Ricotti tenta la conferma in Sogin mentre l’Ue ci multa per scorie e liquami

Da anni si mormora che, gli unici treni puntuali siano quelli carichi di rifiuti radioattivi che, ironia della sorte, sono costretti a viaggiare senza pace né sosta. Questo perché nessuno s’è mai voluto prendere la responsabilità politica d’individuare il sito di stoccaggio.

La Sogin è una società pubblica, al 100 per cento del ministero dell’Economia ma sotto l’indirizzo strategico del ministero dello Sviluppo economico. Si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari, e della lucrosa gestione dei rifiuti radioattivi. In queste ore è in atto una vero e proprio braccio di ferro sulle sue nomine: da una parte Lega e Movimento Cinque Stelle, e dall’altra qualcuno del Mef (che forse agisce in buona fede). Il braccio di ferro fa sempre leva sulla “manina” (quella storica, che evoca continuamente Luigi Di Maio). La “manina” è agganciata a vecchie tradizioni, quindi spera nell’aiutino di qualche “uomo ponte” del Mef, per consentire un ribaltamento dei nomi in lizza per il nuovo Cda. Una corsa disperata (pardon un braccio di ferro) per la temuta assemblea. Oggetto del contendere: il rinnovo dei vertici della Sogin, indetto per le ore 15 del giorno 7 agosto. Rammentiamo la nostra tesi giornalistica (aspettiamo d’essere smentiti dai fatti): l’assemblea verrà rinviata con la scusa che è “troppo sotto Ferragosto”.

La domanda nasce spontanea: ma quando è stata convocata hanno consultato il calendario o semplicemente lanciato la data a caso? Ricordiamo che si tratta solo d’un ostruzionismo aziendale interno. Di qualcuno contro le scelte del Governo, per provare entro questa data a spiazzare l’accordo raggiunto tra i partiti della maggioranza (Lega e Cinque Stelle). Prendendosi così gioco dell’esecutivo. Quindi un gioco per tentare la riconferma dell’attuale presidente della Sogin (Marco Enrico Ricotti) e puntare su Giuseppe Zollino come amministratore delegato, facendo così mutare la rosa dei consiglieri designati per il Cda. Merita menzione quanto scritto il 18 marzo 2015 da Dagospia: nell’occhiello si leggeva “Fallimenti atomici. Il Governo si prepara a commissariare Sogin, la società che si occupa dello smaltimento del nucleare. Pesano i gravi ritardi e la guerra tra il presidente Zollino e l’Ad Casale”.

I problemi in Sogin sono iniziati dal secondo giorno in cui si sono insediati (scelti dal governo Enrico Letta) il presidente Giuseppe Zollino (professore esperto di energia) e l’amministratore delegato Riccardo Casale (manager con esperienze in varie municipalizzate). Il tentativo in corso in queste ore consisterebbe nel far digerire a Cinque Stelle e Lega (sempre per mano della “manina” sul Mef) le nomine di provenienza Enrico Letta (centrosinistra): secondo Dagospia sin dal 2015 non sarebbe proprio la panacea per curare il male.


Tra letame e nucleare: tra Sogin e inosservanze varie


Sempre in tema di “end of waste”, la Commissione Ambiente alla Camera ha deliberato l’indagine conoscitiva sul tema. Tra gli obiettivi: “conoscere gli stati di avanzamento delle attività istruttorie legate ai prossimi annunciati decreti ministeriali sull’end of waste, ed acquisire informazioni sull’efficacia dell’attuale disciplina transitoria a consentire standard di recupero dei rifiuti adeguati a centrare gli obiettivi prefissati di sviluppo dell’economia circolare”. Rimanendo sui temi ambientali, è stata presentata nelle commissioni riunite Ambiente e Agricoltura del Senato una bozza di risoluzione sulla normativa “nitrati di origine agricola” (anche con riferimento alla situazione in Campania, oggetto della deliberazione della Giunta regionale n. 762 del 5 dicembre 2017). Relatori sono per la Commissione Ambiente Paola Nugnes (Misto, ex M5S) e per la commissione Agricoltura Giorgio Bergesio (Lega). Sono otto gli impegni contenuti nello schema di risoluzione proposto dai relatori. Tra questi, si vuole impegnare il Governo “a valutare l’opportunità, anche attraverso gli opportuni colloqui con la Commissione europea, di una revisione dell’articolo 40 del decreto ministeriale del 25 febbraio 2016”, volta a superare la fissazione di un preciso periodo temporale ai fini dell’applicazione del “divieto continuativo di almeno 60 giorni degli spandimenti degli effluenti zootecnici, tenendo conto dei cambiamenti climatici in atto che rendono più opportuna una distribuzione dei medesimi spandimenti in periodi meteorologicamente più favorevoli”, a “individuare e attuare efficaci strumenti per garantire la proporzionalità e l’adeguatezza delle misure di contenimento dell’apporto di nitrati applicate al settore agricolo”. In settimana si è molto parlato anche di nucleare, in particolare dell’attività di “decommissioning” e delle smaltimento delle scorie.


“La Francia è preoccupata che l’Italia non si riprenda i rifiuti radioattivi stoccati oltralpe entro il 2025, visti i ritardi del nostro Paese nella realizzazione del deposito nazionale”, ha detto Davide Crippa (sottosegretario allo Sviluppo economico, in audizione in commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali). Il sottosegretario ha riportato che il “combustibile esaurito prodotto durante l’esercizio delle centrali nucleari italiane è stato ormai quasi completamente inviato all’estero”. Rimangono da definire le operazioni di trasferimento della quota rimanente (inferiore all’1 per cento) con l’invio in Francia di 64 elementi di combustibile presenti nel deposito Avogadro di Saluggia (Vc) del Deposito Avogadro spa. Italia e Francia hanno sottoscritto un accordo negli anni passati per il trattamento oltralpe di 235 tonnellate di combustibile nucleare utilizzato negli impianti nucleari italiani. La consegna agli impianti francesi sarebbe dovuta avvenire tra il 1 gennaio 2007 ed il 31 dicembre 2015, ha ricordato il sottosegretario. Lo stesso Crippa ha poi sottolineando che “tenendo conto dei tempi necessari all’eventuale nuova validazione della Cnapi da parte dell’Isin e di quelli previsti per il rilascio del nulla osta da parte del Mise e del Mattm, si prevede di concludere l’iter, a seconda che occorra o no una seconda validazione, entro la fine del corrente anno”. Cnapi che, come riportato da Maurizio Pernice (direttore dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, Isin) andrà integrata.

“Noi abbiamo proceduto alla verifica e alla validazione positiva della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per la localizzazione del deposito nazionale, tuttavia rilevando la necessità che siano integrati alcuni aspetti che attengono alla documentazione relativa a eventuali interferenze di nuovi impianti militari o dell’Enac - ha detto Pernice - A questo proposito abbiamo chiesto a Sogin di provvedere a integrare la documentazione entro tre mesi, in modo da poter dare il via definitivo alla proposta di Cnapi”, parole del direttore Pernice.

Il caso Sogin rischia di gonfiarsi, sino ad assurgere alla più pesante multa Ue comminabile all’Italia. Qualche addetto ai lavori ci ricorda che, “gli 007 francesi ci spiano e ci denunciano agli uffici Ue che poi sanzionano”: di fatto è facile multare chi fa viaggiare treni di scorie nucleari o sotterra liquami inquinanti.

Aggiornato il 06 agosto 2019 alle ore 16:57