Biden contro tutti nel discorso sullo Stato dell’Unione

My way or the highway, bisogna fare a modo mio. È questo il senso del discorso di Joe Biden sullo stato dell’Unione, durante il quale ha attaccato i suoi avversari Repubblicani – lì presenti – su tutti i fronti, primo fra tutti sul problema del confine messicano. “Possiamo scontrarci su come risolvere l’emergenza, o possiamo risolverla”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti d’America, rinfacciando al Grand old party la sua opposizione a un accordo – non considerato abbastanza efficace – sulla crisi migratoria. Più che un discorso alla Nazione, quella di Biden è parsa un’arringa elettorale. Effettivamente, le Elezioni presidenziali si avvicinano, e temi come le armi, le stragi e il taglio del welfare sono all’ordine del giorno.

L’inquilino della Casa Bianca non ha mai nominato il suo avversario e predecessore Donald Trump, ma i riferimenti al suo operato come capo di Stato sono stati diversi, a partire dalla sua “sottomissione” a Vladimir Putin (riguardo alle dichiarazioni del leader repubblicano sullo stato della Nato) e a come il tycoon si fosse “vantato di non aver fatto niente sulle armi”. Biden stavolta non ha fatto né errorigaffe. A parte qualche momento di incertezza è andato tutto liscio. Tra Cina e Usa il presidente vuole “la competizione, non il conflitto”, costruendo “un’economia dal mezzo e dal fondo in su, non dall’alto verso il basso, ma investendo in tutta l’America, in tutti gli americani”, ha spiegato il leader di Washington.

Sulla guerra tra Russia e Ucraina, Joe ha le idee chiare, e non arretra di un centimetro. Kiev potrà battere Mosca “solo con le nostre armi, ha ricordato davanti al Congresso, ribadendo che gli Stati Uniti “non andranno via dall’Ucraina”. Sulla crisi in Medio Oriente il presidente ha ribadito la linea approvata dagli Usa, quella della “soluzione dei due Stati”. Qui, anche il presidente della Camera dei rappresentanti Mike Johnson – repubblicano – ha applaudito le parole di Joe Biden. Infine, a proposito delle perplessità – repubblicane e soprattutto democratiche – sull’età avanzata del capo di Stato, il presidente ha rilanciato: “La questione che il Paese affronterà non è quanto siamo vecchi noi, ma quanto lo sono le nostre idee”. Rispetto al 2016, i contendenti alla presidenza Usa sono gli stessi, e le loro idee, ahimè, pure.

Aggiornato il 08 marzo 2024 alle ore 15:59