Se non è zuppa è pan bagnato

Inutile fare finta che tutto continui come prima più di prima, se non è crisi è una frattura insanabile. Il destino è ormai segnato. Del resto come potrebbe essere diversamente, sia per l’innaturalità dell’alleanza, e sia perché sulle strade dell’Abruzzo il carrozzone dei grillini è precipitato irrimediabilmente. Per carità, che la bolla elettorale dei grillini prima o poi esplodesse era evidente, immaginare il contrario sarebbe stato da sprovveduti o menagrami, il Paese non lo merita davvero. Basterebbe pensare a tutti i guai che si sono scatenati da quando governano i 5 Stelle, sia nei comuni e sia nel Paese; insomma, pensare che i grillini durino è pensare al male dell’Italia.

Per farla breve, i Cinque Stelle sono in agonia, questione solo di tempo per la fine, ecco perché Matteo Salvini nonostante l’Abruzzo aspetta ancora e prende il largo. Sia chiaro, tutto normale per la tattica politica se non fosse che nell’attesa c’è di mezzo un Paese che tutto potrebbe, tranne che aspettare. Maggio è lontano, da ora ad allora ci saranno i nuovi rating, le trimestrali, i dati sul Pil, le aste dei titoli e lo spread, le procedure della Ue e il giudizio dei mercati; insomma tanta roba e delicata. Tenere in piedi ancora una alleanza perniciosa può costarci caro, più di quanto non sia già costato, se non è zuppa è pan bagnato. Con il voto in Abruzzo l’esperimento è terminato, resiste solo per facciata ed è chiaro. Resiste perché per Sergio Mattarella è un problema in meno, se fosse crisi, per lui evitare il voto, o l’incarico al centrodestra, sarebbe solo fantascienza. Resiste perché a sinistra in fondo conviene, nei cattocomunisti c’è sempre la speranza di recuperare dai fallimenti altrui, piuttosto che dai propri, roba da ipocriti insomma. Resiste perché l’establishment sa bene che la vera bestia nera sarebbe un governo di centrodestra, che farebbe sul serio piazza pulita; per questo i “poteri forti” preferiscono i pentaleghisti, piuttosto che la Meloni insieme agli alleati. Con la Meloni, Salvini, Forza Italia e gli alleati stavolta cambierebbe tutto, dal presidenzialismo a Bankitalia, dalle tasse alla giustizia, dal sud allo sviluppo, dagli italiani meno strutturati a quelli imprenditori.

Insomma, che sia chiaro, la vera paura per chi conta nel Paese non è questo governo, ma il prossimo sicuro, per questo per l’establishment più tardi arriva e meglio è la vittoria del centrodestra. Ecco perché Salvini non può permettersi di sbagliare, tirando la corda, il tempo talvolta da amico diventa tiranno, possono accadere troppe cose e spesso contrarie, chi vuole intendere intenda. Questa alleanza è finita, anzi, non avrebbe dovuto nascere, è nata da una trappola, per la paura di un governo di centrodestra, questa è la realtà e Salvini non doveva cascarci. Comunque sia dopo l’Abruzzo il dado è tratto, con la Sardegna sarà altrettanto e così via, c’è solo il centrodestra vincente nel Paese, gli italiani lo sanno e lo dimostrano, aspettare non serve ed è solo un rischio inutile.

Aggiornato il 12 febbraio 2019 alle ore 11:11