Briatore striglia la maggioranza sui decessi dei nonni

Condivido con Flavio Briatore la difesa degli anziani, vittime facili del Coronavirus. Ieri l’imprenditore ad Italia sera, lo speciale di Rete 4 condotto da Barbara Palombelli, ha espresso la sua ferma indignazione contro il cinismo con cui sono derubricati i decessi degli anziani, che non superano le complicanze del Covid-19. Abbiamo visto in tivù la processione di camion dell’esercito portare via da una Bergamo buia centinaia di bare, perché a Bergamo chiese, cimiteri e camere mortuarie sono colme. Dentro quelle bare, secondo le statistiche, ci sono per lo più anziani con pregresse patologie. E c’è anche chi sostiene che in fondo di Covid-19 saranno morti tre individui, tutti gli altri erano già compromessi.

Modo aberrante di camuffare i dati e sarebbe nazismo se si affermasse che si salvano i più giovani, i “sani perfetti” coi bambini. Sono sicuramente più forti i ragazzi e la mezza età. Abbiamo visto tutti come Nicola Porro positivo, ma anche giornalista coriaceo e sportivo, ha superato in cinque giorni la brutta influenza. Ma è anche vero che l’età dei ricoverati nelle terapie intensive sta scendendo e ci sono parecchi necrologi di cinquantenni, quarantenni, mentre in Campania una poliziotta di 43 anni è deceduta in modo fulminante dopo pochi giorni dal contagio. E non mancano, ahimè, i giovanissimi colpiti da bruttissime polmoniti. I dati reali sono nebulosi.

Ovvio che il virus è letale in primis su chi ha precedenti e più patologie. Ma se si espanderà ancora? Se non riusciremo a contenerlo? Domande e dubbi più che legittimi. Tuttavia la protesta di Briatore prescinde dall’analisi tecnica della pandemia secondo le valutazioni puramente scientifiche. Fa bene la scienza a dire le come stanno e cioè che muoiono di più gli anziani. Ma noi siamo diventati un calcolatore, un diagramma? O siamo ancora persone. Perché se siamo persone dobbiamo dire, come ha giustamente sollevato l’imprenditore, che un anziano vale tantissimo, e non meno, perché sono la generazione che ci ha dato tutto questo che stiamo dissipando, cioè la libertà, la pace e la democrazia. E anche quel sistema economico che ci ha fatti benestanti e viziati e che dopo la guerra ha saputo ricostruire dalle ceneri di due regimi un’epoca di benessere e sviluppo.

I vecchi che finiscono nelle bare del virus sono la parte sana del Paese che se ne va, non i superflui. Questa degenerazione umana è anche degrado cristiano, è la conseguenza del falso cristianesimo e dell’aberrante mentalità che una parte politica tenta di affermare approfittando del caos e dello stop mondiale. Quella parte della società caldeggiata anche da papa Bergoglio, ma che non fa ammenda e chiede perdono, bensì avanza tentando di stabilire i suoi autoritarismi usando i divieti severissimi. Il governo Conte è uno scempio democratico, perché dovrebbe essere impensabile che un governo illegittimo decida da solo di fronte a una pandemia mondiale usando le opposizioni come scendiletto. Al punto che ci sono due Italie: una, quella istituzionale arroccata sulle poltrone e sui suoi dirigismi; e l’altra, quella dei governatori del Nord, dei sindaci e del popolo che protestano contro decreti ridicoli, misure inefficaci, materiali scadenti e il virus che aumenta. Ha ragione Giorgia Meloni a definire questo comportamento del governo “criminale” e ha ragione Briatore a sollevarsi contro la strage degli anziani.

Aggiornato il 19 marzo 2020 alle ore 12:17