Gli smemorati e gli incoscienti

Smemorati ed incoscienti, a voler essere buoni. Cosa dire d’altro ad una maggioranza innaturale, che ci rovinerà, più di quanto abbiano fatto i cattocomunisti? Perché, sia chiaro, il Paese è stato devastato dal cattocomunismo, Dc e Pci, prima da finti separati e poi uniti dall’ipocrisia comune. Democristiani e comunisti si sono sempre spartiti il potere, lo hanno fatto per sé stessi, di certo non per il bene collettivo, ecco perché l’albero italiano è cresciuto storto. Del resto l’accordo che, almeno fino a Tangentopoli, ha tenuto il Pci all’opposizione, fu consensuale, a partire dall’attivazione del piano Marshall. Insomma, De Gasperi e Togliatti si parlarono e molto al ritorno di Alcide dal viaggio in America, per gli aiuti all’Italia dagli States: Dc al governo e Pci fuori, solo ufficialmente. Dietro le quinte, accordi e dialogo.

In fondo, le prove della manfrina si concretizzavano già nella scrittura di una Costituzione, la nostra, che a dispetto di molti avvertimenti, liberali e laici, Calamandrei compreso, risulterà inequivocabilmente, cattocomunista. È così che siamo cresciuti statalisti e assistenzialisti. Finito il boom degli anni ‘50, grazie alla presenza di Einaudi, Dc e Pci hanno dilagato, solo per dirne una, con la legge sulle Baby pensioni, la vera causa dello sfascio previdenziale.

Insomma potremmo fare un elenco interminabile di leggi consociative e devastanti per i conti e per l’equilibrio del paese, concordate dai cattocomunisti per rafforzare il potere, ma rovinare il futuro delle generazioni. Dall’espansione clientelare dell’apparato pubblico, al debito in cambio di consenso, allo sfascio dei conti a quello della moralità e della responsabilità verso le risorse collettive. Questa è la realtà. Bene, anzi male. In questi giorni ricorre l’anniversario della morte di Craxi, statista socialista di levatura unica, politico di grande spessore, autorevole e lungimirante, che pagò con l’infamia, proprio il tentativo di spezzare per sempre la catena cattocomunista. Qualche cialtrone, omuncolo d’accatto, ridicolo, in queste ore si affaccia sui media, cercando ipocritamente di mettere sulle spalle di Bettino Craxi, dei suoi governi, l’inizio del male, del debito esplosivo, della corruzione.

Del resto Tangentopoli fu proprio il tentativo di mistificare la realtà. Fu un obbrobrio politico-giudiziario nel miglior stile cattocomunista, per salvare i colpevoli, condannare i prescelti e riscrivere la storia d’Italia ad uso proprio. Insomma, un classico dei figliocci di quel sant’uomo di Togliatti, di quelli che applaudendo ai carri armati d’Ungheria hanno fatto carriere strepitose nello stato, nella politica, nelle istituzioni, alla faccia della democrazia e della libertà. Sia chiaro: di errori gravi, molto gravi, Craxi e i socialisti ne fecero eccome, ma l’albero storto, il marcio e le radici dei peccati del paese, stanno altrove e si sa bene tutt’ora, purtroppo.

Ecco perché diciamo ai pentaleghisti “smemorati e incoscienti”, perché la ricetta è la riproposizione del peggio cattocomunista che ci ha rovinati: assistenzialismo, statalismo, debito contro consenso, giustizialismo, tasse, pauperismo, impiego pubblico inutile e assenza della cultura di sviluppo. Esattamente l’opposto di quello che ci serve, di quello che è mancato, insomma. Il virus anziché il vaccino. Che sbaglio, caro Salvini, quello di piegarsi al volere dei grillini. Il 2019 inizia male, malissimo, per mandarlo meglio ci resta solo la speranza che cada questo governo. Il futuro di tutti passa di lì, ricordiamolo.

Aggiornato il 22 gennaio 2019 alle ore 09:55