Il governo che serve all’Italia

Gli italiani hanno votato il 4 marzo 2018 in maggioranza la coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Il partito politico che ha avuto più voti è il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Sì dunque a un governo guidato dal leader del partito di coalizione che ha ricevuto più voti, cioè Matteo Salvini, con i voti di centrodestra e 5 Stelle. Sì a ministri scelti esclusivamente tra i parlamentari eletti dagli italiani, dunque nessun tecnico o politico esterno. Il governo eletto deve essere investito e coprire l’intera legislatura, cioè i cinque anni previsti dalla legge, e ove cada è necessario sia chiaro il responsabile in modo da risponderne alle urne successive e conseguenti. Nel 2023 si saranno definiti e stabiliti con chiarezza i contendenti tra cui votare. No a nuove elezioni oggi, né a nuove leggi elettorali se non la revisione di quella esistente da parte della Corte costituzionale in senso maggioritario.

Sì all’Europa modificata, ovvero rispetto dei soli Trattati europei e non altro, i quali prescrivono la tendenziale convergenza degli Stati membri nel rispetto e autonomia delle singole politiche economiche autonome nazionali. Convergenza nella convenienza da parte dei Paesi europei. Nessuna sudditanza verso Germania o Francia, la prima chiamata a rimettere e reinvestire il surplus fino ad ora lucrato in danno di tutti gli altri Paesi europei, la seconda ricacciata da dove viene, cioè nei suoi confini insieme al rinculo delle smanie di Emanuel Macron eletto, lo si ricordi, sconosciuto e con maggioranza esigua sul totale dei francesi. Macron fa danni, e va fermato. Nessuna cessione di sovranità, quella esistente basta e avanza. Sì ai referendum degli italiani riguardo le decisioni rilevanti che li e ci riguardano. Allo stesso modo di ciò che succede in Svizzera.

L’Italia necessita di un governo eletto legittimo che, alla luce di un resoconto generale come una sorta di due diligence delle imprese e società, scriva e individui chiaramente i conti esistenti e mancanti e prenda le decisioni necessarie conseguenti. Assumendo, addossando e distribuendo le responsabilità e i demeriti relativi in capo a chi competono. Due ultime considerazioni minori: 1. Se Berlusconi anela a Renzi, lo si lasci fare, Renzi distruggerà, come ha fatto già con il Pd, anche Forza Italia. 2. Se oggi si concede a Di Maio di fare l’ago della bilancia tra Lega e Pd, lo si sappia da subito, il Paese sprofonderà. È adesso la giusta direzione da intraprendere. Non teniamo in riserva chi serve ed è stato votato dalla maggioranza degli italiani.

 

 

 

Aggiornato il 06 aprile 2018 alle ore 10:49