Ruby come Ruberti: un sinonimo di bugie

Ci si avvicina alla campagna elettorale. E il grado di rispetto che molti dirigenti della nostra classe politica mostrano al popolo è a dir poco risibile. Ormai siamo tutti consapevoli dei pericoli macroeconomici che soccombono: dall’aumento dei tassi di interessi all’inflazione; dall’aumento del costo del debito alla stagflazione; dal rischio recessione a quello sociale. Certamente, a qualcuno potrà venire in mente improvvidamente che il problema non esiste: basterà uscire dall’euro, stampare moneta, essere amici di Vladimir Putin e risolvere tutti i problemi.

Naturalmente, la mia è una provocazione a meno che non si voglia far fallire il Paese, far implodere il sistema bancario annullando i risparmi e il tessuto imprenditoriale causando una catastrofe sociale. Sicuramente, qualcuno mi risponderebbe che sono un catastrofista, un servo del sistema, perché l’Inghilterra mostra che ciò non è accaduto ma l’Italia non è l’Inghilterra: 1) esso è un Paese che non ha mai avuto l’euro; 2) è un Paese la cui primaria industria è quella della finanza; 3) è un Paese che comunque sta attraversando un periodo di crisi economica e politica.

Rimango convinto delle imperfezioni di questa Europa che sono possibili superare con gli Stati Uniti d’Europa ma anche della necessità di utilizzare l’arte della tutela degli interessi del proprio Paese all’interno di una struttura complessa come è oggi l’attuale Ue.

Per questo diventa fondamentale la qualità della nostra classe politica. E dunque perché Ruby come Albino Ruberti: ma quale classe politica voterebbe in Parlamento la spiegazione della nipote di Hosni Mubarak calpestando le istituzioni e l’intelligenza dei cittadini? Ma quale classe politica crederebbe a una lite calcistica da quello che si è visto on-line? (parliamo del dimissionario capo gabinetto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ed ex capo gabinetto di Nicola Zingaretti). Non conosco i fatti, non ero presente e forse Ruby era la nipote di Mubarak e Ruberti inveiva contro Vladimiro De Angelis (fratello del famoso Francesco noto esponente del Partito Democratico) per motivi calcistici. Ma il trattare il popolo come suddito incapace di intendere e di volere continua a palesare nella mia mente.

Giuste le dimissioni avvenute solo dopo la diffusione del video, ma questi episodi mostrano come non sia più rinviabile una selezione della classe politica che faccia del rispetto delle istituzioni, della competenza e – perché no – dell’educazione, caratteristiche imprescindibili di qualsiasi candidato. Certamente dando oggi uno sguardo alle candidature per il Parlamento, c’è molta autoreferenzialità sia a destra che a sinistra. La stessa legge elettorale impedisce ai cittadini di scegliere il parlamentare e questo è un vulnus alla democrazia intesa come partecipazione dei cittadini. Di fatto, il 25 settembre andiamo a confermare o sconfessare i candidati decisi dai partiti, che non fanno nessun congresso dove almeno una volta gli iscritti potevano decidere i gruppi dirigenti.

Noi cittadini, dunque, oltre che a lamentarci dovremmo imparare, ognuno all’interno delle proprie convinzioni, di non scendere mai più a compromessi con la maledetta idea – che ormai ha contagiato tutti come un virus – che politica la possano fare tutti. Essa non è un gioco, è un lavoro che ha come oggetto il servizio al prossimo e la gestione dell’azienda Italia: secondo voi ci vorrà un pochino di competenza ed esperienza?

La politica senza valori e senza visione è antipolitica, cioè quella di oggi, dove prevalgono lobby interne che hanno come unico scopo la presa del potere fine a se stesso. Ecco perché Ruby e Ruberti sono l’evidente goffaggine (nel dare una spiegazione ipocrita) che manifesta disprezzo nei confronti dei cittadini da parte di una classe politica cinica ed incapace. Finché in Italia ci sarà l’ipocrisia da parte dei politici sui costi della democrazia, e dunque della politica, e un popolo di beoti, che crede che la politica non abbia costi o che un deputato debba guadagnare come un impiegato, siamo destinati al declino. Certamente la maggior responsabilità comunque è della politica, che non ha il coraggio di dire cose che possono sembrare o sono impopolari. Ma che è la realtà, ponendosi essi stessi al ricatto della magistratura.

Aggiornato il 24 agosto 2022 alle ore 13:51