Ancora sulle primarie (Capitolo 76) - Abbiamo già avuto modo di dire che la politica è come la scienza; la modernità, infatti, porta entrambe a esperienze e assetti nuovi che però non sempre sono interpretati e usati per i fini più degni. Anche le elezioni primarie sono per noi una sorta di modernità che può essere usata ambiguamente; pertanto, come affermato in chiusura del precedente capitolo n. 75, eccoci di nuovo a intrattenerci su esse.
Un popolo assennato dovrebbe affrancarsi dall’emotività, specialmente ideologica e accedere a quell’equilibrio razionale che permette di riconoscere, senza suggestioni, chi usa e inganna i cittadini; in ordine al tema delle primarie italiane, è lampante e comprovata la parte politica che ha preso “sinistramente” a manipolarle.
Dalle elezioni, alle liste dei candidati, ai congressi, alle organizzazioni di partito e quant’altro, parlare dei temi e dei meccanismi che sono alla base della concezione democratica del potere istituzionale e politico, nonché del rispetto del popolo, dovrebbe essere una cosa gratificante e nobile; eppure, così come in questi capitoli abbiamo avuto modo di raccontare, si tratta di meccanismi che il nostro Paese è riuscito a rendere indegni e tutt’altro che osservanti la democrazia.
In Italia si è ormai assestata una classe dirigente politica abietta che si avvinghia e perpetua con bramosia sulla propria situazione privilegiata, viziata e immeritata. Posta come prioritaria su ogni altra questione, è ovvio che tale immonda ingordigia stupri qualsiasi principio di democrazia e lo deturpi fino ad annullare ogni rispetto e considerazione nei confronti del popolo che, pertanto, viene ingannato e piegato sotto il peso delle sevizie di un così infausto potere istituzionale. Le primarie, data la configurazione un po’ vaga che hanno per loro natura, permettono di intervenire facilmente per manipolare i dati.
Del resto, la storia italiana della recente importazione e adozione delle primarie, ha reso nota la loro inconfutabile predisposizione alla “pestilenza” accennata. Non v’è dubbio che il concetto di elezioni primarie “avvolga” in una sorta di soavità democratica, tuttavia viene da sé che l’inesistente obbligo di iscriversi al partito che le promuove permette di chiamare a raccolta tanto chi è mosso da sincera condivisione e appartenenza al gruppo, quanto chi è mosso da spirito di concorrenza se non brama di corruzione. In quel tipo di elezioni si è visto di tutto; dall’arrivo di pullman di badanti di varie nazionalità, a “mini-assoldati” d’ogni tipo, a individui che non perdono mai occasione per definirsi apolitici, a quant’altro, le primarie sono spesso state trasformate in una sorta di pellegrinaggio dell’ipocrisia.
Sia chiaro, molto chiaro, che in questo corso di politica non si biasima minimamente la democrazia né alcuna sua struttura che rispetti la libertà e la dignità del popolo; però, si rimprovera con forza, severità e determinazione ogni politico o cerchia vigente di politici che trasformano la democrazia nella facciata elegante dei più criminali inganni.
Aggiornato il 07 aprile 2017 alle ore 18:13