Un grande “Truman show”

Surreale e incredibile, la conferenza stampa di ieri sul decreto pentaleghista. Insomma, delle due l’una, o c’è inconsapevolezza oppure c’è ignoranza politica, sociale, soprattutto economica. Del resto, immaginare che Conte, Di Maio, Salvini, credano davvero all’utilità del decreto, sarebbe addirittura peggio che accreditarli di scarsa conoscenza e competenza. Dopodiché, quanto e come, il Parlamento potrà confermare il decreto sul reddito e quota 100, lo vedremo, rebus sic stantibus. La frittata è fatta e l’Italia inguaiata. I due provvedimenti, per come sono, rappresentano il peggio di quello che i governi degli ultimi decenni abbiano scodellato addosso ai cittadini e ai conti pubblici. Qui non si tratta solo di costi, ma di un decreto cervellotico, macchinoso, ingarbugliato, che finirà con l’essere pane per la bocca dei furbetti, dei caporali del lavoro nero, degli imbroglioni. Del resto, le statistiche stimano che da noi, le varie forme di assistenza e di sostegno, vengano erogate impropriamente nel 50 per cento dei casi. Oltretutto, il reddito a regalo, destinato a potenziare i consumi, non solo non produrrà alcuna leva o quasi, ma si infilerà in una sorta di effetto sostituzione che lo depotenzierà notevolmente. Appare scontato che i percettori eventuali della mancetta pubblica vivano già consumando il reddito di qualcuno che li sostiene, e che dunque smetterà di farlo in tutto o in parte.

Parlare di rilancio dell’economia, di boom, di crescita e di milioni di posti di lavoro o è ignoranza oppure ipocrisia politica. Come se non bastasse il 2019 inizia in recessione e chiuderà con un Pil dello zero virgola qualcosa la metà dell’auspicato, creando un buco ulteriore di 8 miliardi, che sommato al resto fa una follia e renderà obbligatoria la manovra correttiva. Per non parlare degli effetti di quota 100, che nulla c’entrano con l’abolizione della “Fornero”. Anzi, la quota di Salvini, peggiora la legge, aumenta i costi e le discriminazioni e non produrrà gli spazi di lavoro attesi. Inoltre, non risolve la vecchiaia, vero problema. Salvini ha fatto finta, di non vedere chi a 65 anni, non ha maturato 30 anni di contributi e si trova nella terra di nessuno, senza lavoro, in attesa di compierne 67, come stabilito dalla professoressa tanto amata. Ecco perché parliamo di “Truman show”, al quale il ministro Tria giustamente non ha voluto partecipare. Checché ne dica il premier Conte, con puerili giustificazioni pubbliche. Bene, anzi male. Non abbocchiamo ai sorrisi, ai trionfalismi, alle chiacchiere, dell’autorevole trio di governo. Piuttosto, sobbalziamo nel vedere il suddetto trio sicuro di vincere e convincere. Ne riparleremo, signori cari. Per concludere, non resta che scopiazzare Shakespeare: al peggio, purtroppo, non c’è fine. Però sappiamo capire e memorizzare. Dunque, non finirà così.

Aggiornato il 18 gennaio 2019 alle ore 15:03