Roma: il degrado è certificato dal “Sole 24 Ore”

Nella classifica sulla qualità della vita nelle province italiane redatta dal Sole 24 Ore in un anno la Capitale perde 14 posizioni (dalla diciottesima alla trentaduesima). Il quadro è desolante e l’emergenza Covid-19 ha peggiorato la situazione.

Molto alto è il tasso relativo alla chiusura delle imprese (5°) e basta fare una passeggiata nel cuore di Roma, nelle vie che hanno reso grande la Capitale e l’Italia nel mondo, per rendersi conto che siamo davanti ad un collasso della maggior parte del tessuto commerciale e produttivo romano, nel silenzio tombale del Campidoglio. Una forbice macroscopica si segnala nell’ambito dell’indice “demografia e società”, dove Roma in un solo anno scivola dalla 17ª alla 59ª posizione. La Capitale è ottava per tasso di mortalità (media di 5.26 per 10mila abitanti), 48ª per casi di Covid-19, 28ª per consumo di farmaci per la depressione, 20ª per indice di vecchiaia. Roma è diventata una città che non investe sui giovani e sulle donne ed infatti è agli ultimi posti per l’imprenditoria giovanile (65°) e per l’imprenditoria femminile (87°). Un dato che sembra togliere speranza per il futuro è quello dei giovani che non studiano e non lavorano (54°).

La nostra Capitale si posiziona agli ultimi posti per l’ecosistema urbano (92°posto) e per l’indice di rischio climatico (107° posto) oltre che per la scarsa capacità di attrarre risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico e il risanamento ambientale (77ª per l’accesso a Fondi europei 2014-2020). Notevole lo scarto peggiorativo anche alla voce “cultura” (dal 7° al 28° posto). Tra i molteplici elementi presi in considerazione altre performance negative si registrano negli eventi sportivi (94° posto), nell’impatto del Covid sulla sportività (88° posto), nell’indice di lettura dei quotidiani (63° posto) e per le biblioteche (50°) nonché per l’accesso ai Fondi europei relativi all’Agenda digitale (86ª per l’accesso a Fondi europei 2014-2020). La classifica segna un punto in meno (dal 7° all’8°) anche nel settore “affari e lavoro” che ritrae un’immagine di una città agli ultimi posti per innovazione: è 66ª per le startup innovative, 87ª per la quota di export sul Pil, 55ª per il tasso di occupazione. Resta basso l’indice “giustizia e sicurezza” (dal 105° al 101° posto) e quello per la partecipazione elettorale (77° posto).

Dobbiamo ripartire proprio da quest’ultimo dato: aumentare la partecipazione popolare al dibattito cittadino ed alle competizioni elettorali. Stavolta abbiamo veramente la possibilità di far cambiare le cose, invertire l’attuale direzione, abbandonando la rotta verso il baratro. Per far ciò ci dobbiamo impegnare senza sosta nella prossima campagna elettorale per espungere dalla vita politica della città quelli che hanno reso possibile un tale abisso. Davanti ad una politica pseudo-moralista ma in realtà affaristica, incompetente e lontana dai bisogni dei cittadini, si deve scendere in campo e lottare per far ritornare Roma Caput Mundi. Roma se lo merita. I romani per bene se lo meritano. I nostri figli se lo meritano.

Aggiornato il 16 dicembre 2020 alle ore 12:19