Semestre bianco, rosso e verdone

Continuando la riflessione sulla legge elettorale, c’è da dire che i tempi per cominciare a parlarne sicuramente slitteranno a dopo l’elezione del presidente della Repubblica a fine gennaio 2022. Nel frattempo, da agosto, scatterà il semestre bianco, cioè quel periodo previsto dalla Carta costituzionale in cui il presidente della Repubblica, a garanzia di un ordinato trapasso di consegne, non può più sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni.

Quindi l’assetto parlamentare resterà, almeno sino ad allora, quello sortito dalle urne del 2018 con i Cinque Stelle primo partito, il Partito Democratico ammaccato ma ben zeppo di renziani, la Lega in grande spolvero, Fratelli d’Italia in abbrivio di salita, la Sinistra in piena disillusione. È vero che di sistemi elettorali oggi non se ne discute in modo ufficiale, ma alcune cose sono già chiare ed altre meno a seconda degli schieramenti.

Per il centrodestra, anche se diviso e in forte fibrillazione sia per la competizione Salvini vs Meloni, sia per la vocazione di Silvio Berlusconi per lo schieramento Ursula, è di tutta evidenza che le preferenze vadano ad un sistema maggioritario ad alta o bassa uninominalità, che garantirebbe ad esso una maggioranza solida per tutta legislatura.

Nel centrosinistra giallo-rosso c’è di tutto e di più, perché anche se la posizione dei pentastellati, comunque evolva il caos interno, è ancora fortemente ancorata ad un proporzionale con preferenza e sbarramento dosato per far fuori l’odiato Matteo Renzi, la variabile è rappresentata al solito dal Pd. Dopo il Porcellum, l’Italicum, il Rosatellum, sistemi misti combinati per tentare di trarre qualche vantaggio per i proponenti, si affermò l’idea di un ritorno al proporzionale in cui ciascuno con il proprio peso specifico concorreva alla formazione del Governo nel dopo elezioni. Con l’alternanza Nicola Zingaretti/Enrico Letta le cose cambiano ancora, perché il neo-segretario sereno nel giudicare acquisita l’alleanza con i Cinquestelle di Giuseppe Conte, spostò l’asse di nuovo verso il maggioritario, magari corretto con elementi proporzionali alla Mattarellum.

Intorbiditesi però le acque nel Movimento, nomen omen, con una ricchezza di opzioni politiche da far invidia ad un venditore ambulante, il buon Letta probabilmente sarà costretto ad una marcia indietro verso il proporzionale che non esclude, in caso di vittoria dei singoli partiti di centrodestra, la formazione di una maggioranza europea e liberal-democratica, magari con Forza Italia o con improvvisati responsabili. Dopo il semestre bianco ne avremo quindi uno rosso di confronti e scontri, di accesi dibattiti tra forze politiche e dentro le stesse, magari con qualche scossone per alcune leadership divenute nel frattempo traballanti, o sgambetti tra i soliti noti.

Potrebbe esserci, da non augurarsene, anche un semestre verdone in cui, come avvenne nella gag del cinese in coma, che mormorava nella sua lingua alcune parole prima di morire, per poi scoprire che diceva all’infermiere di togliere il piede dal tubo dell’ossigeno perché stava soffocando, i partiti antepongano agli interessi generali del Paese i propri, danneggiando l’arrivo di quei miliardi Ue che rappresentano per noi ben più che ossigeno!

 

Aggiornato il 17 maggio 2021 alle ore 12:07