona in motorin»  per vedere di Nadal il top spin, hanno soprattutto potuto apprezzare la abnegazione e gli allenamenti seri di un tennista italiano con le palle, non solo da tennis, cioè Andreas Seppi. Questo ragazzo di 28 anni, ormai fuori quota nel circuito dove si vince Wimbledon a 20 anni per la prima volta se non a diciassette, ha dimostrato come con il lavoro si può arrivare a grandissimi traguardi. La partita cui ho assistito, e che mi ha impressionato di più, è stata quella con John Isner, due metri e  dodici di talento tennistico americano, una prima palla sempre in campo a duecentoventi chilometri orari, già passato alle cronache per il match più lungo della storia di Wimbledon giocato contro il francese Nicholas Mahut e finito al quinto set con lo stratosferico punteggio di 70 a 68 (durata 11 ore e cinque minuti, data 24 giugno 2010, secondo turno di Wimbledon, ndr). Ebbene Seppi, triturato sei a due nel primo set, con un turno di servizio letteralmente "ingiocabile" di Isner, nel secondo set è riuscito a tessere quella tela per cui, senza perdere mai il servizio lo ha portato al tie break, poi da lui vinto. E nel terzo stesso copione fino al cinque pari quando un Isner ormai sfiduciato ha perduto il servizio grazie alle risposte anticipate di Seppi che ormai aveva trovato il ritmo per rispondere ancora più veloce alla sua prima palla. Ecco a tennis si vince anche così, con il cervello, la costanza e la concentrazione, anche se non si ha lo stile di Nastase o il talento di Mc Enroe. Prenda appunti, si diceva, anche il bravissimo Fabio Fognini, un ragazzo talmente dotato che ormai deve vincere la propria partita solo contro se stesso: il suo essere un po' sbruffone in campo con un atteggiamento di sufficienza tipico dei figli di papà che hanno avuto tutto e subito nella vita. 

Se Fognini continuerà la propria strada tennistica senza l'umiltà che serve la sua classifica si fermerà al numero 40 che attualmente occupa. Se invece seguirà l'esempio del più anziano Seppi, Fognini può anche arrivare tra i primi dieci. Ma occorrono le palle. Quelle non da tennis.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:20