#Albait. Macron e la guerra

Siamo per la pace, contro la guerra, in ogni caso. E se arriva un regime totalitario che attacca l’Ucraina, siamo contro la guerra, per la pace. E se arriva un regime totalitario che accusa di nazismo l’avversario che ha subito il nazismo, siamo contro la guerra e per la pace lo stesso. Anzi, solidarizzeremo con chi accusa gli israeliani di nazismo, perché siamo contro la guerra e per la pace. E siamo anche per l’autodeterminazione dei popoli. Tutti i popoli, purché non vogliano la guerra.

E se arriva un regime confessionale e totalitario che usa la guerra contro le democrazie perché sono democratiche, siamo contro la guerra e per la pace. E se arriva un regime totalitario che stupra le figlie, le madri, le nonne, e anche i mariti, i figli e i nonni, perché non li considera umani perché non sono russi, siamo contro la guerra e per la pace. E se arriva un regime totalitario che stupra o ammazza tutti, se non sono fedeli alla versione più schifosa e ignobile dell’Islam, che prevede di usare i bambini come soldati e le bambine come spose, anche per un solo giorno, perché poi muoiono di stupro, siamo contro la guerra e per la pace.

E se arriva un sant’uomo che ci dice che siamo contro la guerra e per la pace, diremo che siamo d’accordo con lui. E se il sant’uomo, financo fosse il Papa dovesse essere stuprato e ucciso, perché i totalitaristi non lo considerano affidabile, lo onoreremo e resteremo fermi al suo credo, in favore della pace. E quando busseranno alle nostre porte per farci fare la stessa fine del sant’uomo e sentiremo le mani del regime totalitario fisicamente addosso alle nostre spalle e le nostre parti intime prima violate e poi dilaniate anche con mazze ferrate, saremo felici perché saremo stati saldi nei nostri principi. E d’altronde, cos’è la filosofia del martirio che anima i totalitari musulmani o i totalitari russi, finché a morire sono gli altri, cioè noi? Esattamente questo. La morte, anche terribile, a in nome della pace, a qualsiasi costo, perché la pace è un valore assoluto.

E se arriva un regime totalitario che uccide anche la democrazia con le armi, noi saremo pacifisti e lasceremo che muoia anche la pace e la democrazia, finché entrambe non si piegheranno al dittatore o quegli imam che hanno scelto di essere stupratori e sacrileghi. E se insomma riusciremo a essere animati da pietas e misericordia assolute, potremo ascendere al cielo come santi, per chi ci crede, o vedere se la storia delle settanta vergini è vera per uomini e donne, oppure solo per alcuni o invece per nessuno. E se arriva Emmanuel Macron che afferma che sarà probabilmente necessario inviare forze armate per sostenere l’Ucraina, lo condannerò, perché la pace è un valore assoluto e la guerra il male.

E se poi un poliziotto dà una manganellata a un gruppo di studenti, mi ribellerò fortemente, ma accetterò la manganellata senza reagire, perché alla forza non si reagisce con la violenza. E se qualcuno vorrà imporre un regime sanguinario, arbitrario e senza diritti io lo accetterò, perché la pace è un valore assoluto. E se questo lungo elenco dovesse finire, con l’idea che reagire alla corruzione, alla violenza altrui e al totalitarismo, grazie alla libertà e alle regole democratiche non è sbagliato, forse avrò maturato l’idea di cosa sia la democrazia: un regime che definisce il bene e il male sulla base degli interessi di tutti e lotta contro i regimi di stupratori, torturatori e di ispirazione totalitaria, perché la giustizia corrisponde al mio diritto alla libertà. E forse questa volta Macron non ha detto una sciocchezza.

E forse chi critica a priori l’uso della forza contro un regime totalitario, non ha pensato che le mani dei regimi criminali un giorno potranno prendere anche le sue spalle, violare le sue parti intime, strappare i suoi organi dall’interno, per puro capriccio di conquistatore. E forse quella persona non ha capito che la forza degli Stati democratici va usata per garantire libertà e giustizia. E forse quel furbetto da quattro soldi che si nasconde dietro la retorica della pace è lo stesso che fa costare all’Italia un chilometro di strada 60 milioni di euro, contro i 14 della Spagna. Perché la corruzione e il cedimento costante alle pretese dei regimi orientali totalitari, con la scusa della religione ortodossa o musulmana che sia, sono sorella e fratello dei nemici nostri. E vanno combattuti. Per questo, per una volta, viva Macron.

Aggiornato il 29 febbraio 2024 alle ore 10:06