Dipendenti di OpenAi contro il consiglio d’amministrazione

A seguito del passaggio dell’ex numero uno di OpenAi, Sam Altman, dalla “sua creazione” a Microsoft, nei corridoi dell’azienda creatrice di Chatgpt si è sollevato un vento di protesta. Almeno 500 – ma c’è chi dice perfino 700dipendenti della compagnia (su 770 totali) avrebbero firmato una lettera aperta minacciando le dimissioni, dopo che insieme al Ceo anche Greg Brockman – l’ex presidente di OpenAi – sono passati al team di sviluppo di Intelligenza artificiale di Redmond. Per riassumere il contenuto della nota: o il consiglio di amministrazione della startup si dimette e vengono reintegrati Altman e il suo braccio destro, oppure i dipendenti si licenziano. Insomma, per usare le parole di Adriano Pappalardo, spese in una vecchia puntata di Domenica In (correva l’anno 2006) contro Antonio Zequila, “o se ne va lui, o me ne vado io”.

Questo è lo stallo che si sarebbe creato negli uffici di OpenAi, anche perché altri tre ricercatori di alto livello si sarebbero uniti nelle ultime ore allo staff della Big Tech guidata da Satya Nadella. L’intero CdA è stato accusato di aver “messo a repentaglio tutto il lavoro fatto” e di “non essere chiaramente in grado di gestire OpenAi”. Dopo la rimozione di Brockman e Altman “non siamo in grado di lavorare per e con persone che mancano di competenza, giudizio e attenzione per la nostra missione – continua la nota – la vostra condotta mostra chiaramente che non avete la competenza per guidare OpenAi. Microsoft ci ha assicurato che ci sono posizioni per tutti i dipendenti di OpenAi nella nuova divisione nel caso decidessimo di farvi parte”, hanno avvertito i dipendenti. Tra i firmatari della lettera risulterebbe anche Ilya Sutskever, il co-fondatore della startup, e Mira Murati, che ha traghettato l’azienda di Chatgpt come Ceo fino all’arrivo da Twitch di Emmett Shear.

Anche diversi investitori che hanno finanziato la crescita e lo sviluppo di OpenAi starebbero pensando di passare per vie legali contro il board che ha causato questa fuga di cervelli. E Nadella, che possiede il 49 per cento delle azioni della startup, fa orecchie da mercante, anche perché con l’arrivo di Altman e Brockman il titolo di Microsoft ha segnato un nuovo record a Wall Street.

Aggiornato il 21 novembre 2023 alle ore 16:53