Briatore striglia la maggioranza sui decessi dei nonni

giovedì 19 marzo 2020


Condivido con Flavio Briatore la difesa degli anziani, vittime facili del Coronavirus. Ieri l’imprenditore ad Italia sera, lo speciale di Rete 4 condotto da Barbara Palombelli, ha espresso la sua ferma indignazione contro il cinismo con cui sono derubricati i decessi degli anziani, che non superano le complicanze del Covid-19. Abbiamo visto in tivù la processione di camion dell’esercito portare via da una Bergamo buia centinaia di bare, perché a Bergamo chiese, cimiteri e camere mortuarie sono colme. Dentro quelle bare, secondo le statistiche, ci sono per lo più anziani con pregresse patologie. E c’è anche chi sostiene che in fondo di Covid-19 saranno morti tre individui, tutti gli altri erano già compromessi.

Modo aberrante di camuffare i dati e sarebbe nazismo se si affermasse che si salvano i più giovani, i “sani perfetti” coi bambini. Sono sicuramente più forti i ragazzi e la mezza età. Abbiamo visto tutti come Nicola Porro positivo, ma anche giornalista coriaceo e sportivo, ha superato in cinque giorni la brutta influenza. Ma è anche vero che l’età dei ricoverati nelle terapie intensive sta scendendo e ci sono parecchi necrologi di cinquantenni, quarantenni, mentre in Campania una poliziotta di 43 anni è deceduta in modo fulminante dopo pochi giorni dal contagio. E non mancano, ahimè, i giovanissimi colpiti da bruttissime polmoniti. I dati reali sono nebulosi.

Ovvio che il virus è letale in primis su chi ha precedenti e più patologie. Ma se si espanderà ancora? Se non riusciremo a contenerlo? Domande e dubbi più che legittimi. Tuttavia la protesta di Briatore prescinde dall’analisi tecnica della pandemia secondo le valutazioni puramente scientifiche. Fa bene la scienza a dire le come stanno e cioè che muoiono di più gli anziani. Ma noi siamo diventati un calcolatore, un diagramma? O siamo ancora persone. Perché se siamo persone dobbiamo dire, come ha giustamente sollevato l’imprenditore, che un anziano vale tantissimo, e non meno, perché sono la generazione che ci ha dato tutto questo che stiamo dissipando, cioè la libertà, la pace e la democrazia. E anche quel sistema economico che ci ha fatti benestanti e viziati e che dopo la guerra ha saputo ricostruire dalle ceneri di due regimi un’epoca di benessere e sviluppo.

I vecchi che finiscono nelle bare del virus sono la parte sana del Paese che se ne va, non i superflui. Questa degenerazione umana è anche degrado cristiano, è la conseguenza del falso cristianesimo e dell’aberrante mentalità che una parte politica tenta di affermare approfittando del caos e dello stop mondiale. Quella parte della società caldeggiata anche da papa Bergoglio, ma che non fa ammenda e chiede perdono, bensì avanza tentando di stabilire i suoi autoritarismi usando i divieti severissimi. Il governo Conte è uno scempio democratico, perché dovrebbe essere impensabile che un governo illegittimo decida da solo di fronte a una pandemia mondiale usando le opposizioni come scendiletto. Al punto che ci sono due Italie: una, quella istituzionale arroccata sulle poltrone e sui suoi dirigismi; e l’altra, quella dei governatori del Nord, dei sindaci e del popolo che protestano contro decreti ridicoli, misure inefficaci, materiali scadenti e il virus che aumenta. Ha ragione Giorgia Meloni a definire questo comportamento del governo “criminale” e ha ragione Briatore a sollevarsi contro la strage degli anziani.


di Donatella Papi