Arriva il Grande Freddo alla parigina

Questo "Les petit mouchoirs", tanto valeva chiamarlo "Il grande freddo alla parigina". Ma "Piccole bugie tra amici"? Ciò premesso, va detto che il film è bello e commovente e appartiene alla categoria dello spirito de "anche i ricchi piangono". Piangono quando non comunicano, quando si comportano da arroganti, come il protagonista negativo di tutta la vicenda, quando insultano gli amici che si aprono con loro confessando un'omosessualità latente, piangono ai funerali di altri amici che per tutta la pellicola incombono come la coscienza collettiva e cattiva del gruppo, piangono quando tentano di amare e non ci riescono. È lo stesso regista Guillaume Canet a introdurci nella sua creatura nelle note di regia: «Spesso illudiamo noi stessi credendo di seppellire o di mettere da parte ciò che è troppo doloroso da affrontare. È allora che sviluppiamo quella fastidiosa e controproducente abitudine di raccontare "innocenti bugie"».

Il fatto doloroso qui è l'incidente del sabato sera di Ludo, l'amico più fragile di questa comitiva di figli di papà che tutte le estati va in vacanza ospite di Max, un uomo generoso ma anche esibizionista e arrogante, sempre pronto ad aprire il portafoglio per porre rimedio alle sue continue gaffe. Max è Francois Cluzet, che recita insieme a una formidabile nouvelle vague di attori francesi. Non c'è un vero protagonista ma tutte figure comprimarie, anche se la vicenda ruota intorno alla personalità di Max, un imprenditore ricchissimo che ogni estate ospita a proprie spese tutta la combriccola di vitelloni. Ludo, che si vede solo in poche scene del film benchè il suo fantasma da vivo e da morto incomba su tutta la storia, è un giovane e sensibile cocainomane che all'uscita da una festa si va a sfracellare contro un camion e rimane in rianimazione due settimane, prima di morire e riunirli nell'ultimo tragico saluto auto assolutorio per le rispettive coscienze. L'egoismo di tutti i personaggi fa agio sul sentimento. Nessuno vuole rinunciare a niente. Sono tutti belli, sono tutti ricchi e coltivano tutti glis tessi hobby, fanno le vacanze insieme e quando accade la disgrazia a Ludo preferiscono rimuoverla. Nessuno pensa di restare in ospedale con lui. Piuttosto riducono i giorni di vacanza e per tutti sembra un accettabile compromesso. Ovviamente nelle loro serate estive, tra un litigio e una gaffe, parleranno tanto di lui rimpiangendolo da vivo ancor prima che da morto. Inutile per il regista negare che le tematiche di "The big chill" di Lawrence Kasdan abbiano influenzato questo racconto vissuto in salsa di vitelloni parigini. Tanto non ci crede nessuno.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:34