Più che rifare l’Italia, la distruggono

Un modo sicuro per finire di distruggere il Paese togliendoli ogni speranza, è stato di averlo dato in mano alla maggioranza più di sinistra della storia, come se il comunismo, il cattocomunismo, per non parlare del grillismo avessero dato prova del contrario. Tanto è vero che la coalizione a sostegno dell’esecutivo è tutta figlia di una sinistra pensiero che è sempre stato il contrario dello sviluppo, della crescita e della libertà economica e produttiva, dello stimolo al pluralismo delle idee e delle iniziative.

Basterebbe ripercorrere la genesi delle leggi più importanti che dagli anni Sessanta hanno iniziato a incancrenire l’albero italiano creando le condizioni per lo sfascio dei conti, della spesa, della previdenza, dell’architettura istituzionale, dell’invadenza e della permeanza statale. Insomma per decenni Dc da un lato e Pci dall’altro, un po’ come i ladri di Pisa seppure in politica, facevano finta di litigare di giorno per poi accordarsi e spartirsi di notte il futuro del Paese, e quel futuro disgraziato è né più né meno, il presente che purtroppo da anni conosciamo. Dalla giustizia alla previdenza, dal lavoro al fisco, dallo statalismo all’assistenzialismo, dai salvataggi agli arrembaggi pubblici, dalla scuola all’università all’informazione, parliamo di un sistema Paese venuto su con una matrice da socialismo reale piuttosto che democratica liberale.

Per farla breve da noi, la libertà e il pluralismo nell’economia, sono stati più apparenti che sostanziali, perché la mano dello Stato si è infilata ovunque, quella della burocrazia pure, quella del fisco uguale, per non parlare del sindacato che i cattocomunisti hanno utilizzato come longa manus di sostegno politico piuttosto che per la sostenibilità e la garanzia del lavoro.

Ecco perché a sentir parlare la maggioranza, di Alitalia, Ilva, autostrade, ingresso pubblico nelle aziende, assunzioni statali, reddito di cittadinanza allargato, limitazioni all’uso del contante che tradotto significa limitazione della libertà costituzionale all’uso della moneta, si capisce che non è cambiato niente ora per allora.

A sentire il Governo parlare di giustizia, della riforma pannicello caldo Alfonso Bonafede, come il caso “Palamara” fosse un pettegolezzo, oppure del fisco da Torquemada, dei consulenti e degli esperti infilati ovunque, della scuola, dei bonus, dei concorsi per decine di migliaia di posti fissi e così via, ci si accorge che la sinistra pensiero distruttivo è sempre quello.

Insomma ci hanno rovinati allora e vogliono rovinarci definitivamente ora, tanto è vero che dopo i provvedimenti sbagliati e ritardati di questi mesi di crisi, ci ritroviamo con 80 miliardi sprecati, col debito sul pil che sale all’infinito, col settore produttivo in ginocchio, senza una lira e appesi alla corda dell’Europa.

Eppure a sentirli parlare sembra che vivano su Marte, per via dei distanziamenti vogliono raddoppiare le aule delle scuole e gli insegnanti, vogliono accollare alle casse dello Stato tutti i fallimenti, pensano alla patrimoniale come fosse di stimolo all’economia e allo sviluppo generale, vogliono diminuire la burocrazia ingaggiando task force, comitati, commissari e così via. Parliamo di una maggioranza che vorrebbe tornare al fornitore unico di Stato, dalla telefonia all’informatica al digitale alle autostrade all’acciaio al trasporto aereo al credito bancario, che vuole nel Paese altre centinaia di migliaia di immigrati che senza lavoro finiranno per costare e creare insicurezza, una maggioranza che pensa ai monopattini piuttosto che alle infrastrutture fondamentali.

Del resto da una coalizione che strizza l’occhio a Nicolás Maduro, alla Cina, al Venezuela, mentre accusa Donald Trump di ogni nefandezza, che allarga i cordoni della spesa non per produrre ma per mantenere, che spende i soldi non per evitare la chiusura di interi settori produttivi ma per assumere chi aspetti il mensile su qualche poltrona da scaldare, che ci aspettiamo la salvezza? Rifare l’Italia?

Suvvia, ci finiranno di rovinare, tanto è vero che dopo i dpcm con i quali si è risolto poco o niente siamo disperati e senza una lira in attesa dei soldi della Ue che se tardassero troppo o come è possibile e per certi versi giusto, fossero di meno e condizionati, saremmo belli sottomessi e incatenati per sempre ad obbedire senza fiatare. In fondo parliamoci chiaro chi non sa fare il proprio gioco finisce solo per favorire gli altri, e questo Governo non solo non è stato in grado di elaborare un piano di riforma della spesa, dell’economia, del reperimento di risorse per il sostegno e il rilancio dei consumi, della produzione e dell’occupazione in grado di creare reddito e ricchezza nazionale, ma si è dedicato all’esatto contrario arrivando in Europa con chiacchiere e richieste urgenti di finanziamenti e basta.

Insomma c’è poco da dire, i cattocomunisti, gli eredi di Togliatti, i grillini estimatori di Maduro e della decrescita felice, con la libertà economica, la cultura liberale dello sviluppo, l’utilizzo per la crescita produttiva della spesa pubblica, non c’entrano niente, come c’entrano poco con la democrazia dell’alternanza, per questo cercano di impedire il voto e la possibilità che gli italiani scelgano un’altra maggioranza.

Aggiornato il 24 giugno 2020 alle ore 18:24