Cacicchi, avidi, spioni e manettari

Che avessero solo voglia di potere lo si sapeva già, ma che fossero tanto creativi sul come succhiare sangue e libertà ai cittadini, francamente no; oltretutto litigano, al pari dei galli nel pollaio, per superarsi l’uno con l’altro. Questa è la sinistra che governa.

Sia chiaro, la tendenza dei cattocomunisti a origliare è antica, quella della Chiesa poi non ne parliamo, in fondo a pensarci bene la “confessione” in senso laico consente di sapere tutto degli altri, nel linguaggio moderno equivarrebbe ad una operazione di “intelligence sociale”. Del resto nei soviet era la prassi spiare i cittadini per poterli colpire meglio, basterebbe leggere “Buio a Mezzogiorno” di Arthur Koestler per farsene una idea e capire di cosa sia capace il Comunismo.

Qui non si tratta solo della specialità nel limitare la libertà individuale, ma di spingere ad un sistema di vita stabilito nel dettaglio, come pagare, mangiare, bere, viaggiare, parlare e così via. Ma se non bastasse, si aggiunga che la sinistra per condizionare il voto popolare o lo impedisce o lo suggestiona con l’attacco ipocrita dell’avversario, fascista, razzista, illiberale, evasore e furfante a prescindere.

Parliamoci chiaro, il populismo e il sovranismo più assoluto e illiberale in realtà l’hanno inventato loro, basterebbe pensare a Torquemada e Vysinskij, per comprendere la storia dei controlli, dello spionaggio, dell’obbligo per tutti di uniformarsi per paura.

Ecco perché viene la pelle d’oca a sentire la maggioranza parlare di manette, controlli a tappeto sulla spesa privata, eliminazione del voto agli anziani, sostituzione del Parlamento col clic su Rousseau, persecuzione dell’uso del contante, blocco della prescrizione nei processi. Alla faccia della democrazia, qui si rischia di andare verso lo stato etico, assolutista, giustizialista, verso l’eliminazione della libera scelta, verso un leviatano dove è vietato e colpito quasi tutto, l’opposto dello stato liberale e garantista.

Per non parlare che in tema fiscale l’Esecutivo, per un verso usa la mannaia sui cittadini che non pagano lo Stato, per l’altro tace colpevolmente, sull’amministrazione pubblica che non paga i fornitori, costringendoli a fallire oppure a non pagare per sopravvivenza. È noto infatti che i debiti statali verso i prestatori di servizi ammontino a decine di miliardi di euro, che se fossero saldati costituirebbero il primo impulso alla crescita, agli investimenti e ai consumi nel Paese. Elementare, non vi pare?

Insomma, questo Governo pretende la lealtà dei contribuenti negli impegni col fisco, e qui ci siamo e giustamente, ma se ne frega di fare altrettanto, alla faccia del patto di lealtà reciproca che dovrebbe esistere in democrazia. Tanto è vero che nella Finanziaria si parla di tasse e di quello che i cittadini devono fare e dare al Paese, ma niente sul contrario, di quello che dovrebbe fare lo Stato per la gente, a partire dal rispetto del dettato costituzionale sul lavoro, sulla sovranità, sui diritti collettivi, sul garantismo. Per questa maggioranza infatti, la più parte degli italiani è colpevole ex ante, il microimprenditore, l’artigiano, il negoziante, il professionista è un evasore e basta, ci si concentra su questi anziché sui grandi gruppi che solo con l’elusione vivono di rendita.

Ecco perché puntano il contante usato dalla gente, restringono le compensazioni, aumentano le complicazioni e le tasse sui beni popolari, dallo zucchero alla plastica inevitabile, alla casa.

Colpiscono le persone ma aiutano le banche, perché spingendo all’uso della moneta elettronica garantiranno un fiume aggiuntivo di entrate, ma peggio, favoriranno i licenziamenti, visto che alla fine gli sportelli non serviranno più. Siamo stufi, furibondi, non se ne può più.

Aggiornato il 22 ottobre 2019 alle ore 11:48