Alla faccia dei salvatori del Paese

Qui non si tratta solo del “vizietto” del Premier di straparlare per apparire bravo e competente, anche perché la realtà lo smentisce sempre clamorosamente, ma del burrone nel quale sta rovinando la nazione. Insomma, non è tanto il famoso “anno bellissimo”, la promessa di non guidare una maggioranza alternativa, o l’ultima di ieri, sulla riduzione più grande delle tasse degli ultimi tempi. Sono uscite che si commentano da sole, basti pensare ai gravi casi di Taranto, dell’Alitalia, alle decine di tavoli di crisi e soprattutto al Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Questo organismo infatti, una sorta di super Authority dotata di poteri assoluti e di immunità totale, se attivata per come sembra potrebbe mettere sotto scacco l’affidabilità di una nazione legata al debito sovrano, alla solvibilità dei titoli di Stato. Roba da pelle d’oca.

Oltretutto, siccome l’Unione europea non è una confederazione di Stati obbligati ad una costituzione unica e ad una moneta tutelata da una vera Banca centrale (l’Ue non è l’America e la Bce non è la Fed), il Mes funzionerebbe da organismo privato senza la garanzia di un diritto pubblico comune. Ecco perché il tema non solo è vitale, figuriamoci se il Mes stabilisse un eccesso di debito italiano e la difficoltà a sostenerlo cosa accadrebbe sui mercati e sullo spread, ma riguarda il modo con il quale un Paese sarebbe obbligato a ristrutturare e stabilizzare l’abuso dell’esposizione sovrana. Insomma, il Mes potrebbe costringere uno Stato membro ad una politica di bilancio commissariata per rientrare nei parametri di affidabilità e sostenibilità, stabiliti dall’organismo stesso; una cessione di sovranità pressoché definitiva della finanza pubblica.

Inutile aggiungere che se così fosse, l’Italia che è tra i Paesi più indebitati nella Ue, finirebbe nelle grinfie del Mes costretta ad obbedire, privata di qualunque margine di azione in politica economica. Alla faccia della libertà e dell’autonomia nazionale. Ecco perché hanno fatto benissimo Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi a sollevare con forza la questione su cosa abbia firmato Conte nel trattato che regola il Mes, e perché prima di firmare non abbia riunito il Parlamento per esporre proposte, condizioni e richieste della Ue. Sia chiaro, è vero quel che dice il Premier sulla possibilità di veto nel voto finale, ma è altrettanto vero che cambiare le “bozze” dei trattati gradite ai Paesi forti della Ue non è facile, per questo il Parlamento avrebbe dovuto discutere prima della firma sulla bozza. Per farla breve, si tratta di una firma nella quale Conte si è impegnato, come fosse il depositario della volontà parlamentare e dunque popolare, ancora peggio se si considera che, con l’insediamento del nuovo governo dei cosiddetti salvatori, il tema sarebbe dovuto entrare nel discorso sulla fiducia.

Insomma, oltre che del nuovo umanesimo, della salvezza della democrazia, della capacità di sconfiggere la crisi, Conte e la sua maggioranza avrebbero dovuto parlare del Mes, della gravità dei suoi contorni e delle conseguenze generali. Al contrario, non solo non si è detto nulla, ma in due mesi il nuovo umanesimo si è trasformato in un oscurantismo del Paese, dall’Ilva all’Alitalia passando per la fuga degli investitori, la stagnazione industriale, il blocco infrastrutturale fino alla decrescita occupazionale, alla faccia dei salvatori competenti. Come se non bastasse, c’è una manovra di galera e tasse, provvedimenti punitivi, che in aggiunta al flop del reddito erogato a camorristi, brigatisti e delinquenti (per capire come sia stato studiato bene), preannuncia un anno che sarà devastante per l’economia. Altro che salvezza della democrazia!

Questa maggioranza deve andare a casa subito, è perniciosa incapace, disastrosa e ci porterà dritti all’inferno. Servono elezioni, serve soprattutto un nuovo Governo. A buon intenditor poche parole.

Aggiornato il 20 novembre 2019 alle ore 10:30