La teoria del campo: dove non nascono i fiori

Diceva Fabrizio De André: “A Via del Campo c’è una graziosa” e ognuno intende di chi si tratti. Ma qui, nei campi pensati dal duo Schlein-Conte, c’è poco di morosa a pagamento, anche se l’unione politica è anche in questo caso davvero mercenaria. Trapassate le ideologie, ci si mette politicamente assieme non per fare famiglia, ma per darsele di santa ragione ogni giorno che ha fatto Dio, onde stabilire la supremazia tra il partito femmina e quello maschio. Il bello è che entrambi, da coppia libera, sono alla ricerca perenne di amanti con i quali fare una famiglia politica allargata e, quindi, sempre più pasticciata. Accade così che talvolta nel triangolo incappi un terzo lato giusto (come Alessandra Todde in Sardegna, il cui peso specifico valeva più della somma degli altri suoi due “amanti”), e allora la si gode tutti assieme. Ma se ci illude che al prossimo giro si ritrovi sempre il terzo partner giusto, dopo aver consumato una tantum con la Todde il matrimonio pro tempore (ritenuto valido dall’ipocrisia della legge islamica per coprire religiosamente la “sveltina”), si commette il solito errore di credere che, in fondo, resti l’unione di coppia. Invece, anche in politica, è un’eterna lotta tra maschilismo e femminismo, anche se tra di loro il terzo incomodo è sempre il matriarcato (tipo Giorgia Meloni, piccola e tosta, che tiene uniti con il suo sorriso di ferro i suoi riottosi compagni di viaggio), ovvero il patriarcato bonario e pungente dell’eterno Romano Prodi.

La sinistra affabulatoria della Schlein predica diritti, sempre più diritti: ma, chi li paga? E in cambio di quali sanzioni e doveri per coloro che ne beneficiano o li violino? Mistero. Così la segretaria dem ricorda quel pugile farlocco che, picchiato impietosamente dal suo avversario, viene rincuorato all’angolo dal suo manager che gli ripete di stare andando benissimo. Allora quello gli dice: “Oh, dai un’occhiata all’arbitro, perché qui qualcuno mi mena di brutto”. Cara Schlein, saranno gli elettori a menarla di brutto, mi creda. Anche perché bisognerebbe ricostruire le basi fondative della proposta politica. Lei e la sinistra per quale grande opera infrastrutturale vorreste essere ricordati? Sapete che i nuovi grandi porti sono strategici in questa economia mondializzata? Avete almeno un’idea decente di sviluppo di questo Paese, dopo che avete abbracciato la globalizzazione, il multiculturalismo, e l’immigrazione aperta che hanno trovato accoglienza solo nelle classi più agiate delle Ztl, facendovi perdere per strada il “Vostro Popolo”? Sapete ancora enunciare i grandi progetti di riforma, dicendo in merito da dove si prendono i soldi e a spese di chi, e rendicontarne alla fine della giostra spese e risultati, senza truccare sui conti?

Ora, visto che l’antisemitismo dilagante dei vostri studenti di sinistra, quelli che “dal fiume al mare”, l’avete creato proprio Voi, vogliamo cominciare a dire come stanno veramente le cose in Palestina? Perché anche in politica estera, poi, occorre un minimo di decenza morale. Si dice all’Ucraina “vieni a patti con il tuo aggressore perché hai perso” ma non si fa lo stesso e si ribalta il principio della “bandiera bianca” con un gruppo terrorista e aggressore come Hamas, che ha nel suo statuto la cancellazione di Israele e degli ebrei dal Medio Oriente. Il mondo dovrebbe dire ad Hamas, in cambio della fine delle ostilità: “Arrenditi e consegna ostaggi e tunnel, per costruire i quali hai speso decine di miliardi di dollari sottraendoli al benessere dei gazawi”. Eh sì, perché proprio questo è accaduto, caro Pd. Hamas è l’esatto equivalente islamico del regime putiniano. Per quindici anni ha preparato la guerra contro Israele, scavando come tante talpe parecchie centinaia di chilometri di gallerie costate una fortuna, per nascondervi decine di migliaia di missili, armi e centri di comando. Come in Russia, a Gaza è proibito il dissenso e chi non cede, o viene giustiziato per vie sommarie, o scompare per sempre. Come gli oligarchi russi, tutta la crema della classe dirigente di Hamas vive nel lusso all’estero (indovinate a spese di chi?), e i suoi leader non fanno mistero che il popolo palestinese si debba sacrificare per il buon fine della causa: la liberazione della Palestina. Il Pd dovrebbe dire senza mezze frasi che l’Hamas sunnita dei Fratelli musulmani, odiati e temuti da tutti gli Stati arabi, avrebbe voluto incendiare il Medio Oriente, invitando tutti gli arabi a partecipare alla sua guerra contro Israele, dopo aver dato per scontata, e assolutamente voluta e cercata dopo il 7 ottobre, l’invasione di Gaza e l’auspicata “overreaction” da parte dell’esercito israeliano.

Ma, un po’ perché le milizie sciite irachene, libanesi e siriane hanno la memoria lunga, e ricordano benissimo le stragi di correligionari commesse dai sunniti nelle guerre civili di Iraq e Siria, un po’ perché l’Iran ha tirato il sasso Sinwar e poi nascosto la mano (in attesa di avere la tanto agognata “bomba”), si dà il caso che a rimanere in trappola, ed “esclusivamente” per i calcoli sbagliati di Hamas, sono stati due milioni di civili palestinesi innocenti. Certo, Israele ha sbagliato di sicuro strategia, perché per prendere un terrorista ha colpito altri civili innocenti assieme a lui. Ma tutto ciò non sarebbe accaduto se Hamas avesse avuto il coraggio di affrontare il suo nemico a viso aperto, evitando di scavare un’intera rete metropolitana di tunnel sotto le abitazioni civili. Ecco, gentile segretaria: quando sarà possibile che lei, finalmente, la smetta con il suo sorrisetto ironico perenne e dica, finalmente, queste semplici verità ai suoi elettori? È, forse, chiederle troppo? Stesse domande per Giuseppe Conte, caso mai volesse rispondere. Ma che gran rumore fa (politicamente) il silenzio!

Aggiornato il 22 marzo 2024 alle ore 16:18