#Albait. Il principe William, Salvini, i tifosi del totalitarismo

Tra i mille che chiedono moderazione a quanti hanno subito un feroce attacco, con stupri sistematici a carico di ragazzi, ragazze, bambine, bambini, anziane, anziani, donne incinte, mamme si è aggiunto il principe William.

Ovviamente, siamo ben consci che nella serenità dei nostri soggiorni, dei caffè al bar, delle bollette da pagare e delle tasse che incombono, è facilmente comprensibile lo sdegno per l’esistenza di una guerra. La guerra è male. La guerra ferma anche l’economia. Eppure, Vladimir Putin una guerra insensata l’ha mossa. Anche Hamas, che usa sistematicamente tutte le risorse in arrivo da tutto il mondo per costruire armi, tunnel e comprare appartamenti lussuosi per i propri capi, ha mosso una guerra senza motivazioni immediate. E non dimentichiamo l’Iran che minaccia e porta guerra, in Siria e Israele, attraverso Hezbollah, nel Mar Rosso con gli Houthi. Senza dimenticare il dittatore più feroce e più preso in giro nel mondo per le sfumature alte predilette dal suo barbiere, vale a dire Kim Jong-un, che minaccia di colpire gli Usa e, se potesse, anche l’Europa. Ieri, per non restare indietro, persino Alexander Lukashenko, dittatore bielorusso, dichiara al mondo che ha l’atomica nel suo Paese e che a questo punto non c’è altro da fare che muovere guerra all’Europa.

A queste parole chiare e senza possibilità di fraintendimenti, aggiungiamo alcuni dati.

L’Iran promuove esecuzioni sommarie per reati morali. Hamas promuove tanto i bambini-soldato che il martirio. Il martirio prende le forme anche della violenza sessuale a carico di bambine palestinesi o di altra nazionalità obbligate a sposarsi, esattamente come accade in Afghanistan. Kim, Putin e Lukashenko ammazzano qualsiasi oppositore e, spesso, anche gli amici che non danno totali garanzie, come dimostrano la sequela di suicidi, incidenti, attentati occorsi a gerarchi e alleati dei dittatori, in aggiunta alla morte di tutti gli oppositori.

Perché fare questo breve riassunto delle malvagità di quegli Stati totalitari e guerrafondai?

Per capire che a loro dell’economia importa poco, così come importa poco della democrazia. I capi totalitari sono interessati al potere. Per loro, le democrazie sono luoghi comodi dove andare in vacanza. Però, se le democrazie dovessero diventare protettorati o ancor meglio possedimenti personali, non avrebbero alcuno scrupolo. Ci proveranno. Anzi, ci provano già. Il fatto che jihadisti, iraniani, russi e coreani sarebbero nemici naturali tra loro, poco importa. Al momento, sono tutti uniti perché il pericolo maggiore per tutti loro è la libertà che, a sua volta, produce una ricchezza che impedisce ai regimi totalitari di esercitare un controllo ferreo su ogni aspetto della vita individuale. Ne sa qualcosa la Cina, che controlla quanto più possibile la vita di ognuno, ma non può più di tanto agire, senza tenere conto degli umori degli imprenditori.

Cosa possiamo dire, con queste premesse, se ascoltiamo le preoccupate parole di William d’Inghilterra, anzi più precisamente principe del Galles?

Innanzitutto che anche la Corona britannica ha interesse di mediazione con il mondo arabo.

Si tratta sociologicamente di una transazione. La stessa transazione la realizzano i nostri connazionali quando si domandano se Alexei Navalny sia morto di raffreddore. Tra quanti si domandano davvero la causa di morte di Navalny, pare sia dovuta a un pugno sul cuore, dato da un agente, dopo averlo debilitato. Una visita veloce renderebbe evidente l’omicidio. Quindi sparisce il corpo.

Davanti a una messe enorme di dati tragici, cosa fanno le brigate di guerra asimmetrica russa? Semplicemente tirano fuori dalla ghiacciaia il mito Julian Assange. Qui non entriamo sul reato di Assange di hackerare dati segreti, per il quale è reo confesso. Assange rispetto a Navalny ha una caratteristica inconfutabile: è vivo, in attesa di processo, parla con la stampa senza difficoltà. Ma gli italici furori totalitari insistono: Navalny era nazista, dicono. Guarda caso, la stessa parola usata dai russi per giustificare l’attacco all’Ucraina, inventata di sana pianta il giorno dell’attacco. Ripetuta fino allo sfinimento. Anche Israele ora è nazista, secondo gli alleati del terrore.

L’accusa suona ancora più infame e miserabile perché mossa anche a Liliana Segre. Giustamente, la nostra senatrice ha ventilato una querela e la meschina accusatrice, che si definisce ex ambasciatrice, ha ritrattato, parlando di incomprensioni ed errori di letture giovanili. Diplomatica. Senza crema e senza zucchero. Che poi, secondo un ex ufficiale della nostra intelligence, la metà dei rapiti israeliani sarebbe sotto trattamento di stupri e torture sistematici, ancora oggi non rileva. Che Hamas non rilasci gli ostaggi e promuova altri attentati terroristici in tutto il mondo, nemmeno. Che la metà dei rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 sarebbe morta per torture, non interessa. E Navalny resta morto di raffreddore, anche secondo il partito di governo della Lega.

Il Governo italiano, anche l’opposizione, sono ben coscienti di tutti questi dati. Sanno perfettamente che siamo nel mezzo di un conflitto dichiarato dai totalitarismi contro le democrazie. Occorre unità d’intenti. Anche se sono in corso ruberie di ogni genere in questo Paese, la democrazia è un valore assoluto e irrinunciabile. Se questo è, la Lega a questo punto non può più stare al governo. Un appoggio esterno la ripulirebbe dal sospetto internazionale di essere al soldo di Putin. Il Partito democratico farebbe bene a isolare anche le quinte colonne di Putin a sinistra. Se non sbagliamo nelle analisi, attenzione anche al filone agricolo. Le proteste contro le importazioni di grano straniero sono un altro degli obiettivi di Putin per isolare l’Ucraina. La guerra asimmetrica russa e degli altri suoi sodali è totale. Non può essere combattuta se non la affrontiamo globalmente e secondo gli interessi di un Paese ricco e che presto, se non sarà determinato oggi, si troverà in prima linea a combattere una guerra vera alla quale non siamo preparati e alla quale facciamo finta di non doverci preparare. Se non saremo determinati oggi, con buona pace delle transazioni sociali di William, Salvini e dei tifosi del totalitarismo, quella guerra arriverà.

Aggiornato il 23 febbraio 2024 alle ore 09:00