Bastona il cane che affoga

Difficile in questo momento dare un consiglio a Matteo Salvini, ora che deve decidere come rapportarsi con la propria vittoria e con la disfatta di Luigi Di Maio.

Dietro l’angolo, non passando all’incasso, c’è la certezza di invischiarsi in un Vietnam di governo. Però è in questi momenti che vengono alla mente i pensieri della “saggezza cinese”, da Confucio a Mao Tse-tung. Di quest’ultimo si ricorda una frase del libretto rosso sintomatica del proprio rapporto con i nemici dopo la loro eventuale sconfitta: “Bastona il cane che affoga”. Nella sua lucida spietatezza il motto si può, nella attuale situazione politica italiana, tradurre così: metti in ulteriore difficoltà chi già annaspa per propria incompetenza nel mare magnum della propria stupidità. E magari fallo facendo in modo che il bastonato si confezioni da solo il bastone con cui sarà affogato.

E con i grillini l’impresa è oltremodo facile visto che sono un partito dall’autogol facile. Se poi si vuole magari nobilitare la “bastonata” con una questione di principio sacrosanta, io consiglierei Matteo Salvini, più che puntare su flat tax e autonomia o sull’ennesimo decreto sicurezza – che a loro volta contengono controindicazioni evidenti che finirebbero per ritorcersi contro di lui invece che conto Di Maio – di mettere sul piatto la salvezza della convenzione tra il Mise di Luigi Di Maio e Radio Radicale. Una battaglia politica che se fosse brandita da Salvini prenderebbe due piccioni con una fava. Da una parte bastonare il cane che affoga, cioè Di Maio, e dall’altra trovarsi per alleati tutti i maggiorenti dell’opposizione che di questa sacrosanta battaglia hanno fatto una bandiera. Se la politica è cinismo in cui il fine giustifica i mezzi, ecco un esempio di un fine nobile e di un mezzo – il bastone – che agli occhi della gente sembrerebbe meno ignobile di quel che in realtà potrebbe essere. Insomma, un “bastone condiviso”.

Chi salverebbe Di Maio da una bastonata “politically correct” per la sinistra, giusta per tutti gli italiani di buon senso e utile per lo stesso Salvini e la sua futura carriera di statista (se mai ci sarà)? Altrimenti, logorandosi nel Vietnam di cui sopra, tra no grillini di ripicca e letterine dall’Europa, la possibilità di finire come Renzi appare molto probabile. Perché se vinci le elezioni europee ma la maggioranza di governo resta in mano agli ex vincitori delle politiche la situazione non è delle migliori.

Aggiornato il 30 maggio 2019 alle ore 14:00