Russiagate, Conte: “Savoini era nella delegazione di Salvini”

Giuseppe Conte parla al Senato sul caso dei presunti fondi russi alla Lega. Un discorso che avrebbe dovuto tenere Matteo Salvini. Durante l’intervento del premier sul Russiagate leghista, i banchi dei cinque stelle sono semivuoti. Il messaggio è chiarissimo. Conte non li rappresenta più. Il primo ministro ha ricordato che sulla vicenda c’è un’inchiesta aperta dalla Procura di Milano dove, “come noto, Gianluca Savoini risulta tra gli indagati”.

“Ma Gianluca Savoini – ha detto Conte – non riveste e non ha rivestito alcun incarico come consulente” e alla cena del 4 luglio con il presidente Putin, era stato invitato su richiesta di Claudio D’Amico, consigliere di Salvini. Il premier conferma che “la partecipazione del signor Savoini all’evento del pomeriggio (il Forum italo-russo) ha dato luogo alla sua partecipazione automatica ai seguiti come per tutti i partecipanti del forum”.

Conte ha aggiunto che “la visita a Mosca del 17 e del 18 ottobre è stata organizzata direttamente dal ministero dell’Interno, con la partecipazione all’assemblea di Confidustria Russia, a cui ha partecipato anche Savoini. Inoltre, risulta presente in una missione ufficiale a Mosca del 15-16 luglio 2018, a seguito del vicepremier Salvini”.

“Non ho ricevuto informazioni dal ministro competente”, ha chiarito il premier nel corso della sua informativa. “Nessun membro del governo – ha aggiunto Conte – si è discostato dalla linea di adesione alla Nato.  Nessuna forza politica avrebbe potuto imprimere rapporti internazionali in forza dei rapporti intrattenuti con altre forze politiche di altri Paesi”.

Nel suo esordio, Conte aveva rivendicato il proprio ruolo di presidente del Consiglio. “Se oggi sono qui davanti a voi – aveva detto – è in ragione del mio ruolo e del fatto che nutro profondo rispetto che nutro nei confronti di quest’Aula. Non mi sono mai sottratto al confronto con voi. Da questo consesso ho ricevuto la fiducia per l’incarico di presidente del consiglio e in questo consesso tornerò ove maturassero le condizioni per la cessazione anticipata del mio incarico”.

Intanto, il Pd annuncia che presenterà “una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Salvini”. Il segretario Nicola Zingaretti firma una nota: “Conte – sostiene – non ha detto praticamente nulla anzi ha ammesso che dal ministro degli Interni non ha avuto alcun dato o informazione e il ministro Salvini continua ad offendere la Camera dei deputati rifiutandosi addirittura di rispondere all’invito e si rifiuta si dare spiegazioni. A questo punto, come avevamo discusso e deciso con i gruppi, è ovvio che la posizione reticente del ministro degli Interni rispetto a quanto è avvenuto è molto grave e incompatibile con il suo ruolo. Per questo motivo presenteremo una mozione di sfiducia contro un ministro che sta scappando dai suoi doveri”.

Aggiornato il 24 luglio 2019 alle ore 18:39