Tajani, ok a mandare nostre truppe se nascesse lo Stato palestinese

L’augurio è che non ci sia una escalation. Inoltre, siamo giunti al punto di un cessate il fuoco per consentire la liberazione degli ostaggi. Nel mezzo, l’incontro alla Farnesina con i rappresentanti della Lega degli Stati arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione islamica, per discutere dei recenti sviluppi della crisi mediorientale. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, offre una serie di spunti su cui ragionare. Nel corso di un forum all’Ansa, ad esempio, sottolinea: “Il nostro compito è scongiurare e tranquillizzare le nostre opinioni pubbliche: il Governo italiano è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l’invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri Paesi”. In più, sostiene: “Un attacco, quello iraniano, che va assolutamente condannato. È arrivato in risposta a un attacco di Israele contro una sede consolare a Damasco, che in sede Ue abbiamo condannato. Ora mi auguro che non ci sia una escalation. Israele, dal punto di vista militare, ha vinto: ha respinto l’offensiva ma ora dobbiamo impedire che il conflitto si allarghi sempre di più, anche perché abbiamo tensione non solo a Gaza ma anche nel Mar Rosso”.

Sempre all’Ansa, Tajani dice: “Ora è il momento del cessate il fuoco, per ottenere la liberazione degli ostaggi senza condizioni, e permettere l’accesso degli aiuti a favore dei civili di Gaza. Dobbiamo fare di tutto, perché questo dramma umanitario finisca al più presto”. E va avanti: “Il G7 ha dato un messaggio molto chiaro: ne parleremo a Capri tra ministri degli Esteri”. Senza abbandonare la linea principale. Ovvero: “Confermare un’azione politica positiva del G7, che deve essere portatore di pace, fermo restando il sostegno a Israele”. Dopodiché insiste: “È vero che l’Iran sta procedendo senza ascoltare l’Agenzia nucleare dell’Onu nel suo progetto nucleare. L’Iran ovviamente deve fare la sua parte e mi auguro che Israele sia soddisfatta della vittoria militare, perché l'attacco iraniano è fallito. Sappiamo bene però – continua – che quando ci sono attacchi e contrattacchi, azioni e reazioni militari, si rischia sempre che la situazione possa esplodere, anche per errore”. Infine, sulla situazione italiana, Tajani – ancora nel corso del forum dell’Ansa – rivela che non sussistono minacce legate al terrorismo islamico. Allo stesso tempo, commenta: “L’unico rischio che potrebbe esserci è di qualche lupo solitario per un effetto di emulazione, ma l'attività di prevenzione ha già dato risultati positivi”. In più, ricorda che “tutte le sedi sensibili dall’8 ottobre sono protette e controllate” e che “il ministro Matteo Piantedosi sta facendo un lavoro straordinario, insieme alle forze dell'ordine e dell'intelligence”.

Come detto, c’è anche l’incontro della mattinata. Un intervento quello di Tajani – segnala il Ministero degli Esteri in una nota – che ha al centro “la volontà di dialogo e stabilità nella regione mediorientale promossa dal Governo italiano, la crisi umanitaria a Gaza e, a fronte del recente attacco con droni e missili sferrato dall’Iran a Israele, la condanna di qualsiasi forma di rappresaglia e aggressione che possa sfociare in una drammatica escalation nella regione mediorientale, a detrimento degli interessi politici, economici e commerciali di tutti i Paesi coinvolti”.

Aggiornato il 16 aprile 2024 alle ore 14:03