Centrodestra avanti: mozione di sfiducia a Zingaretti

Do un consiglio non richiesto al centrodestra alla Pisana, presenti subito la mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti, anche per non fare la figura del “becco e bastonato”.

Il Presidente della Regione Lazio nei primi mesi della legislatura, avendo mestiere da vendere per essere andato da piccolo alla scuola del Pci, ha saputo utilizzare alla grande il fenomeno dell’anatra zoppa non avendo avuto dagli elettori la maggioranza in Consiglio. Abile nel tessere una alleanza con i cinque stelle, pensando probabilmente che sarebbe nato un governo M5S-Pd che lo avrebbe potuto aiutare come il Governo Renzi, e nel dividere il centrodestra anche con la distribuzione delle presidenze delle commissioni consiliari.

Con l’avvento dell’attuale governo e la decisione di candidarsi alla segreteria del Pd probabilmente Zingaretti ha dovuto decidere di cambiare strategia. Non poteva attaccare tutti i giorni il governo, come sta facendo, e far dipendere la maggioranza in Consiglio dal Movimento 5 Stelle. Così è nato il cosiddetto patto d’aula che, con la regia del vicepresidente della Regione e il capogruppo del Pd, ha portato in maggioranza i due consiglieri regionali del gruppo misto eletti con il centrodestra.

Non solo, ma durante il mese di agosto, com’è nelle migliori tradizioni, Zingaretti ha nominato il Cda della Cotral e ha inserito nel consiglio un avvocato vicino al movimento dello scarpone, quindi allargando, almeno nelle intenzioni, ancora di più la maggioranza.

Tutto legittimo, tutto già visto, solo che l’operazione che ha portato alla nuova maggioranza non è avvenuta in consiglio approvando un documento programmatico o le dichiarazioni del presidente della Regione, ma fuori, Questo il punto fondamentale, portare la discussione in Consiglio regionale per far emergere alla luce del sole che si è costituita in Consiglio una maggioranza politica che non è figlia della volontà degli elettori né di un accordo programmatico bensì di una operazione di puro potere. Un autorevole rappresentante del centrodestra alla Pisana mi ha obiettato che sarebbe un errore presentare la mozione di sfiducia perché rafforzerebbe Zingaretti e obbligherebbe i suoi a votargli la fiducia.

Ora, al di là che non ho visto grande discussione nel centrosinistra sulla questione del patto d’aula, mi pare che Zingaretti si sia già rafforzato di suo, non tanto per quello che fa ma per l’incapacità dell’opposizione di metterlo in difficoltà, tanto che i provvedimenti approvati sino ad oggi sono tutti passati a larga maggioranza. Credo anche che il centrodestra debba fare qualche riflessione sugli errori compiuti sino ad oggi perché se non si fosse diviso all’inizio di legislatura, grazie a qualche diktat, e non avesse accettato la logica delle maggioranze variabili, senza un vero e proprio accordo politico programmatico, oggi non sarebbe in difficoltà.

Nonostante questo però con la presentazione della mozione di sfiducia il centrodestra potrebbe cambiare le cose, non tanto per mandare a casa Zingaretti, cosa che tra qualche mese potrebbe fare lui stesso in occasione della scalata alla segreteria del Pd e dell’elezioni del Parlamento europeo, ma per fare chiarezza politica e obbligare tutti a metterci la faccia e a prendersi le proprie responsabilità. A Zingaretti e al centrosinistra di aver allargata la maggioranza ad esponenti eletti con il centrodestra quando lui tutti i giorni attacca a testa bassa Salvini identificato come il capo della nuova destra. Al Movimento 5 Stelle di decidere che atteggiamento avere con Zingaretti e di uscire dal limbo, dal momento che sta in una posizione del né aderire né sabotare, tanto che in Commissione bilancio i suoi rappresentanti si sono astenuti sul collegato che in queste ore è in discussione nell’aula del Consiglio.

Agli eletti del centrodestra, che con il patto di aula si sono detti disponibili ad approvare i provvedimenti della coalizione di Zingaretti, a farlo alla luce del sole assumendosi sino in fondo la responsabilità politica di stare in maggioranza e non all’opposizione. Al centrodestra di decidere finalmente di prendere la strada di una vera e serrata opposizione dissipando anche qualche dubbio che aleggia che alcuni settori coprano, o lo abbiano fatto, l’operazione del patto di aula.

Hic Rhodus, hic salta dicevano i latini, per dire che il momento è arrivato.

Aggiornato il 12 settembre 2018 alle ore 15:23