Il Graffio di Trisolino

Da poco è stata la Giornata internazionale delle donne, l’8 marzo. Il mio pensiero va subito alle donne generalmente più bisognose. Costrette a stare in un angolo meno importante nelle moschee, indotte a coprirsi con il burqa e a sottostare alle istruzioni esistenziali degli uomini: così le donne delle aree politicamente fondamentaliste di un certo Islam vivono le proprie giornate.

Molti casi di subordinazione della donna all’uomo, nelle case e per le strade, si possono notare anche da noi, nella civile Europa, culla dei diritti di uguaglianza di genere e matria patria delle libertà negli stili di vita. Ma quale libertà garantiamo ad una donna che nasce e cresce in una gabbia ideologica che le impone di obbedire agli uomini della casa nelle scelte di vita, di studio o di non studio, di lavoro o di non lavoro, di abbigliamento e di non integrazione con la sfera sociale delle proprie coetanee?

Le piazze dei centri sociali che si agitano per gridare il proprio anti-occidentalismo non fanno altro che piegarsi alle storture dei regimi nazislamisti ufficiali come l’Iran, o ufficiosi come i potentati geopoliticamente mafiosi di Hamas e dei suoi surrogati.

Aggiornato il 12 marzo 2024 alle ore 10:14