In Umbria il centrodestra sbriciola gli ipocriti

Alla faccia del testa a testa che ipocritamente, sia l’alleanza dei bugiardi e sia l’informazione che la spalleggia, andavano annunciando, il risultato è stato quello che vediamo, grillini, comunisti e cattocomunisti, polverizzati dagli elettori umbri del centrodestra unito.

Se fossimo in Giuseppe Conte, che con insolenza aveva definito l’Umbria una regione insignificante, perché 700mila italiani politicamente contano niente, ci metteremmo sotto il mattone della vergogna. Perché sia chiaro, il peso maggiore della sconfitta, anzi della mazzata in bocca, sta sulle spalle del Premier che in questi due mesi si è divertito a dileggiare Matteo Salvini e la coalizione di centrodestra, come se fossero pericolosi illiberali e antidemocratici. Per carità, Conte sta in buona compagnia, vista la figuraccia elettorale clamorosa dei grillini e degli altri guidati da Nicola Zingaretti e da Matteo Renzi, perché non può bastare che Italia Viva non partecipando al comizio di chiusura si ponga fuori dalla bastonatura. Questa coalizione è nata solo perché Renzi l’ha voluta, dunque c’è poco da prendere le distanze quando si è dentro le alleanze: delle due l’una: o se ne esce ammettendo lo sbaglio o si sta zitti che è veramente meglio.

Che piaccia o meno, il risultato di ieri ha confermato che ad agosto il popolo è stato scippato, si è impedito di tornare al voto nazionale solo per la paura di una catastrofe elettorale di tutta la sinistra unita coi grillini, per questo si è forzata la Costituzione contro i cittadini. Insomma, si è messo in piedi un Governo che, seppure legittimo in senso formale, non rispecchia nemmeno da lontano la volontà popolare ed elettorale, ecco perché c’è poco da accampare scuse. Del resto quando si ferisce la democrazia, si fa finta di niente sulla realtà dei numeri alla mano, c’è poco da imbrogliare non si va lontano. Salvini, Meloni e Berlusconi sono vincenti, il popolo vuole loro al governo piuttosto che spergiuri e falsi tonti.

L’Umbria sarà pure piccola ma ha confermato il trend nazionale, quello dei successi regionali precedenti e delle Europee, i grillini evaporano verso lo zero assoluto, il Pd è sempre più ridimensionato e Renzi da buon alleato è contento e canzonato. Ecco perché l’ex premier fiorentino non può giocare a nascondino, nel governo degli spergiuri ha avuto ministri e sottosegretari, altro che sparare verso Conte; Italia Viva è nell’esecutivo che ha partorito una finanziaria da polizia penitenziaria, da terrore fiscale, da Stato etico e giudiziale, punto. Se il guascone di Rignano sull’Arno avesse coraggio, fosse coerente, dopo questo risultato che vede il governo elettoralmente sbriciolato, dovrebbe aprire la crisi, avere la forza di andarsi a contare lasciando che l’Italia vada a votare; troppo comodo chiedere poltrone e sparare a zero sulla coalizione.

Col voto di ieri gli umbri come la gran parte degli italiani hanno confermato che non serve il terrorismo fiscale, che la lotta al contante crea rabbia e non risolve niente, che sterilizzare l’Iva con l’aumento della tassazione complessiva è solo un imbroglio, che la minaccia di galera è da dittatura. Questo Governo deve andare via, bisogna dire basta all’ipocrisia con la quale si continua a tenerlo in piedi contro la maggioranza degli italiani che chiaramente vogliono Salvini, Meloni e Berlusconi, dopo l’Umbria una dopo l’altra continuerà la marcia trionfale del centrodestra, chi deve intendere intenda.

Ecco perché non si gioca con la democrazia, col clic del computer sulla scrivania, con gli imbrogli di una maggioranza purché sia, con l’utilizzo dell’ipocrisia; scherzare col fuoco è una pazzia, vale per Renzi, Di Maio, Zingaretti e Conte, la facessero finita, al Paese serve altro che una pagliacciata.

Aggiornato il 28 ottobre 2019 alle ore 11:07