Giocano a bluff con la giustizia

Sulla prescrizione stiamo assistendo al peggior teatrino politico della storia più recente e forse nemmeno, perché da tangentopoli in poi il parlamento, legge dopo legge, ha deciso di subordinarsi alla magistratura. Qui non si tratta solo della scriteriatezza con la quale nel 1993 le camere modificarono l’articolo 68 sull’autorizzazione a procedere, ma si tratta di uno scivolamento verso il basso dell’organo rappresentativo per eccellenza della volontà popolare sovrana.

Tanto è vero che da allora ad ora non solo il conflitto tra politica e giustizia si è acuito ma ha creato una sorta di corto circuito perenne tra poteri tale da condizionare la vita dei governi, delle maggioranze e degli equilibri per via delle cosiddette interferenze giudiziarie. Ecco perché da quasi 30 anni si parla e riparla di riforma del titolo IV senza che se ne venga a capo in modo risolutivo, da allora ad ora solo modifiche parziali, spesso rabberciate, deliberate più per suggestione che per convinzione di migliorare ed aggiornare il tema della carta.

Ebbene la legge Bonafede si inserisce a pieno titolo in questo filone perché non solo è entrata in vigore senza che le regole sul processo penale e sulla sua durata fossero riviste, ma perché interviene su alcuni principi elementari del diritto a partire da quello alla difesa. Motivo per cui in questi giorni abbiamo assistito a proteste e dubbi, sia da parte degli avvocati, che di costituzionalisti e perfino di autorevoli toghe, insomma un putiferio intorno all’ennesima legge emanata per suggestione elettorale piuttosto che il bene della giustizia.

Sia chiaro la colpa di questo sbaglio clamoroso è da addebitarsi al precedente governo che seppure guidato dallo stesso premier era sostenuto da una maggioranza gialloverde anziché giallorossa, allora infatti, la Lega commise l’errore di accettare la proposta Bonafede sulla prescrizione. E già qui non si capisce la ragione per la quale da parte di Renzi ma anche del Pd la nascita di questo governo non sia stata subordinata alla cancellazione dell’”obbrobrio” giuridico intorno al quale solo oggi si scatena un duello a colpi di bluff politici incrociati.

Da una parte Bonafede e i grillini che giurano di non mollare di un millimetro, dall’altra Renzi che minaccia fiamme fuoco senza l’abolizione, dall’altra ancora Conte e il Pd che assicurano una via d’uscita compromissoria pur di evitare l’eventualità di una crisi. Ed è proprio intorno a tutto ciò che si gioca l’ennesimo bluff politico sulla pelle dei cittadini, perché Bonafede sa bene che non potrà tenere il punto, Renzi altrettanto, che non avrà il coraggio di rompere, Conte ed il Pd sanno che al posto di una mediazione ci sarà al massimo uno stop.

Per farla breve, si arriverà ad una sorta di congelamento temporaneo della legge senza che nessuno abbia il coraggio di andare fino in fondo contro una norma con tratti di incostituzionalità, che peggiorerà e mortificherà sia i diritti che i procedimenti, un pataracchio pericoloso insomma. Ecco perché diciamo il gioco dei bluff, del resto il tema giustizia in mano ai movimenti forcaioli e manettari da una parte e ai giustizialisti postcomunisti dall’altra è roba da pelle d’oca, oltretutto peggiorata dalla paura che hanno di tornare al voto e andare a casa.

Quel voto che si è voluto impedire proprio con la nascita di un governo innaturale figlio della stessa ipocrisia con cui oggi si gioca al bluff e al braccio di ferro elettorale, su un tema vitale e delicato per i diritti democratici dei cittadini. Siamo alle solite, l’Italia non può essere guidata da una maggioranza che nel paese non esiste, da un’alleanza che resiste solo per paura, da partiti in liquefazione e da leader gli uni contro gli altri armati, che razza di governo sarebbe questo? Che fiducia potrebbe offrire mai?

Quale garanzia può esserci, specialmente nel mezzo di una crisi economica, di recessione, di fuga degli investimenti e il rischio di migliaia di licenziamenti, di un bilancio che peggiora e di niente che migliora? Ovviamente nessuna se non quella di un bluff insopportabile e inammissibile.

Aggiornato il 05 febbraio 2020 alle ore 09:58