Pd, Renzi: “Non resterò mai in partito che si accorda con M5s”

Matteo Renzi non ha dubbi. Non resterà “mai” in un Pd che faccia accordi con i cinque stelle. L’ex premier, intervistato dal quotidiano catanese La Sicilia, vuole essere chiaro. Resterà in un Pd che fa accordi con il M5s? “Mai. Può dirlo forte, scrivetelo anche in grassetto”. L’ex segretario del Pd parla anche di Davide Faraone, la cui elezione alla guida dei dem siciliani è stata revocata dalla Commissione nazionale di garanzia. Per Renzi, Faraone “è stato fatto fuori perché argine all’inciucio con i Cinquestelle. Spero che chi di dovere affronti il tema, altrimenti sarà una lenta emorragia. Poi, se vogliono tenersi la ditta, ce ne faremo una ragione”. Renzi prende le distanze anche da Dario Franceschini: “Ha sempre immaginato un percorso diverso dal mio. Se vorranno fare un accordo con chi ci dice che siamo il partito dell’elettroshock e che ruba i bambini alle famiglie, vadano loro a spiegarlo alla nostra gente. Io non ci sarò...”.

L’ex premier si mostra freddo sull’asse siciliano fra il Pd Luca Sammartino e il presidente forzista dell’Ars Gianfranco Miccichè: “Esiste un grande tema dei moderati, ma non mi piace la somma di ceti politici”, e spiega la sua certezza che “la grande tradizione cattolica democratica siciliana non può finire in un contenitore bislacco guidato da un istigatore seriale di odio come Matteo Salvini”. Il leader della Lega e Luigi Di Maio, osserva, “litigano su tutto e alla fine spesso arrivano a copiare le cose che avevamo proposto noi”, “alla fine accetteranno persino il Ponte sullo Stretto”, opera, ricorda, che “peraltro io ritengo fondamentale per la Sicilia, nonostante tutti gli insulti che ho preso quando l’ho rilanciata”.

Aggiornato il 30 luglio 2019 alle ore 13:52