La collezione autunno-inverno del Governo

Dopo l’imbroglio referendario al quale i cittadini del sì hanno abboccato ingenuamente, Governo e maggioranza si preparano ad esporre la collezione autunno-inverno, insomma l’elenco delle cose per una ripartenza sprint e, come dice Roberto Gualtieri, piena di piacevoli sorprese (sic).

Innanzitutto a proposito della presa in giro referendaria, che si è fatta digerire con la scusa del risparmio, della semplificazione e della rapidità d’approvazione delle leggi, sarà facile per tutti capire quanta bugia ci fosse al posto dell’amore per la democrazia. Nella modifica costituzionale sull’assetto parlamentare, infatti, c’è l’indicazione ordinatoria di produrre entro due mesi il ridisegno dei collegi; si tratta ovviamente di un elemento fondamentale accoppiato alla nuova legge elettorale. Ebbene, i signori del sì che ha ottenuto il 70 per cento, dispongono oggi di una maggioranza così vasta da non ammettere ragioni sul rispetto dei tempi ordinatori, insomma i due mesi per i collegi e per la legge elettorale, e visto che hanno sbandierato la riforma per semplificare e accelerare le cadenze delle camere, non dovrebbero esitare nell’approvare. In parole povere, chi si è battuto contro la lentezza del Parlamento tanto da far ratificare una riforma della carta, disponendo di una maggioranza tale da non ammettere scuse, dovrebbe dare corpo alla buona fede approvando in un batter d’occhio i collegati.

Ebbene, purtroppo vi accorgerete non solo della malafede, visto che la maggioranza del sì è a prova di bomba, ma della presa in giro perché sulla riforma dei collegi e della legge elettorale anziché 60 giorni come stabilito, ci metteranno un tempo infinito, giusto per tirare ad arrivare al semestre bianco e scavalcare il pericolo dello scioglimento anticipato. Per farla breve, predicano bene e razzolano male, altro che rapidità e semplificazione dell’iter legislativo, dietro il sì c’era solo opportunismo e sciatteria politica e costituzionale per suggestionare il bacino elettorale.

Ma se questo non bastasse nella collezione autunno-inverno che vedrete, quella che dovrebbe riportarci il sorriso, ci sarà la modifica del Codice della strada, un provvedimento di oltre 100 pagine e una infinità di commi, a proposito di semplificazione, che solo a leggerla si perde il lume della ragione. Il semaforo giallo durerà 3 secondi, le biciclette potranno andare contromano, i monopattini in autostrada, tutti e due potranno essere parcheggiare senza limitazioni, insomma sui marciapiedi, di fronte ai portoni e alle abitazioni, come se non bastassero già i motorini. Ma il catalogo della collezione che vedrete comprende anche la mancata soluzione del caso Atlantia-Autostrade, che si è aggravato; eppure era stato dato per risolto, così come quello di ArcelorMittal su Taranto, quello di Alitalia e di altri 160 tavoli di crisi che mettono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Nel book del Governo non mancherà l’ulteriore digitalizzazione dell’Inps per sveltire le pratiche giusto perché il click day è stato un successo e l’erogazione dei sussidi è stata rapida e per tutti, sic, oltre all’attivazione del cashback per l’uso del bancomat senza che sia stato fatto niente sulle commissioni perché le banche, poverine, altrimenti vanno male. Non mancherà il prolungamento dell’emergenza nazionale giusto perché il premier aveva assicurato che di altre chiusure nemmeno a parlarne e l’immancabile conferma dello smart working per consentire agli statali di stare a casa senza bisogno del solito certificato, col risultato che quello che era già lento e complicato nei rapporti con lo Stato diventerà insopportabile e inaudito. Per non parlare del fatto che nel repertorio autunno-inverno ci sarà lo Ius soli e l’abolizione del decreto Salvini per consentire di riprendere e portare a termine l’assedio per l’ingresso illecito di chiunque nel Paese con tutte le conseguenze in termini di sostituzione etnica e di aggravio di spese.

Infine, nelle ultime pagine del book ci saranno il Recovery, sul quale l’impreparazione è totale, pensate che già nelle linee guida si sono sbagliati clamorosamente dati economici e progetti, e soprattutto il Mes perché sulla questione, vista la guerra tra gli eredi di Togliatti e i seguaci del Comico, il conflitto potrebbe diventare atomico. Meglio aspettare. Ovviamente senza dimenticare che nella collezione autunno-inverno che terminerà a marzo 2021 ci sarà l’accordo per trovare il nome di un nuovo Capo dello Stato che per la maggioranza possa essere gradito, oltre alla assoluta obbedienza ai diktat della Ue che sanno di patrimoniale da studiare.

Insomma, nulla sul futuro strutturale del Paese, sugli stimoli alle imprese, sull’abolizione del reddito di cittadinanza che grida vendetta per lo spreco in assistenza, per non parlare di chi l’abbia percepito in assenza di controlli seri, nulla sulla politica economica fiscale se non quattro idiozie di carattere generale, nulla sul sud se non il solito ritornello della necessità di uno sviluppo produttivo. Anzi sbagliamo perché sul sud c’è stato il lancio del tunnel sottomarino che oltre ad essere una idiozia è solo un contentino, nulla sulla proroga degli sfratti che sta mettendo in ginocchio i proprietari, nulla sul blocco dei licenziamenti che finirà per essere un boomerang pazzesco visto che l’economia nemmeno si è accorta dei 100 miliardi bruciati in bonus e assistenza anziché sostegno alle produzioni, nulla sulla giustizia lenta e ingiusta, nulla sui pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione.

Questo è il Governo giallorosso, della salvezza, dell’Italia presa a modello, dell’esecutivo che farà la storia senonché a futura memoria, perché nei tempi lunghi come diceva Keynes saremo tutti morti, prepariamoci alla collezione di un autunno-inverno che i giallorossi trasformeranno in un inferno.

Aggiornato il 25 settembre 2020 alle ore 17:59