Pd, Schlein ci ripensa: “No al mio nome nel simbolo”

Elly Schlein fa una clamorosa retromarcia. La segretaria del Partito democratico ha ceduto alle pressioni interne. “È stato proposto di inserire il mio nome nel logo. Si è aperta una bella discussione. Ringrazio chi ha fatto questa proposta, ma penso che il contributo lo possa dare correndo accanto a loro, in questa lista. Una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno”. Lo ha detto la leader del Pd, nel corso di una diretta Instagram, all’indomani della direzione in cui sono state presentate le liste per le Europee. “Avremo bisogno di tutto il vostro supporto perché se insieme vinceremo l’alternativa c’è già e c’è da domani. C’è tanta voglia di cambiamento e di accendere una speranza”. Schlein accoglie i dubbi espressi dai big che la sostengono, in primis Dario Franceschini. L’ex ministro della Cultura, a chi lo ha avvicinato al Nazareno, avrebbe definito “un problema” il logo con il nome della segretaria.

Chi ha difeso strenuamente l’idea di inserire il nome della leader dem nel simbolo è stato Francesco Boccia, capogruppo al Senato. D’altro canto, Schlein non ha minimamente preso in considerazione il consiglio di Romano Prodi. L’ispiratore del partito ha bocciato la scelta della segretaria di candidarsi: “Quel che sta succedendo – ha detto l’ex premier – dimostra proprio che non mi dà retta nessuno. Perché dobbiamo dare un voto a una persona che, se vince, di sicuro non va a Bruxelles? Queste sono ferite della democrazia”. Secondo fonti interne al Nazareno è possibile che Schlein decida di correre in tutte le circoscrizioni. Anche se al momento, la segretaria è candidata e nelle Isole e al Centro, dove corre, come numero due, Nicola Zingaretti, ex segretario nazionale ed ex presidente della Regione Lazio, attualmente deputato. Un fatto è certo: Schlein è stata sommersa dalle critiche in merito alla possibilità di inserire il proprio nome nel simbolo dem. I moniti sono giunti anche dalla maggioranza interna: da Andrea Orlando a Susanna Camusso e Laura Boldrini. Come scrive Repubblica, la capolista al Sud, la giornalista Lucia Annunziata, stamattina ha inviato un messaggio alla leader: “Il nome nel simbolo è la trasformazione del Pd in un partito personale proprio nel momento in ci la maggioranza ha presentato una riforma, il premierato, che distrugge l’attuale assetto costituzionale”.

Per queste ragioni, Schlein presenterà il simbolo classico, senza il suo cognome sotto il logo. Ieri, nel corso della direzione è arrivata una dura critica anche Gianni Cuperlo. “Elly, tu non sei Giorgia Meloni, Matteo Salvini, non sei Antonio Tajani, non sei Antonio Renzi, Carlo Calenda. Sei meglio di loro e vieni da una cultura diversa”, ha sottolineato l’ex candidato alla segreteria. Ieri, in direzione, dopo le tensioni, è seguita la presentazione delle liste da parte di Igor Taruffi: Pina Picierno è terza al Sud, dopo Lucia Annunziata e Antonio Decaro, ma prima di Jasmine Cristallo, animatrice della prima ora del movimento delle Sardine e vicina alla segretaria. Lello Topo, campione di preferenze in Campania, è presente, ma molto in basso. Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e presidente del partito, come annunciato, è primo nel Nord Est, e “stacca” il nome forte della segreteria Schlein, Alessandro Zan.

Aggiornato il 22 aprile 2024 alle ore 19:27