Salvini: “Renzi farà  saltare il tavolo”

“Sia che vinca il ‘Sì’ sia che vinca il ‘No’ Matteo Renzi farà saltare il tavolo comunque”.

È la convinzione del segretario della Lega Matteo Salvini, che, ospite del Forum Ansa, ribadisce il suo ‘No’ al referendum: scagliandosi contro le agenzie di rating e i media, soprattutto stranieri, che hanno difeso il ddl Boschi. “Sciacalli e avvoltoi – ha aggiunto Salvini – Se Goldman Sachs, J.P. Morgan e Financial Times ci dicono di votare ‘Sì’, è evidente che gli italiani sapranno cosa fare e voteranno ‘No’. L’Italia non è un Paese in vendita”.

Il segretario del Carroccio però guarda oltre il voto di domenica prossima e su un punto è altrettanto chiaro: nessuna disponibilità ad accordi che evitino il ritorno alle urne. Un messaggio che il leader della Lega indirizza innanzitutto a Silvio Berlusconi, con cui dovrà chiarire una volta per tutte se ci siano le condizioni per portare avanti l’alleanza. È chiaro, ha detto il leader della Lega, “che se il Cavaliere desse vita a qualche inciucio le nostre strade si dividerebbero”. Una presa di posizione in linea con il centrodestra (“questa parola mi fa venire l’orticaria”) che ha in mente per il futuro: “Basta con le imposizioni dall’alto - ribadisce - servono le primarie per la scelta del leader”. Nessuna riproposizione dunque del vecchio schema con un’alleanza guidata da Berlusconi e chiarezza sul programma comune: “La nostra idea di Europa è completamente diversa. Chi si allea con noi non potrà essere con un piede a Roma e un altro a Bruxelles. Mi sembra che Toti, Fitto, Meloni abbiano le idee chiare. Aspettiamo il 5 e vediamo chi si aggiunge”.

Il leader della Lega ci tiene inoltre a preservare l’identità del suo partito dicendosi disponibile ad “una federazione” tra i partiti di centrodestra, ma “nessuna marmellata”. Salvini non sembra preoccupato nemmeno che una coalizione a trazione leghista possa spaventare l’elettorato moderato: “Li convinceremo con i fatti e non con le ‘renzate’ tipo gli 80 euro che nemmeno si sa da dove vengono presi”.

In attesa di conoscere l’esito delle urne, Salvini ha le idee chiare sul timing per arrivare alle elezioni: “Mattarella proverà a fare due o tre governi contando su una pattuglia di parlamentari che non vuole andare al voto”, ecco perché il segretario del Carroccio senza giri di parole dice di non nutrire molta fiducia nei confronti del Presidente della Repubblica: “Non gli firmerei un assegno in bianco, non mi fido ciecamente di nessuno”. In caso di vittoria del ‘Sì’, Salvini è pronto a scommettere che lo stesso Presidente del Consiglio chiederà di tornare alle urne “per regolare i conti all’interno del suo partito”. Il numero uno della Lega è pronto ad andare a votare indipendentemente dalla legge elettorale anche se, dovendo esprimere la sua preferenza, boccia senza appello il proporzionale a favore invece dell’uninominale: “Almeno ognuno sa per chi vota”.

Sui rapporti interni, nessuna voglia di replicare alle accuse di Umberto Bossi: “Non lo attaccherò mai, ma possiamo pensarla in maniera diversa”, chiarisce Salvini che poi annuncia il Congresso della Lega entro la fine dell’inverno: “Non credo sia la priorità degli elettori, prima non si facevano per sei anni, ma io sono per il rispetto delle regole”. L’assise nazionale sarà anche l’occasione per modificare lo statuto ed inserire il limite dei due mandati e per rilanciare la Lega come partito nazionale: “Bossi vorrebbe che stessimo solo a Milano ma sbaglia, nonostante ci chiamiamo Lega Nord siamo il terzo partito”.

(*) Per gentile concessione dell’Ansa

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:59