Roba da comari

Mentre il Paese sprofonda, al governo sembrano impegnati più a fare “le comari” che a pensare al resto dei problemi veri. Gossip, litigi, accuse incrociate, insinuazioni, tra tutto e tutti, insomma non passa giorno senza una scenata, una minaccia politica, una piazzata nella maggioranza e nel governo. Come se non bastasse, a questa disarmante tendenza, si sommano l’ignoranza e l’incapacità, sui temi di governo del Paese. Roba da pelle d’oca. Qui non si tratta solo dei ripetuti allarmi, avvertimenti, insomma dei report della Ue, sui pericoli gravi ed incombenti, si tratta dell’inadeguatezza ad affrontarli come si deve. Del resto, con un premier che ha parlato di “anno bellissimo”, che insiste ancora, sulla certezza di una crescita dell’uno per cento, sulla bontà della Finanziaria per il rilancio dell’economia, che si può dire? Ma fosse solo Conte, il problema. La verità è da ricercare nell’inadeguatezza di un governo che parla di scelte azzeccate per la soluzione delle questioni, del rilancio della produzione, dell’aumento del fatturato, dell’incremento di ricchezza. Insomma, parlano come se i dati sul Pil, sull’export, l’inflazione, i consumi, gli investimenti, i volumi del reddito, fossero stati elaborati da cretini e gufi, che complottano e basta. Il governo in coro, parla, come se la crescita dello spread, la fuga dei capitali, la tendenza all’aumento del debito e del deficit, fossero stimati da perfetti idioti, contrari ad un esecutivo di scienziati. La realtà purtroppo, è che si sta avverando il guaio grosso, di aver consentito ad una comitiva d’incapaci, di guidare le sorti del Paese, aver consentito un esperimento scellerato, sulla pelle degli italiani. Il guaio grosso è di aver impedito al centrodestra, che aveva vinto le elezioni, di trovare i numeri in Parlamento, per formare un governo più forte e serio, in grado di rilanciare l’Italia.

Insomma, parliamoci chiaro: chi poteva non sapere oppure non conoscere la realtà grillina? Chi poteva far finta di non sapere i risultati a Roma, Torino, Livorno, oppure cosa sarebbe successo ai conti col “reddito”, con l’espansione pubblica clientelare, col decreto dignità? Chi poteva non sapere cosa fosse il “contratto”, la somma penta-leghista da baratro dei conti, l’insieme dei contrari e l’unione di antagonismi elettorali? Diciamoci la verità, nessuno poteva non sapere, perché sapevamo tutti e bene, cosa sarebbe accaduto con questa maggioranza. Cosa ne sarebbe uscito fuori, chi sarebbe andato in questo o quel ministero. Come sapevamo bene che sarebbe stato un litigio quotidiano, punzecchiature, baruffe e accuse, insomma una commedia da “comari di Shakespeare”. L’anteprima s’era vista, nella stesura del contratto. La verità è una: tra qualche mese si aprirà un buco da paura, i mercati reagiranno, lo spread ne risentirà e la fiducia pure. Delle due l’una, o si troveranno una barca di miliardi per tappare il buco, oppure saranno dolori. Del resto, perché Giorgetti vola di corsa in America? Insomma, in questo “anno bellissimo”, fra correzione dei conti, spread, sperpero penta-leghista e salvaguardie Iva, serviranno decine di miliardi, tra i 40 e i 50, cari sostenitori della maggioranza. Soldi che pagheranno gli italiani. Ditelo ora se avete il coraggio, anziché prenderli in giro.

Aggiornato il 28 febbraio 2019 alle ore 11:51