Zaia: “Cpr non bastano, troppo pochi i rimpatri”

“È una tempesta perfetta. Non è colpa del governo, ma l’Ue che fa?”. Luca Zaia va dritto al punto. Affronta di petto il tema dei flussi migratori al centro del dibattito politico. Secondo il presidente della Regione Veneto, “i Centri di permanenza e rimpatrio per i migranti aiutano, ma non bastano e la situazione è preoccupante se non allarmante”. Zaia lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera. “Le attuali ondate migratorie – aggiunge – dipendono da parecchie cause, non ultima la guerra in Ucraina. Da noi, ci lamentiamo delle bollette che si impennano. In Africa, la difficoltà di non potersi pagare il cibo riduce alla fame”. “I Cpr – dice ancora – sono un anello della catena di gestione, uno strumento che completa la filiera. Ma guardo i numeri. Tutta l’Africa in Italia non ci sta. Questi flussi non ci possono essere. Non riusciamo a sostenerli. Dobbiamo aiutare chi scappa dalla morte o dalla fame. Ma quest’anno, il bilancio non può che far arrabbiare”.

Zaia cita dei dati: “Soltanto l’8 per cento avrà lo status di rifugiato. Se è vero che quest’anno gli arrivi saranno 200mila, significa che solo 16mila persone avranno il riconoscimento. Arrotondiamo, arriviamo con i diversi istituti di protezione al 30 per cento, almeno un 70 per cento dovrebbe avere come unica destinazione il rimpatrio. Significa che alla fine dell’anno avremo 140mila persone da rimpatriare”. Ma “quest’anno i rimpatri forzati sono stati 2.270. Nel 2022, 3.200. La verità è che non siamo in grado di fare rimpatri significativi”. Alla domanda su cosa dovrebbe fare l’Ue, Zaia risponde: “Cosa sta facendo Mari Juritsch? Che cosa fa la referente per i rimpatri, la return coordinator? Lo chiede un europeista convinto: l’Unione può occuparsi soltanto della carne sintetica?”.

In Veneto “abbiamo già superato i 9mila migranti ospitati e tutta la filiera dell’accoglienza viene gestita dalle Prefetture. Abbiamo costanti rapporti con i Comuni e questi vanno rispettati. I sindaci hanno il governo dei territori e sono stati eccezionali nell’affrontare questo problema. In Veneto abbiamo già 550mila persone alle quali abbiamo garantito un progetto di vita e si sono perfettamente integrati”. “L’Europa è latitante – sottolinea il governatore – rasenta il ridicolo e lo dico da europeista convinto: è inaccettabile che Francia e Austria interrompano l’accordo di Schengen. Questo non è un problema italiano, è un problema europeo e al di là delle visite che si fanno a Lampedusa vorremmo soluzioni europee”. “Se chiudessimo un accordo con la Tunisia – conclude – potremmo dire che qualche risultato lo si vede, ma lo ritengo difficile perché il loro governo e debole”.

Aggiornato il 21 settembre 2023 alle ore 19:01