Un crocevia della storia

Quando si celebra un nuovo anno, si dice addio al passato e si saluta il futuro. Questa tradizione deriva da Giano, il dio romano raffigurato con due volti, perché guardava contemporaneamente al futuro e al passato. Il Tempio di Giano (da cui deriva gennaio) si trovava nel Foro Romano e aveva le porte da entrambe le estremità. Le porte erano chiuse in tempo di pace e aperte in tempo di guerra, per simboleggiare l’incertezza. Se questa tradizione fosse oggi operante, le porte del tempio sarebbero spalancate. Con le guerre in corso e le elezioni in tutto il mondo, tra cui Europa, Russia, Stati Uniti e l’incombente spettro di una governance mondiale, il 2024 sarà l’anno dell’inizio di un ciclo politico infernale che ci sta conducendo verso la Terza guerra mondiale. È l’economia a guidare questo ciclo che si sta articolando nella battaglia tra socialismo e capitalismo. I socialisti vogliono distruggere il capitalismo per riprogettare la società sulla base di una crisi climatica inesistente. La cronologia di questo “reset” menziona il 2030 come l’anno principale per una centralizzazione totale della politica, l’anno in cui intendono eliminare la maggior parte dell’energia da idrocarburi, introdurre la valuta digitale, finalizzare le città da 15 minuti per controllare gli spostamenti, monitorare il consumo di cibo e l’impronta di carbonio di ogni singola famiglia. Tutto ciò per arrivare a una governance globale unica sotto il controllo delle Nazioni Unite. Questa agenda globalista, pensata e concepita dal World economic forum (Wef), è un attacco all’umanità su più fronti: un attacco al cibo, alla salute, all’energia, alla valuta, ai media, alla cultura e al libero mercato. Come i precedenti tentativi di totalitarismo, è destinata al fallimento e tuttavia come tutti i tentativi precedenti lascerà dietro di sé una spaventosa scia distruttiva. Mancano solo sei anni al 2030, c’è molto da realizzare in così poco tempo e per non mancare gli obiettivi, i fanatici del potere globale contano sulla guerra per accelerare la loro agenda.

Anche le guerre sono contagiose. Oltre all’Ucraina, anche il Medio Oriente si è trasformato in una zona di guerra calda, arrivando al culmine del più grande conflitto regionale da generazioni e porterà un conflitto tra Usa e Iran. Ma è sempre l’Ucraina a essere il punto più critico per innescare una guerra internazionale. Per capire la sua inevitabilità, è fondamentale essere consapevoli di due cose. La prima è che il Governo americano non rappresenta più il suo popolo. Rappresenta solo l’agenda Neocons che guida la politica estera occidentale. I neoconservatori statunitensi, una sorta di terzo partito clandestino che esiste sia tra i democratici che tra i repubblicani, dopo l’entrata del burattino Joe Biden, hanno preso il controllo della Casa Bianca, dell’Unione europea, per non parlare della Nato e sognano fin dai tempi del crollo sovietico di conquistare la Russia, il Paese più ricco di materie prime. Sono stati loro a ordinare a Kiev di iniziare la guerra civile nel 2014. Sono stati loro, spinti dal World economic forum, ad avviare l’intera agenda del cambiamento climatico, mettendo in moto la distruzione dell’economia mondiale per “ricostruirla meglio”, secondo il noto slogan. Non condividono nulla con l’America reale e storica, che considerano l’organismo ospite per esercitare le loro ossessioni ideologiche.

La triste verità, dunque, è che l’obiettivo di questa guerra non è mai stata la vittoria dell’Ucraina in nome della libertà e democrazia ma il suo uso come avanguardia sacrificabile per indebolire la Russia prima di far intervenire la Nato e gli Stati Uniti per conquistarla. Coloro che ancora credono che l’Ucraina possa sconfiggere la Russia, sono quelli abituati a consumare qualunque cosa la propaganda propini. Come anche quell’assurdità secondo cui Vladimir Putin voleva ricostituire l’Urss e invadere l’Europa. Se fossero state queste le sue intenzioni, ci avrebbe già provato nei quasi trent’anni in cui è al potere. Ma la minaccia di una Russia aggressiva era obbligatoria per giustificare la guerra. Se avesse voluto, Putin avrebbe potuto annientare l’Ucraina in pochi giorni, distruggendo la rete elettrica e quella idrica come gli Usa hanno fatto in Iraq.

La seconda cosa di cui essere consapevoli è che nelle Amministrazioni Usa e Ue, nessuno vuole la pace e perché la Terza guerra mondiale è l’obiettivo deliberato. Non bisogna dimenticare, come ho ricordato più volte, che tutti i Paesi del consorzio occidentale devono sfuggire alla responsabilità dell’imminente crisi del debito sovrano e il modo per farlo è: Guerra! La pace, quindi, non è mai stata un’opzione e il “festival” in corso a Davos, dove si sta discutendo di piani di pace, è un’altra distrazione per nascondere la vera agenda. Se avessero voluto la pace, avrebbero rispettato gli Accordi di Minsk del 2014, finalizzati a raggiungere l’immediato cessate il fuoco e a porre fine al conflitto nel Donbass. Angela Merkel, nel dicembre del 2022, ha ammesso pubblicamente su Die Zeit che tale accordo era solo uno stratagemma per ingannare Putin. E guadagnare tempo, in modo da preparare l’Ucraina al conflitto. Quale Paese si fiderà più dell’Occidente, se fa gli accordi in malafede? Sono già morti più di 500mila ucraini, mentre 8-10 milioni sono fuggiti in Europa. Dovremmo, dunque, morire e rischiare tutti una guerra nucleare per un Paese, che è stato definito dal Fondo monetario internazionale uno tra più corrotti del mondo? In Ucraina c’è comunque un movimento crescente per rovesciare Volodymyr Zelensky, poiché si stanno sempre rendendo conto che è solo un burattino dell’Occidente a cui non importa nulla di quanti ucraini muoiono.

Ed ecco l’escalation. Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, le truppe tedesche, lo scorso dicembre, hanno attraversato la Polonia, spostandosi in Lituania per difendere il confine con la Bielorussia/Russia. La Nato non può ammettere l’Ucraina, finché è in guerra e quindi per convincere la Russia ad abboccare all’esca per giustificare la Terza guerra mondiale sta cercando di creare la stessa situazione nei Paesi baltici. E i popoli di Estonia, Lettonia e Lituania stanno ora per essere sacrificati, come l’Ucraina, sull’altare dei neoconservatori. La Nato ha annunciato di aver acquistato mille missili Patriot per prolungare la guerra in Ucraina. Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, un altro dei cani al guinzaglio dei Neocons, si è recato a Kiev per firmare un “accordo di difesa” che impegna i cittadini britannici ad essere arruolati per andare a morire nel Paese più corrotto del mondo. Mentre il presidente Biden ha ammonito che le forze armate statunitensi potrebbero trovarsi in un conflitto diretto, qualora la Russia dovesse sconfiggere l’Ucraina.

Putin si candiderà alle elezioni di marzo e, ammesso che non sia rovesciato o si dimetta per motivi di salute, potrebbe essere spinto dai sostenitori della linea dura a sferrare un colpo mortale all’Ucraina, il che metterebbe in discussione la Nato come entità militare vitale per aver addestrato le truppe ucraine che sono state decimate. La domanda è: prevarranno i pensatori sani e razionali oppure i Neocons con un’agenda senza compromessi? Il fatto è che nel gruppo dei leader mondiali non c’è nessun nessuno all’altezza di una strategia diplomatica. Per cui le tensioni cresceranno a livello globale, anche perché gli Stati Uniti stanno creando la versione asiatica della Nato allineandosi con il Giappone e le Filippine per combattere la Cina che sta cercando di ottenere il controllo sulla ricca Taiwan. Anche gli europei verrebbero dunque arruolati in guerra per difendere la nazione insulare? Si prepara, dunque, una guerra totale tra Stati Uniti e Russia che si trascinerebbe in Cina e Corea del Nord così come in Europa. L’Iran si unirebbe contro l’Occidente e si può scommettere che ciò provocherebbe la caduta di bombe su Israele. Pare che nessuna delle parti possa fare marcia indietro senza un conflitto globale su vasta scala. E ora la domanda è: cosa farà l’Europa quando l’Ucraina sarà sconfitta? L’Europa, in generale, non è mai stata in pericolo ma ora la Nato ne sta mettendo a rischio l'intera popolazione. Altro che ombrello protettivo!

Ultimo, ma non meno importante altro punto critico, sono le elezioni presidenziali in Usa a novembre. Qui la posta in gioco è troppo alta, perché coloro che detengono il potere possano consentire elezioni eque. I Neocons non possono permettere di perdere il potere a favore di un Donald Trump che, entrando nella Casa Bianca, metterebbe fine alla guerra e all’agenda globalista. Questo è il motivo per cui, come nel 2020, non ci potrebbero essere elezioni oneste. L’Amministrazione Biden sta permettendo l’ingresso di milioni di stranieri illegali a cui concerà la cittadinanza e il diritto di voto, per sconfiggere i repubblicani e far prendere il controllo del Governo a un altro burattino della sinistra. Ma è anche possibile che, per non correre rischi e contando sul fatto che durante una guerra nessun presidente in carica è mai stato estromesso, i Neocons – dichiarando l’emergenza – possano cancellare le elezioni e che coinvolgano le truppe statunitensi in guerra. Siamo, dunque a un momento fatidico, epocale nella storia moderna, che riflette la battaglia per un nuovo ordine mondiale. Giano presiede agli inizi, alle transizioni, al tempo e alla fine. Quest'anno è davvero l’inizio di un periodo cruciale. Le porte del Tempio resteranno aperte perché il disastro incombe.

Aggiornato il 17 gennaio 2024 alle ore 18:01