Dopo il picco nulla sarà più come prima

Dopo le improvvide campagne “abbraccia un cinese”, lanciate dal Pd e dal sindaco di Firenze Dario Nardella, dopo l’inutile falso razzismo e le minimizzazioni della macchina mediatica, dopo l’ideologica versione della paura e della psicosi di stampo reazionario con la conseguente demonizzazione degli avversari, ora il governo Conte trova enorme difficoltà a stabilire il rispetto delle norme e delle regole urgenti dei vari decreti per arginare i contagi, che crescono in modo esponenziale.

Nonostante che il leader del Pd Nicola Zingaretti sia stato colpito dal Covid-19 ed è isolato in quarantena, la gente prosegue a ruota libera a comportarsi in modo irresponsabile. Nonostante i proclami ora dei vari testimonial, come Fiorello e gli anchormen televisivi, che invitano sorridenti “a stare tutti a casa”, la massa non sta a sentire.

È cambiata la narrazione. Nessuno a sinistra vuol sentir parlare di errori, responsabilità e ammissioni, giammai, ma almeno adesso hanno preso di mira quegli irresponsabili che contro le misure di sicurezza continuano a non credere nell’emergenza e a comportarsi prendendo d’assalto treni o proseguendo la movida senza prevenzioni. È una lotta contro l’ignoranza, che produce indifferenza, cinismo e testardaggine acuta. Anche tanti stranieri mostrano una superficialità e un egoismo gravissimo, ma lo facevano da tempo ignorando i criteri civili italiani, per non parlare dei derelitti immigrati per ora scomparsi alle cronache, se non che Emma Bonino ieri si è fatta sentire in loro difesa.

Il problema è che dietro all’ideologia dei partiti ci sono le masse, che ragionano nella migliore delle ipotesi così: “La paura abbassa le difese immunitarie, il vivere e godere dell’aria aperta e del sole le innalza. Inoltre a questa storia dell’epidemia così come ci viene raccontata non darei molto credito”. Dietro agli errori di una politica fuori controllo, che pensava di instaurare un nuovo ordine mondiale in tema di diritti e comportamenti morali, oggi scopriamo che ci sono categorie di donne, uomini e giovani completamente stupidi, o istupiditi, che non sanno percepire il senso delle parole, della realtà, non discernono, non riescono a giudicare e compiono atti da svuotati mentali e ora non più utili alle urne sono un danno da disastro sanitario. È un’amara realtà.

Non è il tempo delle polemiche, ma non si può fare a meno di capire con chi abbiamo a che fare e qual è la massa che si deve controllare e indirizzare. Molti credono che questa emergenza sia un’esagerazione per quella diversa concezione della vita che si è sviluppata coi nuovi equilibri dell’etica e del privato, altri che da tempo innestano idee alternative come quella sui vaccini ora hanno idee differenti su come contrastare qualcosa in cui non credono, fioccano insomma opinioni e punti di vista al posto del rispetto da tempo abiurato delle regole. E altri ancora sono quella società fluida che rincorre solo alcol, droga e sballo e non si fa scrupolo di nulla. Il virus ha scoperchiato la pentola bollente delle dissonanze umane, culturali e sociali che hanno lacerato questo Paese.

Come si gestisce tutto questo? Le critiche al governo di stampo elettorale sono ora un inutile esercizio. Di fatti Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno dismesso questa linea, ma resta l’inadeguatezza, l’incapacità e la non percezione della credibilità e del rispetto necessari. Sarà duro piegare questa sinistra, che ha tagliato e ingolfato la sanità e i servizi a favore di ogni disgraziato immigrato raccattato inutilmente accusando chi ha cercato di fermarli. Ancora fino a poco tempo fa dicevano che non si poteva cedere all’emergenza per non cedere ai sovranisti.

Mi chiedo se di fronte a questo stato di fatto non sia opportuna una task force composta da maggioranza e opposizione esclusivamente finalizzata alla gestione dell’emergenza e se non sia indispensabile l’impiego dell’esercito per garantire sicurezza e stabilità. Temo che uno squilibrio unilaterale sia pericoloso e l’idea ora messa in giro dalla sinistra di un direttore-dittatore con facoltà di parlare è inaccettabile. Certo è che passato il picco del virus, speriamo presto, nulla sarà più come prima.

Aggiornato il 09 marzo 2020 alle ore 14:43