Referendum: Sì, No, Né!

In opposte schiere stanno quelli del “Sì” e quelli del “No”. Da mesi, ma sembra da anni, non se le mandano a dire: “Chi vota No, è ignorante”; “chi vota Sì lo fa per interesse personale”; “il No ha la puzza al naso, è masochista; “chi vota Sì è in malafede”; “non immagino cosa capiterà al nostro Paese se vincesse il No”; “quel carattere di un Renzi, si incaponisce per un puntiglio”; “i peggiori politici invidiosi e rancorosi sono coalizzati per il Sì”; “proprio quando il nostro capo di governo ha bisogno del massimo appoggio”; “voto No perché non mi sento un fallito”.

Ora che la data del D-Day è decisa per il 4 dicembre, insulti e urla direttamente si sono semplificati nell’odio reciproco: “Vai a scrivere stronzate da un’altra parte”; “la nostra vittoria vi manda fuori di testa senza clientele”; “ma chi è questa testa di cazzo?”; “logorroici che arringano il popolo bue”; “veri vermi”; “pappardelle senza nessun appiglio”; “un post assolutamente ridicolo”; “fottiti imbecille!”; “non voglio che l’Italia finisca come il Venezuela”; “volete aiutare la destra populista”; “non c’è trippa per gatti”.

Si tratta dunque di un odio diffuso ed interno che vede la sinistra contro la sinistra, la destra contro la destra, il centro contro il centro, le intestina lottare con le budella.

Gatti, buoi, cani, vermi, villici e quanti altri si sono sentiti tirati in ballo a sproposito; si sono fermati davanti al polverone alzato dalle sberle mediatiche, timorosi di finire in zuffe materiali e disastri politici. Un po’ come in quelle belle piazze Taksim/Maidan/Bourguiba che promettevano tanto bene e poi hanno deciso tanto male. Si sono chiesti: “Sì o No a cosa?”. I belligeranti con la mosca al naso ed il dito nell’occhio hanno subito soffiato con rabbia: “Sì alla nuova Costituzione più bella del mondo!”; “No per la vecchia Costituzione, quella sì più bella del mondo!”.

Lentamente dondolando le code, drizzando l’orecchio e battendo il cappello sulle gambe, animali e villici dissero: “Quale, quella basata sul lavoro che non conta nulla? Quella che difende il risparmio derubandolo? Quella delle regole di partito e sindacato inesistenti? Quella dei pubblici impiegati per concorso tutti dentro a chiamata diretta? Quella che difende famiglia e figli incitando ai divorzi? Quella scritta da magistrati che fecero carriera senza mai fare un’ora di pretura? Da professori che fecero carriera senza sapere dove era l’Università? Da giornalisti che manco sapevano cos’è la cronaca? La copia di quella di Stalin del 1936? Ma quella serviva solo a prolungare all’infinito l’8 settembre e infatti ha partorito 70 governi in settant’anni, balneari e badogliani. 

Fateci il piacere con le vostre cozze da sposare che volete propinarci come le più belle del reame. Meglio un bel “Comitato del Né” che abolisca le carte dell’utopia fatte da topi che indicano la luna per rubarsi il formaggio. Non c’è migliore Costituzione di quella che non c’è. Né.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:52