Educazione metafisica

Wellness vuol dire benessere, ma ogni profano che si è recentemente avventurato nell’enorme, chiassosa fiera di Rimini dedicata alla forma fisica ha avuto qualche perplessità riguardo all’ipotesi di massacrarsi con macchine, elastici, arrampicate su muri di bitorzoli colorati. E poi reti, palle, palloni, salti, danze ritmiche inarrestabili finché non salta la corrente. L’idea, poi, che all’interno di una fiera ci siano docce e spogliatoi per chi non vuole perdersi nulla e provare qualsiasi esercizio, fa capire che non si tratta solo di una mostra. E il fatto che sulla Riviera non si trovino posti-letto dimostra che gli adepti sono molti più di quanto si potrebbe immaginare.

Non abbiamo mezze misure: o crediamo a quelli che promettono di dimagrire con pancera e beverone, oppure controlliamo noi stessi, minuto per minuto, misurando forza, muscolatura (che non sono necessariamente imparentati) e poi scatto, tempi di reazione e tanto altro. Questa Italia disunita su tutto trova però centri di aggregazione, spesso entusiastica, in questi assordanti padiglioni: la gente si avvicina, inizia esercizi mai visti, si raccoglie a grupponi inarrestabili e variopinti, cerca di mitigare la percentuale di goffaggine. E poi trova chi fa da maestrino, ma anche qualcuno che dà una mano e introduce in un nuovo magico-mondo, piccolo ma esplosivo. Tutti insieme, a ritmo, per poi scambiarsi mail, WhatsApp, far nascere amicizie, qualche volta amori. Chi pensa che l’allenamento personale sia la corsetta intorno all’isolato con scarpette e mutandoni forse non sa che cos’è Dance workout total body, e nemmeno che Italian Showdown è la più grande manifestazione dedicata ai crossfitter. E che il nuovo allenamento a corpo libero si chiama Fluid. Ci sono poi, fra l’altro, le Bio-discipline e l’Antigravity fitness, spettacolare, ma toglietevi dalla testa che vi mandi in orbita. Infinite novità: molte avranno un futuro, altre rimarranno nella nicchia. Tutto è diventato business, anche se nulla impedisce di continuare a muoversi come si faceva quando lo sport parlava italiano ed era di poche parole.

Si guarda, si parla, si discute, si acquista. Ma poi arriva Francesca Cesarini e ci incanta con la para pole dance. La pole dance è una disciplina spettacolare, molto acrobatica, i cui campionati iniziarono un quarto di secolo fa negli Stati Uniti. Per la sua sensualità è anche molto in voga nei locali notturni. Le Paralimpiadi sono competizioni ricchissime di significati, di progresso e fatalmente povere di spettatori. Ma Francesca, quindici anni, quando ne aveva undici chiese alla mamma un palo perché voleva provare la pole dance, del tutto incurante di essere nata senza mani e con una gamba sola. Il fatto che sia ora campionessa mondiale di questa specialità è solo un dettaglio. Ed è persino secondaria la tecnica che ha imparato per ovviare al suo problema fisico.

È impossibile, invece, descrivere come Francesca abbia addirittura trasformato la pole dance in un’armonia di movimenti che non lasciano minimamente trasparire la titanica forza di volontà con cui è arrivata a queste performance. Questa ragazzina è una sorta di essere soprannaturale che non ha scelto di misurarsi con il resto del mondo: ha creato universi inesplorati, impartendo in scioltezza al proprio corpo comandi inediti, avulsi da anatomia e persino da leggi fisiche. È per questo che, quando vola come un angelo della pertica, non c’è niente da capire, se non che lei è figlia dell’aria.

Aggiornato il 09 giugno 2022 alle ore 10:14