Perché l'Europa non piace agli italiani

Il ruolo fondamentale per l’integrazione europea è stato dato dalla promozione di tutta una serie di azioni economiche capaci di sintonizzare le varie realtà presenti, attraverso l’erogazione di molteplici Fondi strutturali. Essi vengono distribuiti per il mezzo dell’assolvimento di specifici bandi, che - in un arco di tempo (3-5 anni, in genere) che è sufficientemente ampio - a certe scadenze sono emanati. Per cui, tu puoi essere anche uno dei Paesi maggiormente contributori della Ue, ma se i tuoi cittadini non si “prendono la briga” di redigere -con “carta, penna e calamaio” - delle domande di finanziamento (che, in genere, devono essere corredate con piani finanziari trasparenti, in genere elaborati da banche e soggetti debitamente formati), non avrai alcuna possibilità di attingere a quei Fondi. Bene.

Uno dei maggiori problemi che hanno - da sempre - avuto le nostre aziende e i nostri produttori è stato quello (in modo particolare nelle aree meridionali, che hanno pure tutta una serie di scivoli privilegiati) di partecipare poco a queste gare. Oppure di farlo con imprecisioni escludenti. Vuoi per carenza di strutture informative locali, per difficoltà di redazione delle istanze (tra l’altro da farsi o in lingua inglese, o francese a seconda delle tipologie), oppure per la puntigliosa e laboriosa compilazione di moduli e/o file, ovvero – ancora - per la palese esplicitazione di azioni future, pure proseguendo con una logica programmatoria, densa di vincoli e scadenze da rispettare puntualmente, ovvero per la “trasparenza” assoluta. Insomma, per la persistenza di tutta una serie di lacci e lacciuoli che stridono con il nostro “fai da te”, soprattutto nel Mezzogiorno. Così, all’Italia - che pure è uno dei Paesi fondatori e ancora maggiori contribuenti ai Bilanci -, questa Europa è apparsa sempre... molto distante.

Infarcita di puntigliosità e precisione temporali che non ci appartengono affatto. Anche le stesse rappresentanze politiche non si sono mai sintonizzate appieno con quelle dimensioni di amministrazione, perché quasi infastidite da tutta una serie di “perfezioni nordiche”. Oggi, quindi, gli arretrati sovranisti vorrebbero pure completare il distacco da quel cordone ombelicale, riempiendoci di orgogliose bugie. Ma è proprio quel tipo di sovranismo che ha perso nel 1918! Oggi, invece, tutto sommato, quella comunitaria è forse ancora una dimensione minuscola.

Aggiornato il 27 febbraio 2019 alle ore 17:09