Anche il film “Mary Poppins” è politicamente scorretto

Il mondo al contrario verrebbe da pensare. E lasciamo perdere il libro del generale Roberto Vannacci. Che qualcosa vada storto è chiaro ed evidente. Basta pensare all’aria che tira in Gran Bretagna. Più precisamente, viene indicato che il film Mary Poppins (diretto nel 1964 da Roberto Stevenson) è da bollino rosso. Già, Mary Poppins, la “supertata” interpretata da Julie Andrews che canta “Supercalifragilistichespiralidoso” non è una pellicola per tutti. Proprio così. E per mandare giù questa pillola amara non basta un poco di zucchero. In pratica, la classificazione della pellicola passa da “film per tutti” a “film per minori di 12 anni ma solo se accompagnanti da una persona adulta”. A inasprire la classificazione per età ci ha pensato il British Board of Film Classification (Bbfc).

E quale sarebbe il motivo? Udite, udite: la parola “ottentotti”. Il termine, riporta l’enciclopedia Treccani, si lega ai coloni olandesi che nel secolo XVII si insediarono per primi intorno al Capo di Buona Speranza e che diedero questo nomignolo – pare significasse balbettante – “alle tribù incontrate sul luogo, a causa dei suoni avulsivi (clicks) usati nel loro linguaggio”. Ottentotti, che, in Mary Poppins, viene utilizzato per riferirsi agli spazzacamini che hanno il volto sporco di fuliggine. Insomma, un linguaggio non accettabile secondo qualcuno. “Recentemente, il film ci è stato ripresentato nel febbraio 2024 per un’altra riedizione nelle sale, e lo abbiamo riclassificato Pg (Parental guidance) per il linguaggio discriminatorio – spiega un portavoce del Bbfc – sebbene Mary Poppins abbia un contesto storico, l’uso di un linguaggio discriminatorio non è condannato e, in definitiva, supera le nostre linee guida per il linguaggio accettabile in U (Universal). Abbiamo quindi classificato il film Pg per il linguaggio discriminatorio”. Verrebbe da ridere per non piangere.

Aggiornato il 28 febbraio 2024 alle ore 16:48