La guerra civile annunciata

Dobbiamo prepararci. Ha perfettamente ragione Silvio Berlusconi a metterci tutti in guardia contro i rischi di una nuova dittatura. Ma forse c’è di peggio: l’Italia ormai è un Paese riportato da tanti interessati mestatori sull’orlo della guerra civile. Una guerra civile annunciata. La stessa che i nostri padri e nonni hanno visto dopo l’8 settembre 1943. E di cui noi stessi siamo stati giovani testimoni negli anni ’70 con il terrorismo delle Brigate rosse. I cui effetti sulla libertà individuale e sullo stato di diritto ancora stiamo subendo. Ora ci risiamo. Al grido di “onestà, onestà” i “meravigliosi ragazzi” di Beppe Grillo, e altri esagitati di cui sembra essere pieno il Paese, vogliono di nuovo separare le persone tra buoni e “no buoni”. Tra questi ultimi anche i giornalisti che osano criticare chi detiene pro tempore il potere. Liste di proscrizione già esistono, cattivi maestri e allievi che li hanno superati pure.

Questi “meravigliosi ragazzi” senza alcuna cultura e memoria storica si sono formati con i miti pseudo catartici di “Mani pulite”, con gli articoli e i libri di personaggi come Marco Travaglio, con i proclami a reti unificate di ex pm come Piercamillo Davigo, con i racconti dei loro fratelli maggiori che facevano i girotondini. E sono naturalmente convinti che la società borghese si abbatte e non si cambia. Per ora abbattono i simboli, esattamente come le Brigate rosse: i borghesi, i ricchi, “i prenditori”, i giornalisti, i magistrati non giustizialisti, gli avvocati, i garantisti, gli imputati tutti - tranne ovviamente quelli loro - e così via. Un garantista è sempre “peloso” mentre un rivoluzionario come Alessandro Di Battista è sempre puro.

D’altronde quando un settimanale arriva a dedicargli una copertina iconizzandolo come novello Che Guevara è segno non solo che questa guerra civile annunciata è ormai in atto, ma anche che il delirio delle menti – e la malafede di chi continua a vivere di scorciatoie per vendere copie – è ormai al culmine. Esiste una forma di difesa possibilmente non violenta, come la avrebbe voluta il grande Marco Pannella, da tutto ciò?

 Personalmente credo che questi falsi idoli (e veri idioti) si scioglieranno presto come neve al sole, basta solo farli sfogare in tv e non prenderli troppo sul serio. E a chi urla e minaccia nelle piazze “Guatemala, Guatemala”, basterà rispondere come nel farsesco ritornello della nota canzone degli Squallor degli anni ’80: “Maremma maiala”.

Aggiornato il 12 novembre 2018 alle ore 15:36